Lecco: fotogrammi di quel tragico fine anno 1943/1944

Era una triste festa ottant’anni or sono, fra coprifuoco e paure, quella di fine anno 1943 ed il Capodanno 1944 nella città di Lecco e nel territorio vicino. La guerra era sulle porte di casa con i bombardamenti aerei, gli sfollati, i militari prigionieri e dispersi, le difficoltà di reperire viveri e legna per riscaldamento. L’Italia era spaccata in due dal fronte di combattimento, fermo sulla linea fra Montelungo e Cassino, dove la resistenza nazista era particolarmente fortificata. 

Lecco aveva vissuto il Natale con il coprifuoco e con diffusa tristezza. La Messa per la Natività, tradizionalmente a mezzanotte in basilica, venne anticipata per motivi bellici alle ore 17 della vigilia. 
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Immagini di un documentario con automezzi militari tedeschi parcheggiati in piazza Affari, sul retro della BPL

La Conferenza di San Vincenzo invitava i lecchesi a donare libri, riviste, giornali per alleviare le ore di noia dei degenti in ospedale, compreso quello militare al Caleotto, sfollato da Milano per i bombardamenti. Il centro di raccolta era presso il Convegno Toniolo in via Mascari, attiguo alla basilica.

Si notavano in quel periodo insoliti “forestieri” lungo via Mascari, presso il cortile dove c’era il magazzino di attività commerciale di Celestino Ferrario, fondatore del Partito Popolare nel 1919 a Lecco, e la tipografia Annoni Pin. Saranno centri clandestini di avvio di un’attività della Resistenza con il gruppo delle Fiamme Verdi. Saranno locali di operazioni clandestine per la Liberazione, come il vicino grande palazzo tra piazza Cermenati ed il sagrato della basilica. 

Era in vigore, dal tardo pomeriggio, il coprifuoco ed era molto difficile passare inosservati alla stazione ferroviaria per prendere il treno verso Milano. I clandestini giunti nel palazzo presso la basilica pernottavano a Lecco e ripartivano la mattina successiva con i primi treni verso Milano, usufruendo anche del “doppio sentiero” del palazzo stesso che aveva uscita su piazza Cermenati presso a scalinata della basilica e, sul fronte opposto, sul lato confinante con vicolo Canonica.

Per i giovani delle classi ’23, ’24 e ’25 è stato un Capodanno di angosciante preoccupazione, non solo per loro ma per le rispettive famiglie. C’era la chiamata di reclutamento alla caserma del distretto di Como. Era l’ora di una coraggiosa scelta di campo: l’arruolamento nella Repubblica di Salò o la via sui monti con le formazioni per la lotta della Libertà.

Il 1° gennaio 1944 apriva un nuovo anno che sarà peggiore del precedente. Il 7 marzo il C.L.N. clandestino proclamò una giornata di sciopero contro la guerra, l’occupazione nazista e per chiedere condizioni più accettabili di salario e di lavoro. Pesantissima è stata la rappresaglia con l’arresto di 26 lavoratori lecchesi che vennero deportati in Germania nei campi nazisti. Soltanto sette erano destinati a sopravvivere. Un parco li ricorda in corso Matteotti, sull’area ex Stabilini; venne inaugurato nel marzo 2004, quando era sindaco della città Lorenzo Bodega. Una lapide precedente era stata collocata subito dopo la Liberazione in via Castagnera, presso l’istituto Bertacchi, per iniziativa dell’ANPI, sull’area del complesso Bonaiti, dove su 22 operai deportati 14 non tornarono.

La presenza nazista era sempre più numerosa in città: nel maggio 1944 il comando germanico requisisce anche la sede della direzione generale della Banca Popolare di Lecco, in piazza Garibaldi. La vasta piazza degli Affari sul retro della BPL diviene un parcheggio di automezzi e blindati tedeschi

Insomma, l’alba della Libertà era lontana, anche se qualche chiarore sulla linea dell’orizzonte, nel buio tragico dell’occupazione manteneva la speranza, come poi avvenne, di un ritorno tanto atteso alla pace.
A.B.
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