In viaggio a tempo indeterminato/313: l'amore a Capodanno

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Credo che essere andata a letto alle 10 di sera abbia contribuito a non farmi percepire il cambio di anno. A mia discolpa posso dire che arrivavamo da 200 km di moto sulle folli strade vietnamite. Quindi il modo migliore di salutare il nuovo anno ci sembrava quello di farci una bella doccia calda e buttarci a riposare su un letto comodo, e così è stato.
Tra l'altro in Vietnam non è stato davvero capodanno. Qui si segue il calendario lunare quindi manca ancora un bel po'. Il nuovo anno inizierà il 10 febbraio e si celebrerà la festa più grande dell'anno. 
Il capodanno vietnamita è chiamato Tet e si festeggia nello stesso giorno del capodanno cinese, con cui tra l'altro ha in comune molte usanze.
Le famiglie in quelle giornate preparano piatti speciali, puliscono la casa, visitano i parenti e i templi. I bambini ricevono in regalo delle buste rosse in cui sono contenuti dei soldi. Poi ci sono i fuochi d'artificio e le danze del drago e del leone per scacciare gli spiriti cattivi.
Insomma, è un vero e proprio capodanno.
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Per tutte queste ragioni quindi, quest'anno non mi sembra di aver davvero cambiato anno.
C'è stato un solo avvenimento che me ne ha fatto davvero rendere conto ed è avvenuto la mattina dell'1 Gennaio verso le 10.
Eravamo appena partiti in moto per percorrere altri 200km (sì lo so, è follia!) e per la prima volta dopo giorni c'era il sole. Appena lasciata la città, ci ritroviamo a dover guadare una pozzanghera gigantesca. Non si vedeva il fondo tanto l'acqua era fangosa e torbida.
Studiavamo il da farsi per evitare di infangarci completamente o prendere qualche buca. Aspettavamo che passasse qualcuno di esperto per ripercorrere lo stesso sentiero ma nulla, sembrava fossimo gli unici davanti a quel lago.
Ad un tratto compare da non so dove una macchina, si avvicina lenta a quella pozza e si prepara ad attraversarla.
I finestrini sono abbassati e noto che all'interno ci sono molte più persone di quelle che potrebbe ospitare.
Alla guida un uomo sulla quarantina e seduta accanto a lui, nel posto del passeggero, una giovane donna con in braccio due bambini che saltellano qua e là.
Dietro, invece, sono seduti in tantissimi, troppi. E me ne accorgo dalla quantità di manine che ci salutano quando la macchina è a pochi centimetri da noi.
"Hello, hello!" ci urlano sventolando le mani e sorridendo.
"Happy new year, happy new year" iniziano a recitare in coro come fosse una cantilena.
Io sorrido, non posso fare altro.
"Happy new year" ripetiamo io e Paolo, ancora fermi davanti alla pozzanghera.
E in quel momento realizzo due cose: 
1) È iniziato un nuovo anno;
2) I vietnamiti sono fantastici!
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L'atmosfera di fine anno l'ho percepita poco in Vietnam. In compenso, però, qui "love is in the air", come recitava una canzone anni '70.
L'amore è nell'aria o sarebbe meglio dire nei tendoni sfarzosi allestiti a lato strada.
Sono decine i matrimoni in cui ci siamo imbattuti negli ultimi giorni e in un paio ci hanno anche invitato a partecipare.
Non sono difficili da individuare i matrimoni in Vietnam, basta seguire la musica ad altissimo volume che proviene da delle strutture costruite sui marciapiedi o direttamente sulla strada principale.
Si festeggia così una nuova unione, tra litri e litri di Bia Hoi, la birra vietnamita che tra l'altro è una delle più economiche del mondo,  e sessioni interminabili di karaoke.
I festeggiamenti possono durare poche ore oppure qualche giorno, ma non sono gli sposi a decidere quando convoleranno a nozze.
La data viene scelta con cura e solitamente viene decisa da un monaco buddista o da un indovino.
Dalla quantità di matrimoni intravisti sulla strada in questi giorni, mi sembra di aver capito che il 31 dicembre e il 1 gennaio sono due giorni fortunati per sposarsi.
Come anticipato, vedendoci passare in moto, è successo che ci invitassero a prendere parte ai festeggiamenti. In un paio di occasioni ci siamo buttati nella mischia ma la barriera linguistica e la quantità di alcool presente, non ci hanno permesso di capire quali siano le vere usanze vietnamite in fatto di matrimoni.
Così dopo esserci defilati davanti all'ennesimo microfono per fare karaoke, mi sono messa a cercare un po' di informazioni sui matrimoni qui in Vietnam.
Secondo la tradizione, a precedere il matrimonio ci sono due fasi diverse.
La prima è quella della "proposta" che non avviene con inginocchiamento e anello, ma con la famiglia dello sposo che si reca a casa di quella della sposa per chiedere il permesso per portare avanti una relazione ufficiale.
Lo scopo di questo incontro è di aiutare entrambe le famiglie a trovare un'intesa sull'imminente matrimonio.
La seconda fase è, invece, quella del "fidanzamento".
Si tratta dell'annuncio ufficiale del matrimonio e spesso avviene sei mesi prima della data delle nozze. In passato, quasi tutti i matrimoni venivano combinati dalle famiglie, e i figli non avevano altra scelta se non quella di seguire la decisione dei genitori. Questa cerimonia era quindi considerata più importante del matrimonio stesso.
Tradizionalmente la data del fidanzamento viene scelta attentamente da entrambe le famiglie sulla base dell'ora e della data di nascita degli sposi, secondo il calendario lunare. 
In questa fase, la famiglia del fidanzato prepara dei doni tra cui betel e areca, torta, vino, tè, un anello di fidanzamento e un maiale arrosto. I regali vengono disposti in un numero dispari di vassoi e il tutto viene coperto con un panno rosso perché si ritiene che i numeri dispari e il colore rosso portino fortuna e felicità alla giovane coppia.
Rosso, secondo la tradizione, è anche il colore dell'abito che indossa la sposa.
Il matrimonio vero e proprio inizia con una cerimonia formale del tè e delle candele e con la coppia che si rivolge ai genitori ricevendo da loro consigli. La madre dello sposo regala gioielli alla sposa come portafortuna e la cerimonia continua in un tempio o in una chiesa.
Il ricevimento di nozze si svolgerà poi a casa dello sposo, in un ristorante o in un tendone perfettamente allestito a lato della strada principale.

Lo so, ho iniziato a parlare di Capodanno e sono finita a raccontare dei matrimoni vietnamiti.
Ma un antico detto recita: se c'è amore a capodanno, ci sarà amore tutto l'anno.
Vabbè forse il detto non era proprio così, ma non vedo modo migliore per iniziare un nuovo anno se non con una quantità infinita di amore.
Angela (e Paolo)
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