Valmadrera: ha dedicato la vita a prendersi cura del sublime, in tanti per l'addio a Leo Bonacina

“Queste montagne suscitano nel cuore il senso dell’infinito, con il desiderio di sollevare la mente verso ciò che è sublime”. Chissà quante volte, nei suoi giri tra le vette alpine, Leopoldo Bonacina si sarà fermato ad ammirare silenzioso il sublime spettacolo della natura. Chissà quante volte, di fronte a certi panorami, il cuore del 58enne valmadrerese avrà avvertito un senso di profonda pace, come il viandante di Friedrich di fronte al mare di nebbia. 
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Leopoldo Bonacina

È lì, tra le montagne che tanto amava, che il valmadrerese ha perso la vita giovedì scorso precipitando per un centinaio di metri nei pressi del canalone Belasa sul Moregallo. Una scomparsa improvvisa come dei tanti temporali che tutti gli alpinisti valmadreresi hanno incontrato almeno una volta nelle loro ascese. C’erano proprio loro, i membri di CAI e soprattutto OSA, l’associazione a cui Bonacina apparteneva da decenni, in prima fila oggi durante i funerali in chiesa parrocchiale. “Cosa sei andato a combinare Leo? Te ne sei andato all’improvviso come un lampo inaspettato nel cielo. Amavi la montagna perché dentro di te c’era un’instancabile sete di infinito. La montagna ti ha accolto nel suo grembo come una madre accoglie i suoi figli” ha ricordato un commosso don Isidoro Crepaldi durante l’omelia. 
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La vita di Leopoldo Bonacina, però, non era solo montagna. Era impegno nel Mato Grosso o nel centro diurno per i disabili. La chiesa, non a caso, era gremita oltre l’ultimo posto disponibile. Sembrava che l’intera Valmadrera si fosse radunata per l’ultimo saluto ad un uomo che ha dedicato l’intera sua vita a prendersi cura del sublime, quello meraviglioso della natura e quello nascosto nel cuore dei più bisognosi. “Quante avventure, quanti lavori pratici che hai svolto Leo. Con il tuo servizio ai malati e ai disabili hai reso le parole “beati voi” un segno di vita vissuta. Mai avremmo pensato di sperimentare un dolore così inatteso a pochi giorni dal Natale” ha aggiunto don Isidoro. 
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Tra le forme di sublime di cui Leo si è preso cura c’era senza dubbio anche l’amicizia. Tanti, del resto, erano gli amici che hanno partecipato alle esequie. Tra loro anche don Eusebio Stefanoni, il quale ha voluto concelebrare la messa insieme a don Isidoro.
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Dopo la cerimonia, mentre il feretro veniva accompagnano sul piazzale della chiesa, quegli stessi amici si sono stretti in un silenzioso e composto abbraccio intorno alla famiglia di Leopoldo Bonacina: la madre Silvana, le sorelle Sabrina e Angela, i nipoti Maria Cristina, Gabriele e Michael. 
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“Hai sperimentato la bellezza del creato e ora sperimenti l’abbraccio del Creatore. Hai amato tanto Gesù e il suo Vangelo, tu che portavi nello zaino l’icona della Madonna di San Martino. Ora sei lì, con Gesù. Lui è in te per sempre. Digli che vorremmo tanto la pace per questo mondo” ha concluso don Isidoro. Questa, per il 58 valmadrerese, è l’ultima ascesa, la più importante. Di fianco a lui non ci sarà l’amico più fidato, quel cane che giovedì ha segnalato ai soccorsi la sua presenza dopo essere rimasto per ore a vegliare il corpo del suo padrone. Ad attendere Leo sulla cima, però, ci sarà quel Dio che l’uomo ha pregato ogni giorno partecipando alla messa. 
A.Bes.
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