Calolzio: i 100 anni di Ines, la ''fornarina'' tra ricordi e ancora tanta voglia di vivere
Nonna Ines Falconi, "la fornarina", ha tagliato il traguardo del secolo di vita. L'assessore Tina Balossi con il sindaco Marco Ghezzi hanno incontrato l'anziana calolziese per omaggiarla, anche a nome di tutti i cittadini, in occasione di questo importante compleanno, festeggiato in splendida forma.
Nata a Foresto Sparso, paese sul lago d'Iseo, la neo centenaria è cresciuta nel prestino dei genitori e per questo le era stato attribuito il soprannome di fornarina che si era poi portata per tutta la vita, anche quando era arrivata a Calolzio.
Il trasferimento nel lecchese è avvenuto dopo l'incontro con Silvio Mangili, diventato poi suo marito, che era andato a vedere "la bella ragazza" di Foresto Sparso e se ne era innamorato. Era evidentemente destino. Giunto in paese, infatti, Ines fu la prima persona che vide, impegnata a distribuire le immaginette sacre fuori dalla chiesa.
Fu un vero e proprio colpo di fulmine, tanto che pochi anni dopo i due si sposarono (ancora nel cuore dell'anziana il ricordo del suo abito da nozze ricavato dal telo di un paracadute, ndr) e andarono a vivere a Calolzio, paese di origine dell'uomo.
Ines ha poi trascorso una vita dietro il bancone del negozio di alimentari e macelleria in via Fratelli Calvi, facendosi ben volere e apprezzare dai calolziesi che accoglieva sempre con un sorriso e con affabilità.
Una lunga vita fatta di lavoro ma anche di tanti legami e amicizie, pur con il periodo tribolato della guerra con il ricordo dello scampato pericolo per una mitragliata di aereo che le aveva provocato una settimana di febbre alta.
Una famiglia numerosa la sua (un po' come quella di origine - erano infatti in sette tra fratelli e sorelle) con cinque figli, dieci nipoti e 9 pronipoti che la circondano oggi di ogni affetto e premeura.
Nonostante gli anni, Ines è ancora lucida e mantiene il sorriso che l'ha contraddistinta per tutta la sua vita e la golosità che quasi ogni giorno soddifa con cioccolata, panna e gelato.
Per nulla stanca, ha salutato gli amministratori, accolti dalle figlie Marilena, Licia e Paola, recatisi da lei per gli auguri con un desiderio che diventa monito: "Voglio vivere, perchè la vita merita di essere vissuta".
Nata a Foresto Sparso, paese sul lago d'Iseo, la neo centenaria è cresciuta nel prestino dei genitori e per questo le era stato attribuito il soprannome di fornarina che si era poi portata per tutta la vita, anche quando era arrivata a Calolzio.
Il trasferimento nel lecchese è avvenuto dopo l'incontro con Silvio Mangili, diventato poi suo marito, che era andato a vedere "la bella ragazza" di Foresto Sparso e se ne era innamorato. Era evidentemente destino. Giunto in paese, infatti, Ines fu la prima persona che vide, impegnata a distribuire le immaginette sacre fuori dalla chiesa.
Fu un vero e proprio colpo di fulmine, tanto che pochi anni dopo i due si sposarono (ancora nel cuore dell'anziana il ricordo del suo abito da nozze ricavato dal telo di un paracadute, ndr) e andarono a vivere a Calolzio, paese di origine dell'uomo.
Ines ha poi trascorso una vita dietro il bancone del negozio di alimentari e macelleria in via Fratelli Calvi, facendosi ben volere e apprezzare dai calolziesi che accoglieva sempre con un sorriso e con affabilità.
Una lunga vita fatta di lavoro ma anche di tanti legami e amicizie, pur con il periodo tribolato della guerra con il ricordo dello scampato pericolo per una mitragliata di aereo che le aveva provocato una settimana di febbre alta.
Una famiglia numerosa la sua (un po' come quella di origine - erano infatti in sette tra fratelli e sorelle) con cinque figli, dieci nipoti e 9 pronipoti che la circondano oggi di ogni affetto e premeura.
Appassionata di viaggi, come lo era da giovane quando con i genitori e i fratelli raggiungevano in treno le città per visitare mostre e musei, Ines ricorda ancora con piacere quando, all'età di 50 anni, da sola era volata a Johannesburg per incontrare la figlia Marilena con la nipote.
Pur non avendo potuto completare gli studi per via delle necessità in casa, la passione per la letteratura e la curiosità per il sapere non l'hanno mai abbandonata.
Alla lettura ha abbinnato la scrittura componendo anche una poesia dal titolo "La bambola di pezza", a ricordo del un gioco preferito (una bambola di pezza confezionata da Eleonora, un'amica ebrea) e un'altra lasciata come testamento alla sua famiglia.
E' primavera
Ogni giorno aiuto Eleonora nel pascolo.
Col bastone richiamo la mandria,
ed ella intanto trova il tempo
di cucirmi in dono
una bambola di pezza.
Nel sacco dei cenci luccichio di lustrini,
ogni sorta di colori ti trovi tra le mani.
Il bianco per la sposa
il nero per la signora
lo scialle per la contadina
il rosso per la gitana.
E' il tesoro più bello, più prezioso,
più caro che possiedo.
Sono convinta abbia
un'anima; ed io le parlo
e la vesto come una regina.
Nonostante gli anni, Ines è ancora lucida e mantiene il sorriso che l'ha contraddistinta per tutta la sua vita e la golosità che quasi ogni giorno soddifa con cioccolata, panna e gelato.
Per nulla stanca, ha salutato gli amministratori, accolti dalle figlie Marilena, Licia e Paola, recatisi da lei per gli auguri con un desiderio che diventa monito: "Voglio vivere, perchè la vita merita di essere vissuta".