Monte Marenzo: truffa per una autopsia? Il caso in aula

Una truffa dopo l'altra. La seconda - se provata - ancor più subdola sfruttando il dolore di due parenti e il loro desiderio di vederci chiaro sulla scomparsa di un loro caro, mancato a soli 50 anni.
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Quest'oggi in Tribunale a Lecco - nel corso di un'udienza resa lampo da un problema tecnico che ha fatto aggiornare la causa al prossimo anno, dinnanzi ad altro giudicante - si è tornati a parlare della morte di un operaio di Monte Marenzo. Morte risalente al 2016, quando l'uomo si è spento ufficialmente per arresto cardio-respiratorio sopraggiunto in un quadro clinico complicato, in presenza di una marcata cirrosi epatica aggravatasi – a giudizio dei famigliari – dopo che lo stesso, in due distinte occasioni, sarebbe stato indotto da terze persone a bere. Un'accusa quest'ultima - formalizzata in un esposto - che non ha però trovato, da quanto è parso di capire quest'oggi in Aula, una strada giudiziaria, con il fascicolo imbattutosi in un'archiviazione. Avrebbe però attirato l'interesse dei due odierni imputati - entrambi assistiti da legali d'ufficio, uno dei quali nominato direttamente in Aula in assenza del difensore titolare - finito a processo con l'accusa di truffa, per aver spillato soldi -circa 7.000 euro - a due parenti del 50enne, promettendo loro di far intervenire un super esperto che avrebbe potuto provare quando da loro denunciato. Un raggiro che a questo punto - se la tesi accusatorio dovesse reggere al vaglio giudiziario -  si accoderebbe ad altro raggiro subito nell'ultima fase della sua vita dallo stesso montemarenzino. Nel novembre del 2020 in Tribunale a Lecco si è chiuso infatti un altro processo vertente sui risparmi dell'operaio - 90.000 euro - finiti nelle tasche di un giovane, classe 1991, poi condannato in primo grado a 2 anni e 2 mesi, proprio per truffa ai suoi danni. Avrebbe fatto credere al malcapitato di aver aderito ad un piano di investimenti, alleggerendogli nei fatti il conto corrente senza alcun altro ritorno.
Quanto alla nuova causa, si tornerà in Aula il 26 gennaio dinnanzi al dottor Gianluca Piantadosi, dopo il rinvio odierno disposto dal collega Paolo Salvatore risultato già intervenuto in altra fase dell'intricato iter processuale.
A.M.
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