Il carro funebre (fuori rotta) si blocca per la neve, salta il funerale della donna morta nel lago
Sofferenza su sofferenza per i famigliari di Manuela Spargi, morta dopo che l'auto che guidava è precipitata, ribaltandosi, nel lago a Piona. Mentre i due uomini con cui la 56enne aveva raggiunto l'Abbazia – il marito e un parente con casa a Bernareggio – sono ancora ricoverati in ospedale in gravi condizioni, ieri avrebbero dovuto tenersi i funerali della donna ma un imprevisto – che ha quasi dell'incredibile - ha fatto saltare le esequie. Parenti e amici hanno atteso per ore l'arrivo del feretro presso la chiesa di Milano scelta per l'ultimo saluto. Ma la salma non è giunta a destinazione, nell'angoscia dei presenti ma anche responsabili dell'agenzia di pompe funebri a cui era stato affidato il servizio. Impossibile per chiunque infatti contattare l'autista inviato nel lecchese per il trasferimento della bara, irraggiungibile sul cellulare. Eppure la presa in carico della salma risultava essere avvenuta già in mattinata.
In ogni caso, con il Passo San Marco chiuso – è inaccessibile come ogni inverno – si è “avventurato” lungo la strada del Passo Dordona, rimanendo però impantanato a causa della neve. Impossibilitato a spingere oltre il carro funebre, bloccato in quota, tra le province di Sondrio e di Bergamo, isolato non essendoci segnale telefonico, al 37enne non è rimasto altro che raggiungere a piedi il rifugio Dordona, chiedendo aiuto. Una bella scarpinata. Attorno alle 17 sono così cominciate le operazioni di soccorso. La centrale operativa del 112 ha attivato le squadre territoriali del Cnsas - Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico, VI Delegazione Orobica e VII Delegazione Valtellina - Valchiavenna, il Sagf - Soccorso alpino Guardia di finanza e i Carabinieri. I tecnici sono saliti con le motoslitte e con un quad, grazie anche ai mezzi messi a disposizione dalla Società impianti di Akja e Foppolo, località quest'ultima dove il dipendente dell'agenzia funebre è stato poi portato per essere preso in carico dal personale sanitario e venire ospedalizzato, in codice verde, a San Giovanni Bianco. Ai soccorritori è toccato anche mettere in sicurezza la bara, essendo il veicolo adibito non marciante. Una vicenda che, è facile immaginare, avrà delle conseguenze.
Riprogrammati nel frattempo i funerali della 56enne, in relazione alla cui morte è stata aperta un'indagine da parte della Procura di Lecco, con il sequestro del minisuv finito nel lago, per gli accertamenti tecnici disposti dal magistrato titolare del fascicolo.
Solo nel tardo pomeriggio si è scoperto dov'era finito l'uomo: alla guida del carro funebre, il 37enne invece che imboccare la ss36 in direzione del capoluogo meneghino, sua destinazione finale, si è spostato verso la Valtellina, con l'intenzione poi di “scavallare” in Val Brembana. Per evitare il traffico, parrebbe sostenuto lui, parlando di un errore del navigatore. O forse per raggiungere qualcuno, avendo parenti – pare – da quelle parti.
In ogni caso, con il Passo San Marco chiuso – è inaccessibile come ogni inverno – si è “avventurato” lungo la strada del Passo Dordona, rimanendo però impantanato a causa della neve. Impossibilitato a spingere oltre il carro funebre, bloccato in quota, tra le province di Sondrio e di Bergamo, isolato non essendoci segnale telefonico, al 37enne non è rimasto altro che raggiungere a piedi il rifugio Dordona, chiedendo aiuto. Una bella scarpinata. Attorno alle 17 sono così cominciate le operazioni di soccorso. La centrale operativa del 112 ha attivato le squadre territoriali del Cnsas - Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico, VI Delegazione Orobica e VII Delegazione Valtellina - Valchiavenna, il Sagf - Soccorso alpino Guardia di finanza e i Carabinieri. I tecnici sono saliti con le motoslitte e con un quad, grazie anche ai mezzi messi a disposizione dalla Società impianti di Akja e Foppolo, località quest'ultima dove il dipendente dell'agenzia funebre è stato poi portato per essere preso in carico dal personale sanitario e venire ospedalizzato, in codice verde, a San Giovanni Bianco. Ai soccorritori è toccato anche mettere in sicurezza la bara, essendo il veicolo adibito non marciante. Una vicenda che, è facile immaginare, avrà delle conseguenze.
Riprogrammati nel frattempo i funerali della 56enne, in relazione alla cui morte è stata aperta un'indagine da parte della Procura di Lecco, con il sequestro del minisuv finito nel lago, per gli accertamenti tecnici disposti dal magistrato titolare del fascicolo.