63 caduti e 9 anni di ricerche per individuarli: il lavoro di cuore del colichese Curioni
Sono 63 i colichesi caduti durante nella Grande Guerra. Di ben 33 – dopo una lunghissima ricerca iniziata nel 2015 – sono stati individuati i luoghi di sepoltura. Ulteriori 18 “con grande probabilità sono tumulati tra gli ignoti nei vari sacrari, mentre 10 sono dati per dispersi sui luoghi di battaglia”. Lo racconta Adriano Curioni che, da quasi 9 anni, sta alacremente lavorando per riportare alla memoria il vissuto di questi concittadini che hanno donato la loro vita per la Patria.
“L'interesse per le vicende della Prima Guerra Mondiale in Italia e di conseguenza la voglia di indagare sui Caduti di Colico, è nato grazie a mia figlia Sara che ai tempi del liceo classico si era appassionata alla storiografia di quel periodo – argomenta il 58enne, divenuto dunque accompagnatore della ragazza, per musei, mostre e siti storici. “Mi resi conto di quanto fosse lacunosa la mia conoscenza al riguardo. Fui coinvolto, poi, per collaborare nelle ricerche di un caduto dato per disperso e poi ritrovato e da lì promisi a me stesso che li avrei cercati tutti i 63 colichesi”. Una ricerca, quella dunque condotta da Curioni, fatta in prima battuta di ore passate ad approfondire la storia delle battaglie e a reperire informazioni relative ai dislocamenti delle brigate e dei battaglioni di appartenenza dei concittadini da ricercare nonché degli ospedali militari e da campo che li hanno accolti dopo essere stati feriti sul campo.
“Cercare di trasformare i numeri, le sigle e le matricole in luoghi, unità di soccorso e uomini non è stato semplice per me che, non essendo uno storico, partivo dal nulla. Ho trovato con relativa facilità le notizie riguardanti i reparti di fanteria al fronte, mentre è stato molto più complicato reperire informazioni sui tormentati reparti alpini. Sono tutt’oggi conservati i bollettini di guerra dei Battaglioni e del Comando Supermo (Luigi Cadorna e Armando Diaz), che mi sono stati molto utili nel corso del lavoro; fondamentali ai fini della ricerca sono state anche alcune testimonianze di reduci trovate in rete”.
Consultato poi – e non poteva essere altrimenti, pur nell'impossibilità di recarsi lì spesso di persona – anche l'Archivio di Stato di Como, dove sono conservati ruoli e i fogli matricolari di quasi tutti i soldati. Ruolo fondamentale della ricerca lo hanno giocato infine anche gli appassionati dell’argomento, conosciuti alle varie adunate nazionali delle penne nere a cui il colichese stesso partecipa annualmente con il gruppo locale oppure incontrati sui luoghi della memoria, come i sacrari a più riprese visitati da Curioni.
Alpino nell'anima per rendere ai 63 colichesi il giusto tributo, Adriano ha passato sotto la lente tutti i loro dati, “controllati meticolosamente, tenendo anche in considerazione la possibilità (verificatasi in più di un’occasione) di trovarsi di fronte a nomi storpiati, errati ed incompleti. Questo lungo lavoro mi ha consentito di individuare le sepolture ed i resti di 33 uomini”, di cui tre all'estero.“Penso di aver setacciato almeno 400.000 nominativi, spesso passando notti intere a scorrere elenchi ed esultando quasi esaltato al ritrovamento di uno dei miei - continua ancora il 58enne - Creai dopo oltre un anno di ricerche quasi quotidiane un libro a schede che racchiudeva tutte le informazioni relative. Mi promisi comunque che avrei ulteriormente approfondito e non ho mai smesso di cercare e di recarmi in Sacrari anche oltre confine, Cimiteri di Guerra e sui luoghi dei combattimenti, a volte portando anche famigliari dei Caduti e coinvolgendo anche i miei amici Alpini del Gruppo di Colico”.
Tutto ciò al fine di rendere a questi militari il giusto onere, “arricchendo – al tempo stesso - anche il cuore e rendendo reali, tridimensionali direi, i racconti dei reduci, dei combattenti e i Bollettini di Guerra”. Una ricerca, che ora sta confluendo in un libro, in fase di ultimazione. Un volume che verrà dato alle stampe “non con lo scopo di raggiungere un grande numero di vendite – dice l'autore – Voglio poi che non sia un mero elenco di nomi, di fatti e di luoghi. Lo sto dunque arricchendo dandogli un filo conduttore, parlando delle famiglie, del paese e anche delle mie sensazioni, le emozioni vissute durante questo percorso”.
“Anime nel marmo” il titolo scelto per la pubblicazione con chiaro riferimento al materiale su cui, nei diversi monumenti, sono incisi i nomi dei Caduti, ricordando al tempo stesso come gli stessi non siano per l'appunto solo un elenco da leggere in occasione delle ricorrenze...
“L'interesse per le vicende della Prima Guerra Mondiale in Italia e di conseguenza la voglia di indagare sui Caduti di Colico, è nato grazie a mia figlia Sara che ai tempi del liceo classico si era appassionata alla storiografia di quel periodo – argomenta il 58enne, divenuto dunque accompagnatore della ragazza, per musei, mostre e siti storici. “Mi resi conto di quanto fosse lacunosa la mia conoscenza al riguardo. Fui coinvolto, poi, per collaborare nelle ricerche di un caduto dato per disperso e poi ritrovato e da lì promisi a me stesso che li avrei cercati tutti i 63 colichesi”. Una ricerca, quella dunque condotta da Curioni, fatta in prima battuta di ore passate ad approfondire la storia delle battaglie e a reperire informazioni relative ai dislocamenti delle brigate e dei battaglioni di appartenenza dei concittadini da ricercare nonché degli ospedali militari e da campo che li hanno accolti dopo essere stati feriti sul campo.
“Cercare di trasformare i numeri, le sigle e le matricole in luoghi, unità di soccorso e uomini non è stato semplice per me che, non essendo uno storico, partivo dal nulla. Ho trovato con relativa facilità le notizie riguardanti i reparti di fanteria al fronte, mentre è stato molto più complicato reperire informazioni sui tormentati reparti alpini. Sono tutt’oggi conservati i bollettini di guerra dei Battaglioni e del Comando Supermo (Luigi Cadorna e Armando Diaz), che mi sono stati molto utili nel corso del lavoro; fondamentali ai fini della ricerca sono state anche alcune testimonianze di reduci trovate in rete”.
Consultato poi – e non poteva essere altrimenti, pur nell'impossibilità di recarsi lì spesso di persona – anche l'Archivio di Stato di Como, dove sono conservati ruoli e i fogli matricolari di quasi tutti i soldati. Ruolo fondamentale della ricerca lo hanno giocato infine anche gli appassionati dell’argomento, conosciuti alle varie adunate nazionali delle penne nere a cui il colichese stesso partecipa annualmente con il gruppo locale oppure incontrati sui luoghi della memoria, come i sacrari a più riprese visitati da Curioni.
Alpino nell'anima per rendere ai 63 colichesi il giusto tributo, Adriano ha passato sotto la lente tutti i loro dati, “controllati meticolosamente, tenendo anche in considerazione la possibilità (verificatasi in più di un’occasione) di trovarsi di fronte a nomi storpiati, errati ed incompleti. Questo lungo lavoro mi ha consentito di individuare le sepolture ed i resti di 33 uomini”, di cui tre all'estero.“Penso di aver setacciato almeno 400.000 nominativi, spesso passando notti intere a scorrere elenchi ed esultando quasi esaltato al ritrovamento di uno dei miei - continua ancora il 58enne - Creai dopo oltre un anno di ricerche quasi quotidiane un libro a schede che racchiudeva tutte le informazioni relative. Mi promisi comunque che avrei ulteriormente approfondito e non ho mai smesso di cercare e di recarmi in Sacrari anche oltre confine, Cimiteri di Guerra e sui luoghi dei combattimenti, a volte portando anche famigliari dei Caduti e coinvolgendo anche i miei amici Alpini del Gruppo di Colico”.
Tutto ciò al fine di rendere a questi militari il giusto onere, “arricchendo – al tempo stesso - anche il cuore e rendendo reali, tridimensionali direi, i racconti dei reduci, dei combattenti e i Bollettini di Guerra”. Una ricerca, che ora sta confluendo in un libro, in fase di ultimazione. Un volume che verrà dato alle stampe “non con lo scopo di raggiungere un grande numero di vendite – dice l'autore – Voglio poi che non sia un mero elenco di nomi, di fatti e di luoghi. Lo sto dunque arricchendo dandogli un filo conduttore, parlando delle famiglie, del paese e anche delle mie sensazioni, le emozioni vissute durante questo percorso”.
“Anime nel marmo” il titolo scelto per la pubblicazione con chiaro riferimento al materiale su cui, nei diversi monumenti, sono incisi i nomi dei Caduti, ricordando al tempo stesso come gli stessi non siano per l'appunto solo un elenco da leggere in occasione delle ricorrenze...
Moira Acquistapace