Lecco: non passa lo stanziamento per ridurre il buono pasto
Diversi emendamenti al bilancio triennale di previsione del Comune di Lecco sono stati presentati lunedì sera a Palazzo Bovara contestualmente alla discussione e all’approvazione del documento. Tre sono le proposte venute direttamente dal sindaco, che sono state approvate con il voto favorevole dei gruppi di maggioranza, una la proposta dall’opposizione che non ha raccolto però i voti necessari.La prima delle proposte presentate da Mauro Gattinoni è collegata all’ordine del giorno già votato alla fine del 2023 dall’assise col quale è stata innalzata la soglia di esenzione dal pagamento dell’Irpef a chi ha redditi fino a 17mila euro: “In questo modo si è generato nel bilancio una mancata entrata di 110mila euro che deve essere compensata da tagli di pari importo. Andiamo a prendere 60mila euro dalle bollette visto che la spesa per le utenze e i consumi dovrebbe scendere, mentre altri 50mila euro li togliamo da un’iniziativa sperimentale di assistenza agli anziani e ai loro care giver che avevamo ipotizzato ma che verrà invece attivata su scala maggiore dall’Ambito” ha spiegato il primo cittadino.
Il secondo emendamento serve per recepire un finanziamento di 390mila che arriverà da Fondazione Cariplo per realizzare delle iniziative culturali all’interno della Piccola una volta riqualificata, mentre il terzo riguarda il centro sportivo del Bione. “Abbiamo sperimentato che le proposte finora avanzate per la riqualificazione non hanno dato esito positivo, la nostra intenzione è quella di non perdere altro tempo e partire con l’iter classico dell’opera pubblica. Per questo vogliamo mettere 120mila euro per avviare la redazione di un masterplan di rifacimento del centro sportivo”. Per farlo verrano presi in prestito questi soldi dal fondo progettazione di Cassa depositi e prestiti che non prevede interessi e permette la restituzione nel 2026.
Una soluzione molto criticata dall’opposizione: “L’augurio è che questa ennesima investitura di una professionalità esterna sia giustificata perché siamo ancora all’anno zero e stiamo investendo 120mila euro per una consulenza. Noi siamo contrari a spendere altre risorse su progetti che si sono sempre arenati” ha messo in chiaro Emilio Minuzzo (Lecco ideale - Lecco merita di più).
“Il problema è decidere che cosa fare - ha aggiunto il leghista Stefano Parolari - il nuovo Bione costa e non è sostenibile da questa amministrazione, bisogna decidere chi paga questa cosa”.
Molto agguerrito Corrado Valsecchi (Appello per Lecco): “Vi serve un badante istituzionale che vi accompagni mano nella mano. Che senso ha spendere 120mila euro per un incarico di progettazione esplorativa dopo che abbiamo passato un anno a vedere progetti. I soldi li trovate solo quando li volete buttare via”.
Un taglio completamente diverso quello dell’emendamento presentato per conto dell’opposizione da Simone Brigatti, non approvato dalla maggioranza, che voleva andare nella direzione di ridurre l’impatto dell’aumento del costo del buono pasto che si verificherà a partire da quest’anno: “Si tratta di un rincaro che si somma ad altri aumenti che colpiscono beni e servizi essenziali. Noi proponiamo di stanziare 150mila euro per tornare alle tariffe precedenti o almeno per abbassare la quota di chi ha un Isee di 5mila euro che con i nuovi costi andrebbe a spendere 500 euro all’anno di buoni pasto”.
Corrado Valsecchi lo ha definito “un emendamento che avrebbe dovuto presentare la sinistra”, ma la maggioranza non è di questo avviso. “I prezzi dei buoni mensa erano rimasti invariati anche quando a seguito del Covid i costi del servizio sono aumentati, il Comune ha già stanziato delle risorse per coprire questo gap e le nuove tariffe sono in linea con quelle di altre comuni” ha ricordato il capogruppo di Fattore Lecco Saulo Sangalli. Anche il dem Casto Pattarini ha sottolineato che il Comune si fa già carico del servizio mensa per l’80 per cento del suo costo, mentre Alberto Anghileri (Sinistra) ha messo in luce il rischio che per abbassare questi costi si andrebbe a tagliare da un’altra parte.
Un’apertura sulla proposta è arrivata dal gruppo Misto, con Giovanni Tagliaferri che ha definito la misura “un segnale per le famiglie” ma appunto la maggioranza è rimasta ferma sulla sua posizione. “Con tutti i soldi che buttate nel gabinetto, questo era un emendamento di buon senso” ha tuonato Minuzzo, mentre la leghista Cinzia Bettega ha lamentato che “se un’idea buona arriva dalla minoranza viene comunque bocciata”.
Il secondo emendamento serve per recepire un finanziamento di 390mila che arriverà da Fondazione Cariplo per realizzare delle iniziative culturali all’interno della Piccola una volta riqualificata, mentre il terzo riguarda il centro sportivo del Bione. “Abbiamo sperimentato che le proposte finora avanzate per la riqualificazione non hanno dato esito positivo, la nostra intenzione è quella di non perdere altro tempo e partire con l’iter classico dell’opera pubblica. Per questo vogliamo mettere 120mila euro per avviare la redazione di un masterplan di rifacimento del centro sportivo”. Per farlo verrano presi in prestito questi soldi dal fondo progettazione di Cassa depositi e prestiti che non prevede interessi e permette la restituzione nel 2026.
Una soluzione molto criticata dall’opposizione: “L’augurio è che questa ennesima investitura di una professionalità esterna sia giustificata perché siamo ancora all’anno zero e stiamo investendo 120mila euro per una consulenza. Noi siamo contrari a spendere altre risorse su progetti che si sono sempre arenati” ha messo in chiaro Emilio Minuzzo (Lecco ideale - Lecco merita di più).
“Il problema è decidere che cosa fare - ha aggiunto il leghista Stefano Parolari - il nuovo Bione costa e non è sostenibile da questa amministrazione, bisogna decidere chi paga questa cosa”.
Molto agguerrito Corrado Valsecchi (Appello per Lecco): “Vi serve un badante istituzionale che vi accompagni mano nella mano. Che senso ha spendere 120mila euro per un incarico di progettazione esplorativa dopo che abbiamo passato un anno a vedere progetti. I soldi li trovate solo quando li volete buttare via”.
Un taglio completamente diverso quello dell’emendamento presentato per conto dell’opposizione da Simone Brigatti, non approvato dalla maggioranza, che voleva andare nella direzione di ridurre l’impatto dell’aumento del costo del buono pasto che si verificherà a partire da quest’anno: “Si tratta di un rincaro che si somma ad altri aumenti che colpiscono beni e servizi essenziali. Noi proponiamo di stanziare 150mila euro per tornare alle tariffe precedenti o almeno per abbassare la quota di chi ha un Isee di 5mila euro che con i nuovi costi andrebbe a spendere 500 euro all’anno di buoni pasto”.
Corrado Valsecchi lo ha definito “un emendamento che avrebbe dovuto presentare la sinistra”, ma la maggioranza non è di questo avviso. “I prezzi dei buoni mensa erano rimasti invariati anche quando a seguito del Covid i costi del servizio sono aumentati, il Comune ha già stanziato delle risorse per coprire questo gap e le nuove tariffe sono in linea con quelle di altre comuni” ha ricordato il capogruppo di Fattore Lecco Saulo Sangalli. Anche il dem Casto Pattarini ha sottolineato che il Comune si fa già carico del servizio mensa per l’80 per cento del suo costo, mentre Alberto Anghileri (Sinistra) ha messo in luce il rischio che per abbassare questi costi si andrebbe a tagliare da un’altra parte.
Un’apertura sulla proposta è arrivata dal gruppo Misto, con Giovanni Tagliaferri che ha definito la misura “un segnale per le famiglie” ma appunto la maggioranza è rimasta ferma sulla sua posizione. “Con tutti i soldi che buttate nel gabinetto, questo era un emendamento di buon senso” ha tuonato Minuzzo, mentre la leghista Cinzia Bettega ha lamentato che “se un’idea buona arriva dalla minoranza viene comunque bocciata”.
M.V.