Pasturo: si rinnova la tradizione della benedizione degli animali ('ma non sono figli')
Anche quest'anno la benedizione degli animali per Sant'Antonio ha richiamato a Pasturo numerosi allevatori e privati cittadini che, tutti insieme, hanno poi sfilato per le vie del paese.
Con loro c'erano cavalli, mucche, pecore, capre, alpaca, muli, asini, cani, gatti, conigli e galline: tutti in corteo a seguire l'Apecar con a bordo i musicisti che, con sassofono, fisarmonica e tamburello, hanno animato il vivace serpentone, catalizzando l'attenzione dei residenti e di tutti coloro accorsi a Pasturo proprio per assistere all'iniziativa.
Ad attendere i partecipanti all'arrivo, c'era il parroco don Antonio Fazzini che ha ricordato come gli animali siano "un dono del Signore, perché sono vicini con la loro presenza e offrono a molti l'aiuto di cui hanno bisogno, soprattutto per chi soffre la solitudine".
Sono dunque una presenza amica ma - ha altresì rimarcato il sacerdote prima di procedere alla benedizione di tutte le bestie presenti, sia d'affezione che da reddito - "dobbiamo saperli riconoscere come animali, non come figli" e dunque "nella loro vera identità".
La mattina - non particolarmente fredda, pur essendo gennaio - è trascorsa così in un clima di festa, grazie anche agli organizzatori e dunque ai volontari della Pro Loco e le penne nere del locale Gruppo Alpini che hanno offerto anche bevande calde accompagnate da panettone e biscotti.
Ancora una volta, dunque, è stata data la possibilità a tutti gli interessati, per fede o per "usanza", di ritrovarsi per questo che è diventato un appuntamento fisso di questo primo mese dell'anno.
La Pro Loco ha inoltre colto l'occasione per invitare residenti e non a radunarsi mercoledì 31, alle ore 20,15, presso l'oratorio per poi partire, tutti assieme, con campanacci e altri oggetti rumorosi, per "Trà fò gener", altro evento della tradizione che si chiuderà poi con l'accensione, nei prati antistanti il cimitero, del falò scaccia freddo.
Con loro c'erano cavalli, mucche, pecore, capre, alpaca, muli, asini, cani, gatti, conigli e galline: tutti in corteo a seguire l'Apecar con a bordo i musicisti che, con sassofono, fisarmonica e tamburello, hanno animato il vivace serpentone, catalizzando l'attenzione dei residenti e di tutti coloro accorsi a Pasturo proprio per assistere all'iniziativa.
Ad attendere i partecipanti all'arrivo, c'era il parroco don Antonio Fazzini che ha ricordato come gli animali siano "un dono del Signore, perché sono vicini con la loro presenza e offrono a molti l'aiuto di cui hanno bisogno, soprattutto per chi soffre la solitudine".
Sono dunque una presenza amica ma - ha altresì rimarcato il sacerdote prima di procedere alla benedizione di tutte le bestie presenti, sia d'affezione che da reddito - "dobbiamo saperli riconoscere come animali, non come figli" e dunque "nella loro vera identità".
Ancora una volta, dunque, è stata data la possibilità a tutti gli interessati, per fede o per "usanza", di ritrovarsi per questo che è diventato un appuntamento fisso di questo primo mese dell'anno.
La Pro Loco ha inoltre colto l'occasione per invitare residenti e non a radunarsi mercoledì 31, alle ore 20,15, presso l'oratorio per poi partire, tutti assieme, con campanacci e altri oggetti rumorosi, per "Trà fò gener", altro evento della tradizione che si chiuderà poi con l'accensione, nei prati antistanti il cimitero, del falò scaccia freddo.
M.A.