Varenna: colpì un francesce entrato in una sua proprietà, condannato
È stato condannato a 4 mesi di reclusione (con il beneficio della sospensione condizionale della pena e non menzione) l'imprenditore lariano accusato di lesioni aggravate nei confronti di un cittadino francese, entrato nella notte del 22 maggio 2022 in uno dei locali di sua proprietà, all'epoca in rifacimento.
Titolare di alcune strutture ricettive a Varenna, il 63enne aveva raccontato in Aula di essere stato svegliato intorno alle quattro di notte dall'allarme di una fototrappola da lui piazzata nel ristorante ridotto a cantiere e, una volta giunto sul posto, si sarebbe trovato in presenza dello sconosciuto, che, nel buio, senza annunciarsi, gli sarebbe corso incontro con un braccio proteso. A quel punto l'odierno imputato l'avrebbe colpito con il bastone che in quel periodo – dopo un importante intervento chirurgico alle ginocchia – utilizzava per camminare.
“Semplicemente mi sono spaventato” si era giustificato davanti al giudice. “Nulla sarebbe successo se questa persona si fosse mostrata alla luce, dicendomi perchè fosse lì. Non ci sarebbe stato nessun problema”.
Rischiava dai 6 mesi ai 3 anni (oltre all'aumento della metà previsto per l'utilizzo di un'arma bianca); eppure, sebbene al confronto la pena finale decisa dal giudice Giulia Barazzetta appaia lieve, il dispositivo ha “spiazzato” le parti a fronte della richiesta di assoluzione – per particolare tenuità del fatto - avanzata lo scorso dicembre dalla stessa pubblica accusa, rappresentata in aula nella persona del vpo Mattia Mascaro.
Sgomento il difensore dell'uomo, l'avvocato Fabrizio Consoloni del foro di Lecco, che in sede di requisitoria aveva puntato sulla scriminante della legittima difesa: una tesi che a quanto pare non ha convinto il giudice monocratico.
“La sentenza non la commento ma la impugnerò in Appello” ha dichiarato il legale. “Quello su cui invece occorre riflettere è: cosa deve fare una persona che alle quattro del mattino, in pieno buio, trova una persona in casa sua che gli viene incontro di corsa con un braccio alzato? Scappare?”.
Una soluzione che, peraltro, al suo assistito non sarebbe stata possibile o perlomeno non immediata, trovandosi nel buio circondato da macerie e calcinacci.
Si attendono dunque le motivazioni della sentenza, poi si procederà per il già annunciato Appello.
Titolare di alcune strutture ricettive a Varenna, il 63enne aveva raccontato in Aula di essere stato svegliato intorno alle quattro di notte dall'allarme di una fototrappola da lui piazzata nel ristorante ridotto a cantiere e, una volta giunto sul posto, si sarebbe trovato in presenza dello sconosciuto, che, nel buio, senza annunciarsi, gli sarebbe corso incontro con un braccio proteso. A quel punto l'odierno imputato l'avrebbe colpito con il bastone che in quel periodo – dopo un importante intervento chirurgico alle ginocchia – utilizzava per camminare.
“Semplicemente mi sono spaventato” si era giustificato davanti al giudice. “Nulla sarebbe successo se questa persona si fosse mostrata alla luce, dicendomi perchè fosse lì. Non ci sarebbe stato nessun problema”.
Rischiava dai 6 mesi ai 3 anni (oltre all'aumento della metà previsto per l'utilizzo di un'arma bianca); eppure, sebbene al confronto la pena finale decisa dal giudice Giulia Barazzetta appaia lieve, il dispositivo ha “spiazzato” le parti a fronte della richiesta di assoluzione – per particolare tenuità del fatto - avanzata lo scorso dicembre dalla stessa pubblica accusa, rappresentata in aula nella persona del vpo Mattia Mascaro.
Sgomento il difensore dell'uomo, l'avvocato Fabrizio Consoloni del foro di Lecco, che in sede di requisitoria aveva puntato sulla scriminante della legittima difesa: una tesi che a quanto pare non ha convinto il giudice monocratico.
“La sentenza non la commento ma la impugnerò in Appello” ha dichiarato il legale. “Quello su cui invece occorre riflettere è: cosa deve fare una persona che alle quattro del mattino, in pieno buio, trova una persona in casa sua che gli viene incontro di corsa con un braccio alzato? Scappare?”.
Una soluzione che, peraltro, al suo assistito non sarebbe stata possibile o perlomeno non immediata, trovandosi nel buio circondato da macerie e calcinacci.
Si attendono dunque le motivazioni della sentenza, poi si procederà per il già annunciato Appello.
F.F.