Mandello: consegnate le benemerenze a Pasut, Zucchi e Callone

Anche in questo mese di dicembre non è mancato a Mandello del Lario, nel corso di un Consiglio comunale straordinario, il momento della consegna delle civiche benemerenze, denominate “Grigna d'oro” in omaggio alla montagna che dai suoi 2.410 di altitudine sovrasta la cittadina. Per quest'anno la cerimonia si è svolta ieri, 18 dicembre.
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I figli di Adriana Pasut
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Michele Zucchi con la nipote Amanda e il figlio Roberto
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Leo Callone

“Siete un esempio per tutti”, le parole del sindaco Riccardo Fasoli all'indirizzo dei tre cittadini che attraverso strade diverse hanno scritto pagine di storia indimenticabili. Come Adriana Pasut, venuta a mancare nel settembre 2022 all'età di 98 anni, che appena 19enne, nell'inverno del 1943-44, mettendo a rischio la propria vita, ha sfidato i controlli e i rastrellamenti delle milizie fasciste e dei militari tedeschi per portare aiuto ai partigiani, credendo profondamente negli ideali di libertà e giustizia; la donna trovò poi la forza di perdonare i fascisti che uccisero suo fratello Domenico. A ritirare la medaglia d'oro i figli Nikos ed Eros Maggi. 
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L'altra storia, analoga alla prima nella motivazione, vede come protagonista Michele Zucchi, 100 anni compiuti lo scorso marzo, ancora oggi in grado di raccontare con lucidità e dovizia di particolari il suo passato nelle file della Divisione “Acqui” a Cefalonia del 1943: il rifiuto di una resa ai tedeschi, i giorni di resistenza, la deportazione in Russia, la prigionia a fasi alterne, prima dei tedeschi e poi dei sovietici, tutte storie di vita vissuta e oggi diventata anche per gli alunni delle scuole patrimonio di un esempio di resistenza e di attaccamento ai valori di libertà, giustizia e pace che può rappresentare un modello per tutta la comunità. Con commozione, è stato lui stesso a ritirare l'ambita "Grigna d'oro".
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Il terzo riconoscimento, assegnato per "attività sportive, solidaristiche e filantropiche”, è andato a Leardo Callone, per tutti Leo "il caimano del Lario", grande nuotatore in acque libere, primatista italiano per venticinque anni, con la traversata della Manica nel suo ampio curriculum. Da un grave lutto familiare, la perdita del giovane figlio Nicola, Leo ha trovato la forza di ricominciare mettendo al servizio del prossimo le sue imprese natatorie, e grazie alle sue competizioni e alle sue vittorie ha contribuito alla realizzazione della Parrocchia e della clinica di San Luis in Guatemala, nella missione di Padre Mario Balbiani: un esempio di resilienza e altruismo che dà lustro a Mandello del Lario e che è stato anche oggetto del film “Cento milioni di bracciate” girato dalla regista comasca Donatella Cervi.
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