Dervio: ''Lucie'' in miniatura. A realizzarle Paolo D'Agostini, pescatore

Sono diventate il simbolo del Lario: belle, silenziose ed eleganti, non danno quasi nell’occhio al loro passaggio sulle acque. Sono le ''Lucie'', le celebri barche a remi divenute famose grazie al Manzoni per le vicende legate alla storia d’amore tra Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, costretta a lasciare Lecco su una di queste imbarcazioni. 
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Nel 1500 circa i pescatori del lago di Como progettarono e realizzarono questi natanti come barche da pesca, per il trasporto del pescato dalle acque fino a riva. Caratterizzata da un fondo piatto nella parte sommersa, mentre nella parte superiore da tre cerchi in legno, uniti da un travetto longitudinale – che in origine aveva lo scopo di sostenere la tenda a protezione dei passeggeri dalle agenti atmosferici – con il passare del tempo l'imbarcazione ha conosciuto una trasformazione dello spazio interno, che da trasporto merci è divenuto trasporto persone, alloggiando delle lunghe panche su cui i passeggeri potevano tranquillamente solcare le acque lacustri. Successivamente, con l’avvento di altri materiali di costruzione, come le resine e dei motori, questi natanti hanno lasciato il posto ad altre imbarcazioni, diminuendo sempre di numero, fino a giungere ai giorni nostri, a pochi esemplari, gestiti da alcuni gruppi storici lariani. 
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Il derviese Paolo D'Agostini

Sicuramente il fascino di queste imbarcazioni non è diminuito e in diverse occasioni i tour sulla ''Lucia'' proposti da questi gruppi remieri, attirano sempre un numeroso pubblico. Per un Laghèe dunque, il simbolo del proprio lago è questa imbarcazione e perché non poterla avere – ovviamente in dimensioni ridotte rispetto quella reale che ha una lunghezza di 6 metri circa, per una larghezza di due – in una riproduzione identica, all’interno della propria abitazione? Una miniatura, che riproduca in ogni particolare il ''Batell'' come veniva chiamata un tempo. 
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A Dervio tutto questo è divenuto possibile grazie a Paolo D’Agostini, che da tre anni circa si diletta a realizzare dei modellini della tipica imbarcazione lecchese. ''E’ iniziata come una sfida con me stesso'' ci dice il 68enne. ''Volevo mettermi alla prova e vedere se ero in grado di riprodurre la Lucia''. A giudicare dai risultati, possiamo dire che è riuscito nel suo intento e con un ottimo esito. Tutto ha origine da alcuni pannelli in multistrato di abete da 3 centimetri; da qui vengono ricavate le forme delle sponde laterali, le quali sono poi collocate all’interno di una struttura per dare la piegatura tipica dell’imbarcazione, poi incollate e lasciate in posa per circa 24 ore.
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Successivamente da un altro pannello di impiallacciato - questa volta di un solo centimetro per facilitare la piegatura - vengono tagliate tre strisce che poi, una volta sagomate (dopo essere state bagnate e asciugate per rendere più agevole la formatura) formeranno i tre cerchi di copertura del piccolo natante.
Ricavato il fondo piatto da un altro pannello, dopo essere assemblato al resto con della colla per legno, vengono posti gli elementi interni, come la prua e la poppa, oltre quelle che riproducono le panche, poi il porta remi e i remi stessi. A questo punto la miniatura è pronta per essere colorata, con tinte a scelta e fantasia del creativo derviese, che potrebbe essere definito un ''maestro d’ascia'' delle Lucie in miniatura, tanto è la sua attenzione e cura nel riprodurre il simbolo del Lago di Como. 
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Pescatore appassionato, ''Pupo'' - come è conosciuto nell’Alto Lario - non disdegna di uscire in barca, nelle belle giornate di sole, che anche questo inverno sta regalando qui sul lago, per una ''pescata e per godere del lago e delle meraviglie che offre''.
M.A.
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