Parlasco: la creatività di Mauro, che con il legno intreccia gerle
Castagno, noce e nocciolo: sono queste le varietà di legno scelte da Mauro Busi per realizzare le gerle con cui da tempo è conosciuto in tutta la Valsassina. L’uomo, infatti, da almeno tre decenni si è avvicinato all’arte dell’intreccio, non come una vera e propria attività artigianale ma piuttosto come un’abilità comune a molti contadini, che apprendevano nell’adolescenza e a cui si dedicavano tra una pausa e l’altra, come ha fatto il parlaschese. Oggi questi manufatti sono quasi oggetti da collezione, gradualmente sostituiti nella quotidianità da contenitori realizzati in altri materiali.
Busi, dopo essersi sposato, ha avuto la necessità di trasportare la legna fino alla sua abitazione – posta al secondo piano di un edificio nel borgo affrescato – e ha chiesto allo zio di realizzare per lui una gerla che fosse adatta allo scopo.
Il parente ha quindi spronato il nipote a realizzare da solo il contenitore, ed è così che, con il suo aiuto, Mauro ha iniziato ad avvicinarsi e ad appassionarsi a questa antica arte, totalmente diversa dall’attività che svolgeva quotidianamente, ovvero il lavoro di magazziniere tuttofare in una officina di forgiatura valsassinese.
Pian piano le tecniche di intreccio utilizzate dall’uomo si sono sempre più affinate e la sua abilità e creatività lo hanno portato ad essere conosciuto e richiesto in diverse sagre paesane in cui la tecnica di questo antico mestiere attira e incuriosisce per le varie fasi della lavorazione e realizzazione dei manufatti. Partendo da una base ottenuta dalla lavorazione di un pezzo a forma rettangolare di legno di noce, vengono praticati dei fori e dei tagli in cui sono collocate delle “spadole” – che all’estremità hanno una sporgenza, ricavata dalla piallatura del materiale, che non viene affinato fino in fondo durante la sua lavorazione – di cui quattro vengono infilate dal basso sulla base e le altre quindici in senso contrario.
"Per quanto riguarda i giunchi intrecciati utilizzo dei rami di nocciolo, che lavoro in modo da ottenere delle fettucce sottili” ci ha spiegato Busi. "Anche quest'ultimo procedimento è molto delicato: viene applicata una piccola incisione all’estremità del ramo, che poi, con molta delicatezza, viene piegato contro il ginocchio per ottenere il distacco della striscia sottile che, una volta rifilata per renderla più lineare, verrà intrecciata attorno alle spadole, che alla base hanno la forma stretta e man mano che si sale verso l’estremità della gerla hanno un diametro maggiore”. Vedendo gli oggetti finiti, non ci si rende conto dell’enorme quantità di fettuccia di nocciolo utilizzata. "Eppure ce ne sono 90 metri” assicura il valsassinese, mentre per una cesta ornamentale sono "solo" 25; le ore di lavoro variano da 10, per quelli piccoli, fino a salire per i più grandi.
Non solo intrecci per le gerle, però, per Mauro, che si sta dedicando anche alla realizzazione di scale a pioli, di varie misure, soprattutto da utilizzare a scopo decorativo, come tanti altri oggetti che, grazie alla sua fantasia e creatività, prendono forma nel suo laboratorio al piano terreno della sua abitazione.
Busi, dopo essersi sposato, ha avuto la necessità di trasportare la legna fino alla sua abitazione – posta al secondo piano di un edificio nel borgo affrescato – e ha chiesto allo zio di realizzare per lui una gerla che fosse adatta allo scopo.
Il parente ha quindi spronato il nipote a realizzare da solo il contenitore, ed è così che, con il suo aiuto, Mauro ha iniziato ad avvicinarsi e ad appassionarsi a questa antica arte, totalmente diversa dall’attività che svolgeva quotidianamente, ovvero il lavoro di magazziniere tuttofare in una officina di forgiatura valsassinese.
Pian piano le tecniche di intreccio utilizzate dall’uomo si sono sempre più affinate e la sua abilità e creatività lo hanno portato ad essere conosciuto e richiesto in diverse sagre paesane in cui la tecnica di questo antico mestiere attira e incuriosisce per le varie fasi della lavorazione e realizzazione dei manufatti. Partendo da una base ottenuta dalla lavorazione di un pezzo a forma rettangolare di legno di noce, vengono praticati dei fori e dei tagli in cui sono collocate delle “spadole” – che all’estremità hanno una sporgenza, ricavata dalla piallatura del materiale, che non viene affinato fino in fondo durante la sua lavorazione – di cui quattro vengono infilate dal basso sulla base e le altre quindici in senso contrario.
"Per quanto riguarda i giunchi intrecciati utilizzo dei rami di nocciolo, che lavoro in modo da ottenere delle fettucce sottili” ci ha spiegato Busi. "Anche quest'ultimo procedimento è molto delicato: viene applicata una piccola incisione all’estremità del ramo, che poi, con molta delicatezza, viene piegato contro il ginocchio per ottenere il distacco della striscia sottile che, una volta rifilata per renderla più lineare, verrà intrecciata attorno alle spadole, che alla base hanno la forma stretta e man mano che si sale verso l’estremità della gerla hanno un diametro maggiore”. Vedendo gli oggetti finiti, non ci si rende conto dell’enorme quantità di fettuccia di nocciolo utilizzata. "Eppure ce ne sono 90 metri” assicura il valsassinese, mentre per una cesta ornamentale sono "solo" 25; le ore di lavoro variano da 10, per quelli piccoli, fino a salire per i più grandi.
Non solo intrecci per le gerle, però, per Mauro, che si sta dedicando anche alla realizzazione di scale a pioli, di varie misure, soprattutto da utilizzare a scopo decorativo, come tanti altri oggetti che, grazie alla sua fantasia e creatività, prendono forma nel suo laboratorio al piano terreno della sua abitazione.
M.A.