Sull'autonomia differenzata condividiamo il giudizio dell'ex governatore Roberto Formigoni
"Verrà approvato, ma non se ne farà nulla": con questo giudizio lapidario Roberto Formigoni, ex governatore della Lombardia, giudica la nuova riforma sull'autonomia differenziata voluta dal Governo. Non si può che condividere l'attenta analisi fatta dall'ex Presidente in merito al concetto di autonomia, che per funzionare dovrebbe basarsi sui principi espressi chiaramente nella Costituzione e non dovrebbe comportare invece un ulteriore esborso da parte dello Stato alle Regioni per l'attuazione delle competenze conferite.
L'impressione per i non addetti ai lavori, è che il Governo abbia imbastito una riforma astrusa, quando sarebbe bastato applicare quanto presente nel Titolo V della Costituzione, riformato nel 2001.
L'autonomia in Costituzione prevede il passaggio dallo Stato alle Regioni delle competenze scelte da queste ultime e delle relative risorse statali per attuarle. La vera sfida o "scommessa" come la definisce Formigoni, è quindi fare meglio dello Stato con le stesse risorse. La riforma presentata in Senato invece prevede ulteriori compensi alle Regioni richiedenti le competenze, atti a garantire i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP): quindi ulteriori soldi! Paradossalmente lo Stato andrebbe a pagare di più, servizi che è attualmente in grado di soddisfare con costi inferiori!
In parole povere un pasticcio! Comprendiamo il motivo per cui l'ex Presidente abbia fatto sentire la sua voce, che è anche la voce di tutti coloro che vorrebbero vedere migliorare il proprio Paese anziché appiattirsi su un livello di mediocrità inaccettabile.
L'autonomia dovrebbe essere uno strumento per rendere le Regioni e quindi lo Stato, più virtuosi e non, come si spesso si è detto a riguardo dell'attuale riforma, un sistema per diminuire il divario NordSud. L'eliminazione o la diminuzione delle differenze tra le varie Regioni potrà essere raggiunto solo ed esclusivamente con il buon governo a tutti i livelli amministrativo. Per questo, prima ancora di una riforma sull'autonomia, occorrerebbe una riforma sulla classe politica, ma sfortunatamente non ne vediamo all'orizzonte la realizzazione.
Ci auguriamo che la classe politica, anche quella della nostra Provincia, sappia fare tesoro delle parole espresse da colui che per primo ha voluto e si è battuto per l'autonomia della nostra Regione e che la ha portata ai massimi livelli nazionali ed internazionali.
Livelli che sono ormai solo un antico ricordo, come quando le proposte erano concretezza e non specchietto per elettori, scambiati per allodole!
L'impressione per i non addetti ai lavori, è che il Governo abbia imbastito una riforma astrusa, quando sarebbe bastato applicare quanto presente nel Titolo V della Costituzione, riformato nel 2001.
L'autonomia in Costituzione prevede il passaggio dallo Stato alle Regioni delle competenze scelte da queste ultime e delle relative risorse statali per attuarle. La vera sfida o "scommessa" come la definisce Formigoni, è quindi fare meglio dello Stato con le stesse risorse. La riforma presentata in Senato invece prevede ulteriori compensi alle Regioni richiedenti le competenze, atti a garantire i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP): quindi ulteriori soldi! Paradossalmente lo Stato andrebbe a pagare di più, servizi che è attualmente in grado di soddisfare con costi inferiori!
In parole povere un pasticcio! Comprendiamo il motivo per cui l'ex Presidente abbia fatto sentire la sua voce, che è anche la voce di tutti coloro che vorrebbero vedere migliorare il proprio Paese anziché appiattirsi su un livello di mediocrità inaccettabile.
L'autonomia dovrebbe essere uno strumento per rendere le Regioni e quindi lo Stato, più virtuosi e non, come si spesso si è detto a riguardo dell'attuale riforma, un sistema per diminuire il divario NordSud. L'eliminazione o la diminuzione delle differenze tra le varie Regioni potrà essere raggiunto solo ed esclusivamente con il buon governo a tutti i livelli amministrativo. Per questo, prima ancora di una riforma sull'autonomia, occorrerebbe una riforma sulla classe politica, ma sfortunatamente non ne vediamo all'orizzonte la realizzazione.
Ci auguriamo che la classe politica, anche quella della nostra Provincia, sappia fare tesoro delle parole espresse da colui che per primo ha voluto e si è battuto per l'autonomia della nostra Regione e che la ha portata ai massimi livelli nazionali ed internazionali.
Livelli che sono ormai solo un antico ricordo, come quando le proposte erano concretezza e non specchietto per elettori, scambiati per allodole!
Andrea Secchi - Coordinatore Cantiere Lecco