Premana ricorda con i sacerdoti la valanga che nel 1863 ''graziò'' la chiesa parrocchiale

È stata celebrata questa mattina la solenne ricorrenza del ringraziamento "Ol dì 'lla nèef" nella parrocchiale San Dionigi a Premana. "La festa della neve" ricorda l'anniversario dello scampato pericolo dell'11 gennaio 1863, domenica, ''quando tutta la popolazione si trovava devotamente raccolta per le funzioni parrocchiali in chiesa''.
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Alcune immagini della funzione odierna

''D'un tratto, come scosse da violento terremoto, traballarono le mura. Sfondate le porte, infranti i vetri, parve un momento che tutto l’edificio crollasse: una enorme valanga si era abbattuta contro la parrocchiale. Quasi sospinta da arcana irresistibile forza, il popolo in preda al terrore, si trovò stretto intorno all'altare, dove l'allora parroco, don Pietro Acerboni, finì a stento la messa assistito dal coadiutore, don Antonio Carissimo. Parve a tutti miracolo che nessuno rimanesse vittima dell’immane valanga''. 
Ancora oggi la ricorrenza è molto sentita nel paese dell'alta Valvarrone, tanto che durante il rito religioso vengono ricordati gli anniversari di consacrazione sacerdotale, religiosa e laicale. 
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Festeggiati quest'anno don Agostino Briccola (65°), don Antonio Brunello e don Ferdinando Mazzoleni al 60°, don Eugenio Vignati (45°), padre Franco Bellati (25°), don Raffaele Busnelli e don Marco Mauri (25°), don Matteo Albani (20°), don Massimo Berera (15°), Fabrizio Valsecchi  (10° di ordinazione diaconale), suor Giovannina Pomoni e suor Savina Pomoni (60° di professione), suor Giovanna Fazzini (50°), Maria Tenderini (30 anni dalla prima partenza per il Perù), senza dimenticare don Roberto Bellati, che ha celebrato la messa per il suo 60° anniversario di sacerdozio. 
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I sacerdoti don Agostino Briccola (65°) e don Roberto Bellati (60°)

Il premanese, che ha presieduto la solenne celebrazione ha evidenziato come oggi ricorra la giornata mondiale del grazie, fondamentale nella vita di ogni persona, chiedendo poi ai presenti di ricordare come era la chiesa nel 1863, con 1000 abitanti del paese. ''Mio nonno aveva 20 anni e se fosse stato in chiesa io non ci sarei, come molti di voi" ha inoltre portato l'attenzione alla riconoscenza e alla consapevolezza di ricordare "che tutto abbiamo ricevuto. La parola della vita dovrebbe essere grazie, come parola che fa emergere ciò che l'uomo è, fragile e con la sete di infinito". 
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La riconoscenza come segno di capacità di amare quel che ciascuno ha, e la consapevolezza che tutto ciò che abbiamo ricevuto. Il sacrificio come dono e privazione in offerta a Dio "credenti cristiani, consapevoli di ringraziare il Signore per la scelta che lui ha fatto di amarci personalmente, accogliendo con il battesimo Dio''.
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Un figlio offerto al padre per gli uomini e i sacerdoti come servi del sacrificio "un mistero accolto e testimoniato", vivendo una vita offrendo a Dio la nostra vita, donandola come Gesù Cristo e rispondendo alla domanda "cosa andiamo a messa a fare?'' Rispondendo che ''si ringrazia il padre e chiedendo il dono della nostra vita ai fratelli, costruendo la chiesa con i santi e Maria". 
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Da ultimo il sacerdote ha esortato le famiglie a trasmettere ai figli il dono della preghiera, non invitandoli a pregare ma a farlo insieme a loro e ''seguendo l'esempio, trasmettere la fede'' non riducendo tutto ad un adempimento ma "all'incontro con Gesù, senza perdere il senso della celebrazione eucaristica".
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Un paese, quello di Premana, che anche oggi, a 161 anni da quel giorno in cui la parrocchiale di San Dionigi è stata graziata pur essendo travolta dalla valanga, che non ha dimenticato e continua a ringraziare per la salvezza avuta nel 1863.
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Il parroco don Matteo ha voluto ringraziare "innanzitutto per il dono del sacerdozio e per tutti gli intervenuti", portando i saluti di quanti non sono potuti intervenire e anche per i miracoli di questi 161 anni "anche solo per la presenza del signore, ascoltandolo, magari nella chiamata". 
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Al termine della funzione è stato infine ricordato don Graziano Gianola che come il parroco stesso avrebbe festeggiato i 20 anni di sacerdozio; "lo farà in paradiso" ha concluso il sacerdote.
M.A.
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