Galbiate: due iniziative per Il Giorno della Memoria
Sono due le iniziative organizzate a Galbiate in occasione del Giorno della Memoria. Tutti gli eventi si svolgeranno presso l’auditorium situato in Piazza Cesare Golfari. Giovedì 25 gennaio l’ANPI Galbiate – Sezione Giulio Bonacina, propone un incontro con Sergio Giuntini, presidente della Società Italiana di Storia dello Sport e autore del libro “Storia dello sport ebraico in Italia e in Europa. Dal «Muskelijudentum» alla Shoahal”. L’evento gode del patrocinio del comune di Galbiate, del Parco Monte Barro e del MEAB.Si terrà invece il 26 gennaio alle 21 la mostra – concerto organizzata dall’assessorato alla cultura di Galbiate in collaborazione con Fondazione Memoria della Deportazione – Biblioteca Archivio Pina e Aldo Ravelli.
Questo progetto si articola in due parti, una espositiva ed una musicale. La parte espositiva, dal titolo "Arte e satira tra resistenza e cronaca di guerra", è costituita da una quarantina di tavole in formato A3 che riproducono una serie di disegni. Gli autori sono un trio di giornalisti russi dell'epoca bellica noti con l'acronimo di "Kukriniksy". Essi prendevano di mira, con i loro disegni satirici, la propaganda espansionista ed imperialista di Hitler, nonché le pretese di superiorità razziale. Gli originali, che Natalya Chesnova è andata a scovare presso il Museo della Seconda Guerra Mondiale e la Nuova Biblioteca Nazionale di Minsk, erano stampati su tutti i generi di prima necessità distribuiti alle truppe sovietiche e alla popolazione resistente (cioccolata, munizioni, sigarette, latte in polvere...) con lo scopo di rendere grottesco, e quindi meno temibile, il nemico. Tutti i disegni hanno didascalie in italiano.La seconda parte del progetto prevede invece un concerto, articolato a sua volta in due momenti senza intervallo. La prima sezione di brani è una scelta di canzoni di vita quotidiana delle comunità ebraiche e Rom dell'est Europa, ed ha un tono decisamente leggero, spensierato. Si intende sottolineare il fatto che la vita di coloro che poi furono fatti oggetto di persecuzioni si svolgeva in un clima di perfetta integrazione sociale, economica e culturale: suoneremo canzoni del cabaret ebraico di Odessa, romanze che traggono ispirazione dalle Sacre Scritture, musiche e canzoni del Teatro Romèn di Mosca, il teatro stabile dedicato alla cultura Rom nel cuore dell'Unione Sovietica, in un succedersi di brani assolutamente molto vario nei temi e nelle timbriche.
Nella seconda parte del concerto entriamo decisamente nel tema, con canzoni e testimonianze delle deportazioni e della vita dei campi di concentramento, trasmesse da chi è sopravvissuto, da chi pur non tornando a casa riuscì a fare uscire il suo ultimo messaggio, o da chi vide deportare i propri cari. Noi cantiamo in yiddish, russo, italiano, francese, romanès, catalano. Ogni canzone è chiaramente spiegata.
Parte integrante della mostra è anche una sezione di suggerimenti di lettura, con la presentazione di alcuni testi che demoliscono, anche dal punto di vista scientifico, i presunti fondamenti biologici del razzismo. L’obiettivo in questo caso è rendere attuale e vivo un argomento che rischia di apparire sempre più lontano a causa della progressiva ed inevitabile scomparsa dei testimoni di quegli eventi.
Questo progetto si articola in due parti, una espositiva ed una musicale. La parte espositiva, dal titolo "Arte e satira tra resistenza e cronaca di guerra", è costituita da una quarantina di tavole in formato A3 che riproducono una serie di disegni. Gli autori sono un trio di giornalisti russi dell'epoca bellica noti con l'acronimo di "Kukriniksy". Essi prendevano di mira, con i loro disegni satirici, la propaganda espansionista ed imperialista di Hitler, nonché le pretese di superiorità razziale. Gli originali, che Natalya Chesnova è andata a scovare presso il Museo della Seconda Guerra Mondiale e la Nuova Biblioteca Nazionale di Minsk, erano stampati su tutti i generi di prima necessità distribuiti alle truppe sovietiche e alla popolazione resistente (cioccolata, munizioni, sigarette, latte in polvere...) con lo scopo di rendere grottesco, e quindi meno temibile, il nemico. Tutti i disegni hanno didascalie in italiano.La seconda parte del progetto prevede invece un concerto, articolato a sua volta in due momenti senza intervallo. La prima sezione di brani è una scelta di canzoni di vita quotidiana delle comunità ebraiche e Rom dell'est Europa, ed ha un tono decisamente leggero, spensierato. Si intende sottolineare il fatto che la vita di coloro che poi furono fatti oggetto di persecuzioni si svolgeva in un clima di perfetta integrazione sociale, economica e culturale: suoneremo canzoni del cabaret ebraico di Odessa, romanze che traggono ispirazione dalle Sacre Scritture, musiche e canzoni del Teatro Romèn di Mosca, il teatro stabile dedicato alla cultura Rom nel cuore dell'Unione Sovietica, in un succedersi di brani assolutamente molto vario nei temi e nelle timbriche.
Nella seconda parte del concerto entriamo decisamente nel tema, con canzoni e testimonianze delle deportazioni e della vita dei campi di concentramento, trasmesse da chi è sopravvissuto, da chi pur non tornando a casa riuscì a fare uscire il suo ultimo messaggio, o da chi vide deportare i propri cari. Noi cantiamo in yiddish, russo, italiano, francese, romanès, catalano. Ogni canzone è chiaramente spiegata.
Parte integrante della mostra è anche una sezione di suggerimenti di lettura, con la presentazione di alcuni testi che demoliscono, anche dal punto di vista scientifico, i presunti fondamenti biologici del razzismo. L’obiettivo in questo caso è rendere attuale e vivo un argomento che rischia di apparire sempre più lontano a causa della progressiva ed inevitabile scomparsa dei testimoni di quegli eventi.
Date evento
giovedì, 25 gennaio 2024
venerdì, 26 gennaio 2024