Un amichevole, sorridente, ironico compagno di cammino
Come posso io non celebrarti vita? Sorprendendo un po’ tutti noi del Centro Culturale Alessandro Manzoni, Giulio Boscagli qualche anno fa aveva tanto insistito perché quella strofa della canzonetta di Jovanotti facesse da titolo ad un incontro pubblico dedicato alle persone in stato vegetativo. Perché Giulio - appassionato studioso della filosofia e della teologia francese e tedesca, acuto lettore di Papa Benedetto XVI e dell’amico cardinale Angelo Scola - non si è mai lasciato sfuggire anche una sola scintilla di quel grande inno alla bellezza e alla gioia che è la nostra vita. Era convintissimo di questo, forte della sua fede trasformata dall’incontro con la Gioventù Studentesca di don Luigi Giussani e poi cresciuta in Comunione e Liberazione.
Una fede cristiana che ha sempre informato i suoi passi e l’ha fatto anche instancabile animatore della vita culturale lecchese. Negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso con l’attività dell’Unità di Transizione Lecco Uno; in tempi recenti, dopo il lungo e fecondo periodo dell’impegno diretto in politica, dentro il nostro Centro Culturale Alessandro Manzoni. Giulio Boscagli ci ha aiutati, in questi tempi troppo spesso superficiali e liquidi, a misurarci con i punti fermi di quella tradizione religiosa e culturale, sempre cattolica e popolare, che ha innervato l’esistenza della nostra gente e della nostra terra per secoli. E insieme ci ha insegnato, pur nell’affermazione tenace delle nostre convinzioni, ad accogliere cordialmente la sfida del mondo moderno e di chi ha idee diverse.
La sua e la nostra vita Giulio Boscagli l’ha celebrata fino in fondo anche nelle ultime settimane profondamente segnate dalla malattia, certo di quell’altra infinita Vita che l’ha ora abbracciato dopo avercelo fatto amichevole, sorridente, ironico compagno di cammino.
Arrivederci Giulio, a Dio.
Una fede cristiana che ha sempre informato i suoi passi e l’ha fatto anche instancabile animatore della vita culturale lecchese. Negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso con l’attività dell’Unità di Transizione Lecco Uno; in tempi recenti, dopo il lungo e fecondo periodo dell’impegno diretto in politica, dentro il nostro Centro Culturale Alessandro Manzoni. Giulio Boscagli ci ha aiutati, in questi tempi troppo spesso superficiali e liquidi, a misurarci con i punti fermi di quella tradizione religiosa e culturale, sempre cattolica e popolare, che ha innervato l’esistenza della nostra gente e della nostra terra per secoli. E insieme ci ha insegnato, pur nell’affermazione tenace delle nostre convinzioni, ad accogliere cordialmente la sfida del mondo moderno e di chi ha idee diverse.
La sua e la nostra vita Giulio Boscagli l’ha celebrata fino in fondo anche nelle ultime settimane profondamente segnate dalla malattia, certo di quell’altra infinita Vita che l’ha ora abbracciato dopo avercelo fatto amichevole, sorridente, ironico compagno di cammino.
Arrivederci Giulio, a Dio.
Gianluca Bezzi e gli amici del Centro Culturale Alessandro Manzoni