Amarcord, verso la partita: quei tre lecchesi a Catanzaro

I blucelesti del Lecco sono in trasferta a Catanzaro dove giocano questa sera, alle ore 20.30, contro la locale formazione giallorossa. Le memorie delle partite disputate tra le due squadre riportano alla ribalta una fotografia “storica” di ormai quasi 70 anni fa, quando tre ragazzi di Pescarenico si trovarono a giocare nella città calabrese: il primo, Gianni Corti, con la maglia della formazione locale; gli altri due, Silvio Franchi e Giuseppe Logaglio, con la casacca bluceleste. Un'immagine che fece il giro, allora, di tutti i ritrovi di Pescarenico, a iniziare dal Caffè Sport della conosciuta Liliana Lepratti, e passò anche in numerose famiglie.
Gianin Corti, classe 1926, lecchese del Piscen, è scomparso nel luglio 2003; abitava da oltre trent’anni a Mandello del Lario. Il suo destino calcistico è stato davvero singolare. In tanti anni di carriera, girando su e giù nella penisola, ha giocato poco nella squadra della città natale: è stato a Catanzaro, La Spezia, Pavia, Gallarate, Seregno, Sondrio e Chiavenna, concludendo al Manara di Barzanò. Aveva debuttato al vecchio Cantarelli nel 1943, in prima squadra a soli 17 anni nella formazione “di guerra”, quando alcuni allievi venivano promossi titolari per sopperire alla mancanza di atleti chiamati al servizio militare. In quella squadra giocò Mario Rigamonti che sarà centromediano del grande Torino, scomparso nel disastro aereo di Superga del maggio 1949 e al quale è dedicato lo stadio dal 1950.
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Da sinistra Logaglio, Gianin Corti e Franchi a Catanzaro

Gianin Corti ricordava in particolare una vittoria casalinga del Catanzaro sul Lecco per 3 a 1 con una sua tripletta nel campionato di C 1955/1956. Quella partita è ben ricordata dal lecchese Carlo Benaglio della nota famiglia della storica pasticceria di via Mascari; debuttò nel Lecco che aveva seguito come componente di rincalzo nel caso di dover sostituire giocatori impediti a scendere in campo. E infatti quel giorno, il 30 ottobre 1955, Benaglio fu schierato in emergenza nel ruolo di centravanti mentre in squadra aveva sempre occupato quello di centromediano; è stata la prima delle sei partite che quest'ultimo, classe 1934, ora residente in via Carlo Porta, ha giocato nel Lecco in quel campionato di Serie C. In una intervista a un quotidiano locale nella primavera 2003 Gianin Corti sottolineò con molto dispiacere di non essere più tornato a Catanzaro dal lontano 1955. Con la consorte Angela ricordò anche gli interminabili viaggi con la Freccia del Sud, da Milano a Catanzaro: 24 ore di treno. Gianin divenne un beniamino dei tifosi giallorossi. 
I due blucelesti della foto sono Silvio Franchi, detto Sisso, classe 1932, che giocherà in Serie A con la Roma e il Lecco. L’altro è il ventenne Giuseppe Logaglio che sarà poi nella Lazio e nel Bari. Il suo passaggio in biancoceleste verrà accompagnato dal titolo “dall’Adda al Tevere”. Entrambi avevano debuttato calcisticamente nella formazione Juventina di Pescarenico, militante nel campionato di lega giovanile e diretta da Giancarlo Riva, che sarà poi instancabile dirigente della sezione di Lecco del Club Alpino Italiano e organizzatore del Soccorso Alpino. Logaglio risiede in un quartiere diverso dalla sua nativa Pescarenico; è ora in pensione dopo un’intensa attività imprenditoriale nell’azienda di famiglia.
Gianin Corti è da ricordare come capostipite di una generazione bluceleste: il figlio Fabio, classe 1958, ha giocato per anni nel Lecco e i tifosi lo hanno ben presente come goleador sulle orme del padre. La figlia Antonella ha sposato un capitano del Lecco: Gianni Rota, classe 1953, che ha giocato con i blucelesti in Serie B con l’allenatore Ciccio Longoni. Un'erede di questa famiglia è balzata ultimamente alla ribalta come supertifosa bluceleste nella file del Consiglio Comunale di Lecco, dove è entrata nell’attuale composizione elettorale. Si chiama Alessandra e opera come cassiera in un supermercato, ma nel tempo libero segue i giovanissimi figli impegnati nel calcio non dimenticando, ovviamente, le partite interne dei blucelesti al Rigamonti-Ceppi. Insomma quanto cuore bluceleste c’è stato da Catanzaro in poi...
A.B.
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