La Prefettura fotografa la delittuosità nel lecchese. Furti in calo, stimati in attività cento spacciatori

I reati denunciati calano. Ma non tutti, specie quelli legati al business della droga, evidentemente in considerazione anche di una domanda sempre considerevole. A restituire una fotografia della delittuosità in Provincia di Lecco è la Prefettura, attraverso la Relazione dell'attività 2023, a grandi linee già presentata - in occasione dell'incontro di fine anno del dicembre scorso con sindaci e stakeholder - direttamente da Sua Eccellenza Sergio Pomponio. I dati sono aggiornati al 30 novembre e estratti direttamente dalla Banca Dati del Ministero dell'Interno. I delitti - rispetto al 2022 - sono scesi da 10.125 a 9.688 (-4.5%).
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Il prefetto Sergio Pomponio

In linea generale, è scritto, "quella di Lecco, non diversamente dalle altre province lombarde pedemontane, sebbene con valori numericamente meno significativi, è interessata da fenomeni delittuosi polarizzati sui reati contro il patrimonio, soprattutto furti in abitazione, ma anche truffe e frodi informatiche, danneggiamenti, lesioni dolose e - per l'appunto ndr - spaccio di sostanze stupefacenti".

Nel dettaglio, subiscono una flessione i reati predatori: diminuiscono i furti in generale (da 3.692 a 3.619, -2%) come quelli di autovetture (da 139 a 130, -6,9%) e quelli (denunciati, chiaramente) in abitazione (da 1.133 a 1.009, -12,3%). Passati poi da 41 a 37 anche gli scippi mentre i furti con destrezza/borseggi vanno in senso contrario, essendo aumentati da 201 a 224. Segno - purtroppo - positivo anche per i furti negli esercizi commerciali: da 275 a 295.
Lo scorso anno, poi, sempre rispetto al 2022, ci sono state 14 rapine in più (da 92 a 106). Consola, forse, l'aumento di quelle per le quali sono stati individuati i responsabili (da 33 a 44). Per luogo di commissione, invece, quelle nei negozi e nelle abitazioni hanno conosciuto invece un significativo decremento, passando rispettivamente da 22 a 13 e da 6 a 5 (-20%), mentre sono aumentate quelle in strada (da 52 a 61, +17,3%), dato che riporta - forse - anche al fenomeno delle baby gang. 
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Recenti controlli interforze in centro a Lecco

Proseguendo, i reati di violenza, espressione spesso di forme di aggressività e disagio sociale, segnano un andamento altalenante: tra il 2022 e il 2023, sono diminuite del 4,1% le lesioni dolose (da 302 a 290) e del -28,5% le minacce (da 410 a 319), mentre sono aumentate le violenze sessuali (da 21 a 26 episodi, +23,8%) e così gli omicidi (da 1 a 2) e gli omicidi colposi (da 9 a 10).

Passando in rassegna altri reati, particolarmente "fastidiosi", i danneggiamenti restano stabili (1.539 in entrambi i periodi considerati) mentre sono in lieve aumento le truffe e le frodi informatiche (da 1.732 a 1.763, +1,8%). 
Dopo l'impennata del 2022, sono tornate a calare le estorsioni (da 56 a 40). Nel 2023 non sono state sporte denunce né per usura né per riciclaggio, reati spesso "spia" di altro, specie in un territorio come "la provincia di Lecco - caratterizzata da un florido tessuto produttivo composto da un elevato numero di grandi, medie e piccole imprese - in grado di esercitare un forte richiamo per il progressivo radicamento della criminalità organizzata, che non si limita ad infiltrarsi nel tessuto economico-sociale, ma rappresenta ormai un'insidia particolarmente impegnativa", come annota la Prefettura.
A tal proposito nel corso del 2023, sono stati adottati 12 provvedimenti interdittivi nei confronti di imprese operanti nel settore della ristorazione, della pubblicità, del commercio all’ingrosso di autoveicoli, del commercio di materiali ferrosi, della riparazione di macchinari, del servizio di noleggio con conducente. Essi hanno così portato, nell’ultimo triennio, alla firma di ben 28 provvedimenti antimafia a contenuto interdittivo.
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Bivacchi di spacciatori scoperti a Rogeno nel 2023

Sono stimati invece - cambiando argomento e tornando al ragionamento iniziale - tra gli ottanta e i cento i pusher attivi sul territorio, in prevalenza nel capoluogo, in Alto Lario tra Dervio e Colico nonché nei comuni dell'oggionese attraversati dalla SS36. Si tratta per lo più, secondo le forze dell'ordine, di "ramificati gruppi di spacciatori di origine nordafricana (in specie maghrebina), composti da cosiddette “batterie” (in numero oscillante tra otto e dieci persone). Esse non sono stanziali nella medesima zona boschiva, ma tendono a spostarsi, molto facilmente e rapidamente, da un'area all'altra. Non vi sono, pertanto, luoghi che possano qualificarsi come "piazze di spaccio", registrandosi, piuttosto, un'attività itinerante che risulta di difficile individuazione e, perciò, di contrasto. Non risultano segnalazioni di rilievo con riferimento a fenomeni associativi stabili dediti alla produzione e allo spaccio".
Nel complesso, lo scorso anno, i reati concernenti gli stupefacenti - con autori individuati - sono passati da 44 a 48 (+9,1%). Gli arresti per spaccio da 27 a 38.
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A.M.
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