Valmadrera, verso S. Antonio: la storia del campanile e il 'derby' con Lecco
Il “nuovo” campanile di Valmadrera, con lavori iniziati intorno al 1926, sarà al centro nei prossimi giorni di visite in occasione della festa patronale di Sant’Antonio Abate (per cui è obbligatoria la prenotazione presso la segreteria parrocchiale). L'iniziativa riporta d’attualità un curioso e singolare “derby” con l’antistante città di Lecco, oltre il tratto terminale del Lario. Sono note lasciate dal compianto Achille Dell’Oro, cronista locale con mille storie di racconti e di personaggi della sua amata Valmadrera.
Ecco le vicende della contesa a distanza sull’altezza delle due strutture. Già nel 1890 il parroco don Giuseppe Valera aveva preso a cuore l’idea di un nuovo, maestoso campanile, ritenendo troppo piccolo quello esistente. Il progetto del 1890 si arenò. Fu quindi il parroco don Achille Motta, a Valmadrera nel 1904, a rilanciare la proposta.
Il "disegno" preparato dall’ing. Barboglio divenne realtà. I primi lavori di scavo vennero effettuati nel 1926 sul lato della parrocchiale verso via Roma. Sono stati necessari cinque anni di impalcature per alzare una torre ben visibile in tutte le direzioni. Il progetto era singolare nella parte terminale, con la statua del Sacro Cuore, alta 5 metri, dello scultore Giuseppe Mozzanica. Vi erano pure quelle dei quattro Evangelisti, di 3 metri. I lavori vennero realizzati dall’impresa Mandelli di Merate; la croce di ferro da collocare sulla cuspide si deve alla ditta Angelo Bianchi di Valmadrera. Il progetto prevedeva 12 campane come il numero degli apostoli; ne vennero realizzate solo 9. L’altezza del campanile si fermò a poco più di 89 metri, in quanto il terreno alla base della costruzione si manifestava sempre più instabile e non idoneo a mantenere un peso sovrastante di notevole e crescente spessore.
Il progetto di Valmadrera di andare oltre i 90 meri per superare San Nicolò si fermò. Le campane furono attese per un anno, dopo la conclusione dei lavori avvenuta nell’estate 1931. Vennero portate in paese nel 1932 dalla ditta Barigozzi di Milano. L’entusiasmo fu tale che a Pescate i carri dei trasporti da Milano vennero affiancati dal Corpo musicale Santa Cecilia di Valmadrera. Gli ultimi chilometri del percorso furono un trionfo di popolo, una festa tra marce e marcette della banda ed applausi calorosi della gente ai lati della sede stradale.
Se Valmadrera può vantare oggi 9 bronzi squillanti il merito si deve alla volontà e al sacrificio degli antenati di cento anni fa. C’è da aggiungere che nella classifica dei campanili più alti d’Italia Lecco San Nicolò è al 6° posto e Valmadrera in 15^ posizione, con un’altezza indicata in 87.50 metri. Un risultato raggiunto quando quest'ultima località era lontana dal divenire città, come è avvenuto con decreto del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi del 31 maggio 1999. Sono trascorsi già 25 anni ed è una ricorrenza da celebrare anche con la salita panoramica nella festa del patrono Sant’Antonio Abate: una memoria della Valmadrera serica e agricola di ieri, con il proposito di un rinnovato impegno per quella del futuro, protesa a una crescente valorizzazione turistica non solo sul lago di Parè, ma anche sulla vicina Rocca, balcone panoramico sul tratto terminale del Lario manzoniano.
Ecco le vicende della contesa a distanza sull’altezza delle due strutture. Già nel 1890 il parroco don Giuseppe Valera aveva preso a cuore l’idea di un nuovo, maestoso campanile, ritenendo troppo piccolo quello esistente. Il progetto del 1890 si arenò. Fu quindi il parroco don Achille Motta, a Valmadrera nel 1904, a rilanciare la proposta.
Il "disegno" preparato dall’ing. Barboglio divenne realtà. I primi lavori di scavo vennero effettuati nel 1926 sul lato della parrocchiale verso via Roma. Sono stati necessari cinque anni di impalcature per alzare una torre ben visibile in tutte le direzioni. Il progetto era singolare nella parte terminale, con la statua del Sacro Cuore, alta 5 metri, dello scultore Giuseppe Mozzanica. Vi erano pure quelle dei quattro Evangelisti, di 3 metri. I lavori vennero realizzati dall’impresa Mandelli di Merate; la croce di ferro da collocare sulla cuspide si deve alla ditta Angelo Bianchi di Valmadrera. Il progetto prevedeva 12 campane come il numero degli apostoli; ne vennero realizzate solo 9. L’altezza del campanile si fermò a poco più di 89 metri, in quanto il terreno alla base della costruzione si manifestava sempre più instabile e non idoneo a mantenere un peso sovrastante di notevole e crescente spessore.
Il progetto di Valmadrera di andare oltre i 90 meri per superare San Nicolò si fermò. Le campane furono attese per un anno, dopo la conclusione dei lavori avvenuta nell’estate 1931. Vennero portate in paese nel 1932 dalla ditta Barigozzi di Milano. L’entusiasmo fu tale che a Pescate i carri dei trasporti da Milano vennero affiancati dal Corpo musicale Santa Cecilia di Valmadrera. Gli ultimi chilometri del percorso furono un trionfo di popolo, una festa tra marce e marcette della banda ed applausi calorosi della gente ai lati della sede stradale.
Se Valmadrera può vantare oggi 9 bronzi squillanti il merito si deve alla volontà e al sacrificio degli antenati di cento anni fa. C’è da aggiungere che nella classifica dei campanili più alti d’Italia Lecco San Nicolò è al 6° posto e Valmadrera in 15^ posizione, con un’altezza indicata in 87.50 metri. Un risultato raggiunto quando quest'ultima località era lontana dal divenire città, come è avvenuto con decreto del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi del 31 maggio 1999. Sono trascorsi già 25 anni ed è una ricorrenza da celebrare anche con la salita panoramica nella festa del patrono Sant’Antonio Abate: una memoria della Valmadrera serica e agricola di ieri, con il proposito di un rinnovato impegno per quella del futuro, protesa a una crescente valorizzazione turistica non solo sul lago di Parè, ma anche sulla vicina Rocca, balcone panoramico sul tratto terminale del Lario manzoniano.
A.B.