LRH: l'impegno per la sostenibilità tra crisi globale idrica ed energetica
Messaggio promozionale
Il ciclo dell’acqua è circolare per sua stessa natura, ma in un mondo fortemente antropizzato serve garantire e ottimizzare la filiera dell’acqua fino a ciascuna abitazione e attività presente sul territorio.
Con i cambiamenti climatici in atto l’espressione “oro blu” non genera rimandi ai soli territori desertici anche perché la siccità dell’estate del 2022, che ha colpito anche la Lombardia, fa suonare un campanello d’allarme.
Nella provincia di Lecco a gestire questa preziosa risorsa, che viaggia per 2.600 km per l’acqua potabile e per 1.800 km per la fognatura, è Lario Reti Holding, società totalmente a capitale pubblico partecipata dagli Enti Locali, fortemente impegnata sul fronte della sostenibilità.
“Il nostro impegno di questi anni – spiega il presidente di Lario Reti Holding Lelio Cavallier – non si limita alla mera gestione del ciclo dell’acqua: i nostri sforzi su più fronti sono rivolti a non disperdere la risorsa idrica e a valorizzarla. Anche dal punto di vista energetico ci stiamo attrezzando per renderci quanto più autonomi con fonti ecosostenibili”.
Uno dei principali obiettivi, da un punto di vista etico, ambientale ed economico, è di ridurre gli sprechi di acqua potabile: si parte dalla sostituzione dei rubinetti delle fontanelle pubbliche, con pulsanti di limitazione, fino ad interventi più complessi di tipo strutturale.
“Nei Comuni nei quali abbiamo già operato interventi di modellazione della rete e dove abbiamo già fatto la ricerca perdite, ogni anno stiamo risparmiando circa 2,5 milioni di metri cubi di acqua potabile, cioè 2 miliardi e mezzo di litri in un anno. Questi numeri equivalgono all’acqua contenuta in circa 1.000 piscine olimpioniche” dichiara il presidente.
“Negli ultimi anni, in alcuni Comuni, l’attività di ricerca perdite è partita dal cambio dei contatori, alcuni dei quali attrezzati con una speciale tecnologia, consentendoci così di effettuare anche rilievi sulle perdite basati sulle emissioni sonore che, soprattutto in orario notturno, restituiscono dei valori attendibili. Abbiamo svolto questo lavoro in sette Comuni prima di ottenere i fondi del PNRR, grazie ai quali accorceremo i tempi, previsti inizialmente dal nostro programma in circa dieci anni, riuscendo ad intervenire su 32 nuovi Comuni entro il 2025”.
Per indagare e ricevere delle coordinate su come intervenire nella gestione dell’acqua nei periodi di siccità soprattutto nelle aree montane, Lario Reti Holding ha inoltre stretto un accordo di due anni con il Politecnico di Milano. “La quantità di acqua precipitata non si sta riducendo, ma si concentrano i fenomeni temporaleschi ed è un problema. Il Politecnico ha due anni per fornirci dei risultati, la situazione è complicata” ammette Cavallier.
Il Politecnico è stato inoltre impegnato, dal 2018 al 2022, in un progetto che ha riguardato lo studio dei movimenti, in natura nel substrato, degli inquinanti come ad esempio l’arsenico: si è voluto approfondire, ad esempio, se con ritmi inferiori di prelievo gli inquinanti rimangono fermi e diventa possibile prelevare l'acqua da nuove falde oggi non usate.
Questo modello ha consentito di comprendere come eventuali contaminati si diffondano nelle falde acquifere.
Un altro importante investimento da 10 milioni di euro è previsto per il potabilizzatore di Valmadrera, da cui ha origine l’acquedotto Brianteo, capace di far scorrere 1 metro cubo di acqua al secondo, ovvero 16 milioni di metri cubi all’anno pescati a 32 metri di profondità nel Lario. Purtroppo, anche a quelle profondità è stato rilevato che l’acqua ha aumentato la propria temperatura. Questo cambiamento sta favorendo la proliferazione di micro-alghe che rimangono sospese e aspirate nell'impianto, causando lavorazioni aggiuntive per rendere l'acqua potabile, motivo per cui verrà costruito un impianto di chiariflocculazione. “L’impianto di chiariflocculazione consentirà – afferma il numero uno di Lario Reti Holding – di ridurre la presenza di inquinanti nell’acqua da trattare, in particolar modo le alghe ma anche le micro-plastiche, diminuendo l’uso di cloro e migliorando la qualità percepita dell’acqua”.
Un altro tema importante riguarda il riuso delle acque reflue depurate: un processo che può concretizzarsi dialogando con soggetti esterni. Il presidente esemplifica: “Un anno fa abbiamo avviato uno studio con Cartiera dell’Adda a Calolziocorte, per depurare presso il nostro impianto i reflui dei loro processi di produzione della carta, fornendo poi loro acqua depurata per gli usi produttivi. Questo consentirebbe diversi vantaggi ai processi di entrambe le parti, migliorando la qualità degli scarichi in natura e riducendo i consumi di acqua prelevata.”.
Per rendere possibile questa collaborazione bisognerà però attendere la conclusione degli accordi con Cartiera e un potenziale finanziamento dall'UE. Una volta ultimata questa fase, si potrà sfruttare l’intera potenzialità del sito, semplificare il ciclo dell’azoto e sfruttare il digestore anaerobico attualmente non utilizzabile per il basso carico organico che riceve l’impianto. Il fango biologico prodotto con l’aggiunta del carico della cartiera consentirà di rendere sostenibile il processo di produzione di energia elettrica a partire dal digestore stesso.
Un’altra relazione importante è quella instaurata con un’altra società pubblica lecchese, Silea. Grazie a questa relazione le spazzatrici stradali di Silea possono utilizzare l’acqua reflua depurata da Lario Reti Holding grazie alle colonnine spillatrici installate l’anno scorso a Olginate e Bellano. Nei giorni scorsi una terza “stazione” è stata inaugurata a Lecco, ma in questo caso le colonnine attingono al pozzo di prima falda - cioè acqua non potabile - a servizio dell’impianto di depurazione. A ruota, un altro punto di ricarica dovrebbe essere collocato a Ballabio. Ma il principale elemento di sinergia con Silea riguarda la termovalorizzazione dei fanghi da depurazione provenienti dal processo di “trattamento” dell'acqua della rete fognaria.
Lario Reti Holding è impegnata in altri due progetti che seguono la filosofia dell’economia circolare. Tra la fine del 2024 e l'inizio del 2025 sarà inaugurato un nuovo impianto per il trattamento rifiuti prodotti dalle proprie attività di manutenzione di reti ed impianti, con recupero di inerti, ovvero sabbia da poter riutilizzare per le proprie attività. L’impianto di trattamento rifiuti, oltre a quelli prodotti da Lario Reti Holding, sarà in grado di trattare anche rifiuti derivanti dalla pulizia delle caditoie stradali e reti di fognatura bianca, dallo spazzamento stradale ed il percolato derivante dal compostaggio della FORSU. Questi rifiuti, prodotti dalle attività di Silea, sono un altro punto di sinergia tra le due società provinciali. L’impianto potrà trattare fino a 15.000 tonnellate di rifiuti l’anno. Il materiale selezionato, in forma di ghiaia o sabbia sarà pulito e analizzato chimicamente per certificarne la possibilità di riutilizzo in attività quali la posa di nuove reti nel sottosuolo; si eviterà così di sostenere sia i costi dello smaltimento di rifiuti che di acquistare materia prima.
Infine, l’installazione di pannelli fotovoltaici per abbattere i costi energetici che hanno sensibilmente influito sui bilanci societari degli ultimi anni.
La prima attivazione è stata fatta alla fine dell’estate appena trascorsa alla sede di Lecco: “È un investimento da 140 mila euro – commenta con orgoglio Lelio Cavallier – che consentirà alla nostra sede principale di ottenere un’indipendenza energetica del 50%. L’impianto consentirà di raggiungere una potenza di picco pari a circa 120 kWh”. Nei prossimi anni saranno realizzati altri tre impianti fotovoltaici: al depuratore di Valmadrera (400 kWh), al depuratore di Calco (500 kWh), sul serbatoio dell’acquedotto di Civate (700 Kwh). Quest’ultimo intervento consentirà di ottenere 1,5 milioni dai fondi del PNRR al fine di ridurre i consumi generati dalle nuove 9 stazioni di pompaggio dei reflui fognari da Oliveto Lario a Valmadrera. “Questi nuovi impianti fotovoltaici – conclude il presidente Cavallier – ci faranno raggiungere i 2GWh annui di energia elettrica autoprodotta. C’è di più: le altre iniziative tese a ridurre i consumi ci faranno risparmiare ulteriori 2GWh all’anno”.
Con i cambiamenti climatici in atto l’espressione “oro blu” non genera rimandi ai soli territori desertici anche perché la siccità dell’estate del 2022, che ha colpito anche la Lombardia, fa suonare un campanello d’allarme.
Nella provincia di Lecco a gestire questa preziosa risorsa, che viaggia per 2.600 km per l’acqua potabile e per 1.800 km per la fognatura, è Lario Reti Holding, società totalmente a capitale pubblico partecipata dagli Enti Locali, fortemente impegnata sul fronte della sostenibilità.
“Il nostro impegno di questi anni – spiega il presidente di Lario Reti Holding Lelio Cavallier – non si limita alla mera gestione del ciclo dell’acqua: i nostri sforzi su più fronti sono rivolti a non disperdere la risorsa idrica e a valorizzarla. Anche dal punto di vista energetico ci stiamo attrezzando per renderci quanto più autonomi con fonti ecosostenibili”.
Uno dei principali obiettivi, da un punto di vista etico, ambientale ed economico, è di ridurre gli sprechi di acqua potabile: si parte dalla sostituzione dei rubinetti delle fontanelle pubbliche, con pulsanti di limitazione, fino ad interventi più complessi di tipo strutturale.
“Nei Comuni nei quali abbiamo già operato interventi di modellazione della rete e dove abbiamo già fatto la ricerca perdite, ogni anno stiamo risparmiando circa 2,5 milioni di metri cubi di acqua potabile, cioè 2 miliardi e mezzo di litri in un anno. Questi numeri equivalgono all’acqua contenuta in circa 1.000 piscine olimpioniche” dichiara il presidente.
“Negli ultimi anni, in alcuni Comuni, l’attività di ricerca perdite è partita dal cambio dei contatori, alcuni dei quali attrezzati con una speciale tecnologia, consentendoci così di effettuare anche rilievi sulle perdite basati sulle emissioni sonore che, soprattutto in orario notturno, restituiscono dei valori attendibili. Abbiamo svolto questo lavoro in sette Comuni prima di ottenere i fondi del PNRR, grazie ai quali accorceremo i tempi, previsti inizialmente dal nostro programma in circa dieci anni, riuscendo ad intervenire su 32 nuovi Comuni entro il 2025”.
Per indagare e ricevere delle coordinate su come intervenire nella gestione dell’acqua nei periodi di siccità soprattutto nelle aree montane, Lario Reti Holding ha inoltre stretto un accordo di due anni con il Politecnico di Milano. “La quantità di acqua precipitata non si sta riducendo, ma si concentrano i fenomeni temporaleschi ed è un problema. Il Politecnico ha due anni per fornirci dei risultati, la situazione è complicata” ammette Cavallier.
Il Politecnico è stato inoltre impegnato, dal 2018 al 2022, in un progetto che ha riguardato lo studio dei movimenti, in natura nel substrato, degli inquinanti come ad esempio l’arsenico: si è voluto approfondire, ad esempio, se con ritmi inferiori di prelievo gli inquinanti rimangono fermi e diventa possibile prelevare l'acqua da nuove falde oggi non usate.
Questo modello ha consentito di comprendere come eventuali contaminati si diffondano nelle falde acquifere.
Un altro importante investimento da 10 milioni di euro è previsto per il potabilizzatore di Valmadrera, da cui ha origine l’acquedotto Brianteo, capace di far scorrere 1 metro cubo di acqua al secondo, ovvero 16 milioni di metri cubi all’anno pescati a 32 metri di profondità nel Lario. Purtroppo, anche a quelle profondità è stato rilevato che l’acqua ha aumentato la propria temperatura. Questo cambiamento sta favorendo la proliferazione di micro-alghe che rimangono sospese e aspirate nell'impianto, causando lavorazioni aggiuntive per rendere l'acqua potabile, motivo per cui verrà costruito un impianto di chiariflocculazione. “L’impianto di chiariflocculazione consentirà – afferma il numero uno di Lario Reti Holding – di ridurre la presenza di inquinanti nell’acqua da trattare, in particolar modo le alghe ma anche le micro-plastiche, diminuendo l’uso di cloro e migliorando la qualità percepita dell’acqua”.
Un altro tema importante riguarda il riuso delle acque reflue depurate: un processo che può concretizzarsi dialogando con soggetti esterni. Il presidente esemplifica: “Un anno fa abbiamo avviato uno studio con Cartiera dell’Adda a Calolziocorte, per depurare presso il nostro impianto i reflui dei loro processi di produzione della carta, fornendo poi loro acqua depurata per gli usi produttivi. Questo consentirebbe diversi vantaggi ai processi di entrambe le parti, migliorando la qualità degli scarichi in natura e riducendo i consumi di acqua prelevata.”.
Per rendere possibile questa collaborazione bisognerà però attendere la conclusione degli accordi con Cartiera e un potenziale finanziamento dall'UE. Una volta ultimata questa fase, si potrà sfruttare l’intera potenzialità del sito, semplificare il ciclo dell’azoto e sfruttare il digestore anaerobico attualmente non utilizzabile per il basso carico organico che riceve l’impianto. Il fango biologico prodotto con l’aggiunta del carico della cartiera consentirà di rendere sostenibile il processo di produzione di energia elettrica a partire dal digestore stesso.
Un’altra relazione importante è quella instaurata con un’altra società pubblica lecchese, Silea. Grazie a questa relazione le spazzatrici stradali di Silea possono utilizzare l’acqua reflua depurata da Lario Reti Holding grazie alle colonnine spillatrici installate l’anno scorso a Olginate e Bellano. Nei giorni scorsi una terza “stazione” è stata inaugurata a Lecco, ma in questo caso le colonnine attingono al pozzo di prima falda - cioè acqua non potabile - a servizio dell’impianto di depurazione. A ruota, un altro punto di ricarica dovrebbe essere collocato a Ballabio. Ma il principale elemento di sinergia con Silea riguarda la termovalorizzazione dei fanghi da depurazione provenienti dal processo di “trattamento” dell'acqua della rete fognaria.
Lario Reti Holding è impegnata in altri due progetti che seguono la filosofia dell’economia circolare. Tra la fine del 2024 e l'inizio del 2025 sarà inaugurato un nuovo impianto per il trattamento rifiuti prodotti dalle proprie attività di manutenzione di reti ed impianti, con recupero di inerti, ovvero sabbia da poter riutilizzare per le proprie attività. L’impianto di trattamento rifiuti, oltre a quelli prodotti da Lario Reti Holding, sarà in grado di trattare anche rifiuti derivanti dalla pulizia delle caditoie stradali e reti di fognatura bianca, dallo spazzamento stradale ed il percolato derivante dal compostaggio della FORSU. Questi rifiuti, prodotti dalle attività di Silea, sono un altro punto di sinergia tra le due società provinciali. L’impianto potrà trattare fino a 15.000 tonnellate di rifiuti l’anno. Il materiale selezionato, in forma di ghiaia o sabbia sarà pulito e analizzato chimicamente per certificarne la possibilità di riutilizzo in attività quali la posa di nuove reti nel sottosuolo; si eviterà così di sostenere sia i costi dello smaltimento di rifiuti che di acquistare materia prima.
Infine, l’installazione di pannelli fotovoltaici per abbattere i costi energetici che hanno sensibilmente influito sui bilanci societari degli ultimi anni.
La prima attivazione è stata fatta alla fine dell’estate appena trascorsa alla sede di Lecco: “È un investimento da 140 mila euro – commenta con orgoglio Lelio Cavallier – che consentirà alla nostra sede principale di ottenere un’indipendenza energetica del 50%. L’impianto consentirà di raggiungere una potenza di picco pari a circa 120 kWh”. Nei prossimi anni saranno realizzati altri tre impianti fotovoltaici: al depuratore di Valmadrera (400 kWh), al depuratore di Calco (500 kWh), sul serbatoio dell’acquedotto di Civate (700 Kwh). Quest’ultimo intervento consentirà di ottenere 1,5 milioni dai fondi del PNRR al fine di ridurre i consumi generati dalle nuove 9 stazioni di pompaggio dei reflui fognari da Oliveto Lario a Valmadrera. “Questi nuovi impianti fotovoltaici – conclude il presidente Cavallier – ci faranno raggiungere i 2GWh annui di energia elettrica autoprodotta. C’è di più: le altre iniziative tese a ridurre i consumi ci faranno risparmiare ulteriori 2GWh all’anno”.
M. P.