Lecco: presentato il catalogo delle mostre 2024, tra Palazzo delle paure e Torre Viscontea

Due esposizioni a concludere il ciclo “didattico” sulla storia della pittura italiana dall’Ottocento agli Sessanta del Novecento e che rientrano nel progetto di “grandi mostre” che il Comune ha appaltato alla società “Vidi”. E poi un’altra decina di iniziative proposte da associazioni e privati, oltre naturalmente i consolidati appuntamenti natalizi con il “Capolavoro per Lecco” firmato dalla comunità parrocchiale della Madonna del Rosario e la mostra di presepi e diorami.
E’ stato presentato il calendario delle mostre in programma in città nel prossimo anno e divise tra Palazzo delle paure e Torre Viscontea con l’esclusione di Villa Manzoni chiusa per i lavori di restauro. All’incontro erano presenti l’assessore alla cultura Simona Piazza, la consulente per i musei Barbara Cattaneo, il direttore di Vidi Fabio Sanvito e Susanna De Maron a rappresentare la comunità parrocchiale del centro cittadino.
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Sul fronte delle “grandi mostre”, come detto, i due appuntamenti del 2024 concluderanno il percorso che in questi anni ha voluto riassumere l’evoluzione dell’arte italiana tra Ottocento e Novecento. Si era partiti con il Verismo e il Simbolismo nel 2022 per arrivare il prossimo anno con l’Informale dell’immediato secondo dopoguerra (dal 15 marzo al 23 giugno) e con le sperimentazioni degli anni Sessanta tra pop art e arte povera (dal 5 luglio al 24 novembre).
Se fino al 14 gennaio è possibile visitare la mostra di presepi a Villa Manzoni e fino al 3 marzo l’attenzione è rivolta all’Isacco di Michelangelo a Palazzo delle paure (il “Capolavoro per Lecco” di queste festività natalizie inserito ancora nel calendario 2023), il primo appuntamento proposto dal programma delle mostre del prossimo anno è quello con la fotografie di don Alberto Maria De Agostini (1883-1960), capostipite della famiglia di editori geografici: “Immagini di un mondo scomparso”; alla Torre Viscontea dal 10 febbraio al 3 marzo su iniziativa della sezione lecchese del Cai che proprio nel 2024 celebra i 150 anni.
Altri sette gli appuntamenti in programma il prossimo anno alla Torre Viscontea: dal 16 marzo al 7 aprile, esposte le fotografia di Gian Maria Zapelli scattate lungo le strade di tutto il mondo, non una passeggiata “on the road” ma uno sguardo sulla vita di strada, sul contrasto tra povertà e ricchezza (promuove il gruppo lecchese di Rete Radiè Resh); dal 20 aprile al 19 maggio la mostra fotografica “Transumanza” con le opere che Stefano Pensotti e Carlo Sala hanno donato alle collezioni museali e scattate durante il periodo del covid a documentare la città deserta attraversata e invasa da greggi in transito; dal 25 maggio al 16 giugno l’ormai consueta rassegna “Lecco in acquerello” organizzata dal liceo artistico “Medardo Rosso” e incentrato quest’anno sulla lettura del libro “Come un fiore sull’acqua” di Lodovica Cima, origini lecchesi e autrice di libri per l’infanzia; dal 29 giugno al 28 luglio, “Urbem e Suburbum”, una mostra personale dell’italo-britannico Jonathan Guaitamacchi con paesaggi urbani tra distopico e fantastico (proposta dello studio Francesca Btambilla). Tra settembre e ottobre, su iniziativa dell’associazione “Lumis Arte” si terrà invece “Il tramonro del paesaggio. Antichi e muovi aspetti del naturalismo lombardo”, quasi a voler riannodare un filo con una indimenticata mostra degli anni Settanta a Villa Manzoni (“Aspetti del naturalismo lombardo: da Gola a Morlotti”): l’esposizione raccoglierà dipinti e fotografie a testimoniare modi differenti di lettura del paesaggio; tra ottobre e novembre, inoltre, vi sarà il consueto appuntamento con “Immagimondo”, la rassegna organizzata da “Les Cultures” e infine l’immancabile mostra dei presepi sfrattata da Villa Manzoni appunto dai lavori di restauro.
Altra mostra fotografica  (“Così sprezzanti, così affascinanti”) è in calendario a partire dal mese di giugno a Palazzo della paure dove resterà allestita per un anno intero. Sempre alle “Paure”, inoltre, è in arrivo una mostra curata da Marta Cassin e dedicata al gruppo alpinistico dei “Ragni” e alla conquista del Cerro Torre nel 1974, ricorrendo quindi il cinquantesimo. Un’impresa leggendaria e un primato, quello dei maglioni rossi lecchesi primi salitori ormai assodato una volta per tutte dopo anni di incertezze, polemiche e incredibili vicende umane a tessere una storia straordinariamente affascinante. Dei “ragni” che arrivarono in vetta, l’unico sopravvissuto è Mario Conti, 79 anni: risulta disperso da un mese, da quando non è rientrato alla propria abitazione di Morbegno dopo una passeggiata tranquilla sui monti attorno a casa.
Nel corso dell’estate, inoltre Palazzo delle paure ospiterà anche una mostra di bonsai.
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Nel presentare il calendario, l’assessore Piazza ha parlato di appuntamenti ormai tradizionali e  imperdibili per i lecchesi ed è ritornata a prefigurare l’organizzazione museale dei prossimi anni con la Villa Manzoni dedicata soltanto alle raccolte manzoniane e al museo della lingua italiana dopo il trasferimento della galleria di arte moderna e contemporanea alle “Paure”, mentre a Torre Viscontea dovrà trovare una propria identità, partendo dalla terrazza sommitale che consente una visuale dal lago ai monti e al lago e ai monti potrebbero essere appunto riservati gli spazi espositivi, naturalmente una volta ristrutturato anche quel complesso. Per Palazzo Belgiojoso, invece, confermata la destinazione storica e naturalistica, peraltro arricchita dalla presenza del Planetario. E di identità ha parlato anche a proposito dello stesso Palazzo delle paure, un’identità, quella del museo tra le piazze XX Settembre e Cermenati, «alla quale stiamo lavorando da anni».
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Lo spunto è stato dato da un’osservazione di De Maron sulla felice collocazione del “Capolavoro per Lecco” in una sede che si è dimostrata ideale: nella passata edizione, i visitatori sono stati 8mila. E a proposito di visitatori, la stessa Piazza ha annunciato per il mese di gennaio la presentazione dei dati sull’afflusso nei musei cittadini nel corso del 2023 dati che dimostrano un aumento rispetto agli anni del covid. Lo stesso Sanvito, ha parlato di un notevole interesse alle due “grandi mostre” di quest’anno, con una forte presenza di visitatori in possesso dell’abbonamento “Musei di Lombardia”, una sorta di passe-partout sempre più diffuso.
D.C.
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