Il progetto per il Lido e le richieste di Palermo, parla Invernizzi

Alberto Invernizzi
Questo uno dei passaggi della deposizione odierna di Invernizzi, chiamato a testimoniare dalla pubblica accusa e "interrogato" su più aspetti, a cominciare dalla sua firma sulla planimetria presentata dai soci della Lido di Parè srl a corredo della loro domanda per partecipare al bando per l'aggiudicazione del Pratone. A chiedergli di occuparsene, come professionista, sarebbe stato proprio Ernesto Palermo che si sarebbe presentato nel suo studio accompagnato una prima volta da Saverio Lilliu poi da Antonello Redaelli. Tre o al massimo quattro sarebbero stati gli incontri. Non più di due ore, poi, il tempo speso per mettere insieme le richieste e realizzare il disegno. 500 euro, infine, quanto percepito dall'ingegnere, dietro presentazione di regolare fattura alla srl, pagata personalmente da Palermo, con una sola banconota. Una cifra, quella indicata da Invernizzi, comprensiva anche della variante chiesta sempre dal collega consigliere dopo l'aggiudicazione provvisoria, una variante di cui il progettista avrebbe brevemente discusso anche con il sindaco di Valmadrera Marco Rusconi, incontrato per lavoro, una variante minima dettata dal posizionamento degli allacci e dalla richiesta dell'amministrazione comunale di liberare una parte dell'area fronte lago su cui l'ingegnere aveva inizialmente previsto delle sdraio.
Tre infine le pratiche citate dal teste in riferimento a domande-richieste ricevute da Ernesto Palermo. La prima relativa ad un'area demaniale, rimasta ferma senza che Invernizzi abbia avuto la possibilità di capire dal suo interlocutore nemmeno dove. La seconda inerente la così detta "area Galli" che il calabrese avrebbe voluto diventasse edificabile nel nuovo Pgt che non "prevedeva però aree di espansione" come ricordato dal presidente della commissione urbanistica che ha anche spiegato come vi fossero dei vincoli idrogeologici. "Palermo ha insistito". Ma non si fece nulla. Face invece sorridere Invernizzi l'interessamento del galbiatese su una strada ad Acquate che già da tempo si era deciso di cancellare anche perché per realizzarla si sarebbe andati a danneggiare il santuario della Madonna di Lourdes. "Mi chiedeva se fosse stata stralciata. Si, sono mesi che se ne stava parlando".
"Non si è posto il problema per qualche ragione glielo domandasse?" "No si stava discutendo i criteri del Pgt, ci si confrontava, se ne parlava con quasi tutti i consiglieri".
Ed invece, stando ai capi d'imputazione, l'interessamento di Palermo sarebbe stato meramente economico. Avrebbe infatti chiesto e ottenuto da Claudio Crotta (imputato), tramite Claudio Bongarzone (già condannato in abbreviato), una mazzetta per far eliminare una strada... che non c'era già più.
A.M.