Un saluto a Giulio partendo da un episodio degli anni '80
Pensando in questi giorni a Giulio Boscagli mi è tornato in mente un episodio sul finire degli anni 80.
Giulio era sindaco della città e io giovanissimo segretario cittadino del PCI di Lecco.
Erano momenti di fibrillazione e accesa discussione in consiglio comunale fra la maggioranza che sosteneva il sindaco e la minoranza rappresentata in particolare dal Partito Comunista.
Giulio mi chiamo per chiedermi se si potesse fare un incontro con qualcuno del gruppo del PCI per vedere di trovare dei punti di caduta e una condivisione dei problemi che erano all'epoca in discussione.
Chiamai l'amico Vittorio Addis, allora capogruppo PCI in consiglio comunale e diedi ad entrambi un appuntamento domenicale a casa mia per un confronto costruttivo fra le parti.
Quel giorno ero a Sirone da amici e mi accorsi di essere in clamoroso ritardo perché mi scordai l'ora giusta dell'appuntamento, quando arrivai a casa trovai Giulio e Vittorio nel parco del residence dove abitavo che chiaccheravano amabilmente e avevano salutato diverse persone residenti che vedendoli assieme aggirarsi all'interno del sito si saranno chiesti cosa ci facessero sindaco e il capo dell'opposizione in quel posto.
Ovviamente quando arrivai bonariamente mi mandarono a quel paese per il ritardo e perché la riservatezza dell'incontro era ormai saltata, poi entrammo in casa a discutere dei problemi della città.
Ho voluto partire da questo episodio per ricordare Giulio Boscagli perché era un'epoca diversa da quella che stiamo vivendo, un'epoca dove il rispetto per l'avversario politico era totale, che portava un Sindaco a tentare sempre la mediazione, a cercare la condivisione e la relazione corretta all'interno dell'istituzione municipale, nonostante il clima ideologico agguerrito.
Con Giulio durante il suo mandato ci sentivamo spesso e comunque essendo amici il rapporto era facilitato e confidenziale.
Ci sono tanti altri momenti in cui ci siamo trovati in percorsi condivisi dalla nascita dell'istituto scolastico "Pietro Scola" alle relazioni tra le nostre famiglie.
Credo che a Giulio vada riconosciuto il suo amore autentico per la città di Lecco, il suo impegno verso l'istruzione e l'educazione delle giovani generazioni, la passione per la nobile arte della politica quella che guarda ai risultati e non supinamente agli schieramenti.
Durante il suo mandato nel 1987 qualche " buontempone" non trovo di meglio che far pubblicare sul corriere della sera una macabra e falsa notizia della sua morte.
Mi ricordo che ci ridemmo su e gli dissi che gli avevano allungato la vita anche se ovviamente l'episodio era stato tutt'altro che piacevole.
Ora che quel momento è prematuramente arrivato, anche a nome di Appello per Lecco, voglio ringraziare Giulio per quello che ha voluto e potuto fare per la nostra città e comunità.
Grazie per il tuo impegno, per la condivisione dei momenti, per esserci stato sul piano culturale, sociale e politico.
A Annamaria alla sua numerosa famiglia un abbraccio e le più sentite condoglianze.
Giulio era sindaco della città e io giovanissimo segretario cittadino del PCI di Lecco.
Erano momenti di fibrillazione e accesa discussione in consiglio comunale fra la maggioranza che sosteneva il sindaco e la minoranza rappresentata in particolare dal Partito Comunista.
Giulio mi chiamo per chiedermi se si potesse fare un incontro con qualcuno del gruppo del PCI per vedere di trovare dei punti di caduta e una condivisione dei problemi che erano all'epoca in discussione.
Chiamai l'amico Vittorio Addis, allora capogruppo PCI in consiglio comunale e diedi ad entrambi un appuntamento domenicale a casa mia per un confronto costruttivo fra le parti.
Quel giorno ero a Sirone da amici e mi accorsi di essere in clamoroso ritardo perché mi scordai l'ora giusta dell'appuntamento, quando arrivai a casa trovai Giulio e Vittorio nel parco del residence dove abitavo che chiaccheravano amabilmente e avevano salutato diverse persone residenti che vedendoli assieme aggirarsi all'interno del sito si saranno chiesti cosa ci facessero sindaco e il capo dell'opposizione in quel posto.
Ovviamente quando arrivai bonariamente mi mandarono a quel paese per il ritardo e perché la riservatezza dell'incontro era ormai saltata, poi entrammo in casa a discutere dei problemi della città.
Ho voluto partire da questo episodio per ricordare Giulio Boscagli perché era un'epoca diversa da quella che stiamo vivendo, un'epoca dove il rispetto per l'avversario politico era totale, che portava un Sindaco a tentare sempre la mediazione, a cercare la condivisione e la relazione corretta all'interno dell'istituzione municipale, nonostante il clima ideologico agguerrito.
Con Giulio durante il suo mandato ci sentivamo spesso e comunque essendo amici il rapporto era facilitato e confidenziale.
Ci sono tanti altri momenti in cui ci siamo trovati in percorsi condivisi dalla nascita dell'istituto scolastico "Pietro Scola" alle relazioni tra le nostre famiglie.
Credo che a Giulio vada riconosciuto il suo amore autentico per la città di Lecco, il suo impegno verso l'istruzione e l'educazione delle giovani generazioni, la passione per la nobile arte della politica quella che guarda ai risultati e non supinamente agli schieramenti.
Durante il suo mandato nel 1987 qualche " buontempone" non trovo di meglio che far pubblicare sul corriere della sera una macabra e falsa notizia della sua morte.
Mi ricordo che ci ridemmo su e gli dissi che gli avevano allungato la vita anche se ovviamente l'episodio era stato tutt'altro che piacevole.
Ora che quel momento è prematuramente arrivato, anche a nome di Appello per Lecco, voglio ringraziare Giulio per quello che ha voluto e potuto fare per la nostra città e comunità.
Grazie per il tuo impegno, per la condivisione dei momenti, per esserci stato sul piano culturale, sociale e politico.
A Annamaria alla sua numerosa famiglia un abbraccio e le più sentite condoglianze.
Corrado Valsecchi, Appello per Lecco