Albanese di nuovo a 'casa': a Olginate grandi emozioni col regista di 'Cento domeniche'
Antonio Albanese è tornato a casa. È vero, era già stato a Lecco, ospite di Monsignor Davide Milani al Nuovo Aquilone, ma era nella "sua" Olginate che lo aspettavano con trepidazione dopo l'uscita del suo film "Cento domeniche", girato sul nostro territorio e in gran parte proprio nel paese sulle rive del lago, dove è nato e cresciuto.
Il celeberrimo regista e attore, classe 1964, è stato ospite al Jolly ieri sera, intervenendo al termine di ciascuna delle due proiezioni della pellicola probabilmente più chiacchierata di sempre all'interno della comunità, che tra la primavera e l'estate del 2022 ha assistito con curiosità - e partecipato attivamente, visto il coinvolgimento di numerosissimi cittadini nel ruolo di comparse - alla sua produzione, non senza qualche sbuffo di tanto in tanto per le necessarie chiusure e modifiche alla viabilità.
Tutto dimenticato ormai. Perché "Cento domeniche" ha lasciato solo bei ricordi a Olginate, dove ieri sera più di 800 persone si sono emozionate fino alle lacrime nel seguire le vicende del protagonista Antonio Riva, concedendosi naturalmente anche qualche "respiro" nell'apnea della visione per ammirare i paesaggi a loro tanto familiari e indicare con un sorriso i tanti volti noti che per qualche tempo hanno indossato i panni di veri e propri attori. Così, del resto, ha voluto Albanese.
"Per raccontare questa storia dolorosa avevo bisogno di circondarmi degli olginatesi, persone perbene e oneste: sono loro, gli "ultimi", a reggere questo Paese" ha raccontato il regista davanti a una platea curiosa e attenta, che lo ha accolto nella gremita sala di via Don Gnocchi con una sorta di standing ovation, accompagnandolo con gli applausi sul palco dove lo attendevano Mattia Morandi e Manuel Missana dello staff di volontari. "Questo spazio per me è sacro, ricordo che venivo qui a vedere i film di Bud Spencer insieme a mio papà", le sue prime parole, con un ringraziamento ai "ragazzi" del Jolly per la calorosa accoglienza e per l'importante lavoro svolto per il rilancio del cine-teatro parrocchiale, che il 26 dicembre scorso ha festeggiato i cinque anni dalla riapertura dopo la ristrutturazione.
A dargli il benvenuto anche il sindaco di Olginate Marco Passoni. "Poteva girarlo ovunque, questo film, quindi ci chiedevamo perché proprio qui, non eravamo sicuri di potergli dire di sì. Ma quando ci sarebbe capitata un'altra occasione del genere? Sono davvero contento per l'omaggio che ha reso al nostro territorio, spero di rivederlo qui ancora" ha commentato il primo cittadino. Albanese ha poi parlato dei motivi che lo hanno spinto a trattare un tema tanto delicato quanto quello del crac di una banca, con tutte le conseguenze del caso su molti risparmiatori - le famose persone perbene - e le loro famiglie: "Ho pensato che nessuno aveva mai parlato del dolore provocato da un'ingiustizia o da un tradimento. Mi sono confrontato con diversi esperti del tema, ma è soprattutto l'incontro con una psicologa che mi ha illuminato. Nei mesi scorsi a Vicenza ho presentato il film davanti a "vere" vittime di un crac finanziario, gente che ha vissuto sulla propria pelle questo tipo di sofferenza fisica e psicologica. Era presente anche il Vescovo, per me è stato molto emozionante. Era una sorta di prova del nove, ne è uscita la mia consacrazione".
"Preciso - ha aggiunto - che io sono uno di quelli che difendono il sistema delle banche. Ma purtroppo in questo mondo ci sono persone cattive, che hanno fatto del male a tanti e in vari casi non hanno nemmeno pagato".
E ancora il regista ha condiviso qualche aneddoto più leggero sulla realizzazione della pellicola, "che inizialmente nessuno voleva produrre", raccontando per esempio delle volte in cui si sentiva chiedere in dialetto che cosa mai dovesse fare per "chiudere tre giorni la strada (la centrale via Sant'Agnese, ndr.)" o di quando alcuni anziani hanno cominciato a "chiamare" le nuvole sapendo che le scene non prevedevano cieli assolati. "L'appartamento di Adele (la donna di cui era l'amante in "Cento domeniche", ndr.) mi è stato prestato da un conoscente: l'ho ringraziato buttando giù un muro, mi serviva così" ha poi svelato suscitando le risate dei presenti, nuovamente commossi nell'ascoltare invece la ricostruzione della drammatica scena finale nella banca, ricavata in quello che un tempo era il panificio Bassani dove era solito comprare le brioche. "Per me è stata quasi dolorosa, a un certo punto ho dovuto fermarmi. E preciso che non c'è proprio nulla di improvvisato, perché per fare questo lavoro bisogna prepararsi tantissimo, cercare di essere veri al 100% come in ogni mestiere. Abbiamo riflettuto e studiato per mesi e mesi, scrivendo e riscrivendo. Del resto è il metodo Olginate: se si vuole fare una cosa la bisogna fare bene".
Presente in sala anche la sorella di Antonio, tuttora residente in paese, con cui ha scambiato un emozionante abbraccio prima del suo ingresso in sala dopo la proiezione delle 18.00. La replica successiva è andata in scena a partire dalle 20.30, con il secondo sold out. E se fosse stato per le richieste ricevute, i volontari avrebbero dovuto organizzare anche un terzo - e forse un quarto - appuntamento. Ma ora c'è da scommettere che ci sarà occasione per rivederlo, l'Albanese di cui tutta Olginate va fiera. Il suo cuore, in fondo, è proprio lì.
Il celeberrimo regista e attore, classe 1964, è stato ospite al Jolly ieri sera, intervenendo al termine di ciascuna delle due proiezioni della pellicola probabilmente più chiacchierata di sempre all'interno della comunità, che tra la primavera e l'estate del 2022 ha assistito con curiosità - e partecipato attivamente, visto il coinvolgimento di numerosissimi cittadini nel ruolo di comparse - alla sua produzione, non senza qualche sbuffo di tanto in tanto per le necessarie chiusure e modifiche alla viabilità.
Tutto dimenticato ormai. Perché "Cento domeniche" ha lasciato solo bei ricordi a Olginate, dove ieri sera più di 800 persone si sono emozionate fino alle lacrime nel seguire le vicende del protagonista Antonio Riva, concedendosi naturalmente anche qualche "respiro" nell'apnea della visione per ammirare i paesaggi a loro tanto familiari e indicare con un sorriso i tanti volti noti che per qualche tempo hanno indossato i panni di veri e propri attori. Così, del resto, ha voluto Albanese.
"Per raccontare questa storia dolorosa avevo bisogno di circondarmi degli olginatesi, persone perbene e oneste: sono loro, gli "ultimi", a reggere questo Paese" ha raccontato il regista davanti a una platea curiosa e attenta, che lo ha accolto nella gremita sala di via Don Gnocchi con una sorta di standing ovation, accompagnandolo con gli applausi sul palco dove lo attendevano Mattia Morandi e Manuel Missana dello staff di volontari. "Questo spazio per me è sacro, ricordo che venivo qui a vedere i film di Bud Spencer insieme a mio papà", le sue prime parole, con un ringraziamento ai "ragazzi" del Jolly per la calorosa accoglienza e per l'importante lavoro svolto per il rilancio del cine-teatro parrocchiale, che il 26 dicembre scorso ha festeggiato i cinque anni dalla riapertura dopo la ristrutturazione.
A dargli il benvenuto anche il sindaco di Olginate Marco Passoni. "Poteva girarlo ovunque, questo film, quindi ci chiedevamo perché proprio qui, non eravamo sicuri di potergli dire di sì. Ma quando ci sarebbe capitata un'altra occasione del genere? Sono davvero contento per l'omaggio che ha reso al nostro territorio, spero di rivederlo qui ancora" ha commentato il primo cittadino. Albanese ha poi parlato dei motivi che lo hanno spinto a trattare un tema tanto delicato quanto quello del crac di una banca, con tutte le conseguenze del caso su molti risparmiatori - le famose persone perbene - e le loro famiglie: "Ho pensato che nessuno aveva mai parlato del dolore provocato da un'ingiustizia o da un tradimento. Mi sono confrontato con diversi esperti del tema, ma è soprattutto l'incontro con una psicologa che mi ha illuminato. Nei mesi scorsi a Vicenza ho presentato il film davanti a "vere" vittime di un crac finanziario, gente che ha vissuto sulla propria pelle questo tipo di sofferenza fisica e psicologica. Era presente anche il Vescovo, per me è stato molto emozionante. Era una sorta di prova del nove, ne è uscita la mia consacrazione".
"Preciso - ha aggiunto - che io sono uno di quelli che difendono il sistema delle banche. Ma purtroppo in questo mondo ci sono persone cattive, che hanno fatto del male a tanti e in vari casi non hanno nemmeno pagato".
E ancora il regista ha condiviso qualche aneddoto più leggero sulla realizzazione della pellicola, "che inizialmente nessuno voleva produrre", raccontando per esempio delle volte in cui si sentiva chiedere in dialetto che cosa mai dovesse fare per "chiudere tre giorni la strada (la centrale via Sant'Agnese, ndr.)" o di quando alcuni anziani hanno cominciato a "chiamare" le nuvole sapendo che le scene non prevedevano cieli assolati. "L'appartamento di Adele (la donna di cui era l'amante in "Cento domeniche", ndr.) mi è stato prestato da un conoscente: l'ho ringraziato buttando giù un muro, mi serviva così" ha poi svelato suscitando le risate dei presenti, nuovamente commossi nell'ascoltare invece la ricostruzione della drammatica scena finale nella banca, ricavata in quello che un tempo era il panificio Bassani dove era solito comprare le brioche. "Per me è stata quasi dolorosa, a un certo punto ho dovuto fermarmi. E preciso che non c'è proprio nulla di improvvisato, perché per fare questo lavoro bisogna prepararsi tantissimo, cercare di essere veri al 100% come in ogni mestiere. Abbiamo riflettuto e studiato per mesi e mesi, scrivendo e riscrivendo. Del resto è il metodo Olginate: se si vuole fare una cosa la bisogna fare bene".
Presente in sala anche la sorella di Antonio, tuttora residente in paese, con cui ha scambiato un emozionante abbraccio prima del suo ingresso in sala dopo la proiezione delle 18.00. La replica successiva è andata in scena a partire dalle 20.30, con il secondo sold out. E se fosse stato per le richieste ricevute, i volontari avrebbero dovuto organizzare anche un terzo - e forse un quarto - appuntamento. Ma ora c'è da scommettere che ci sarà occasione per rivederlo, l'Albanese di cui tutta Olginate va fiera. Il suo cuore, in fondo, è proprio lì.
Benedetta Panzeri