Galbiate: i piccoli protagonisti del presepe di Villa Vergano

“Fin dai tempi di San Francesco, la sacra rappresentazione è un modo per essere presenti alla nascita di Gesù”. Le parole pronunciate prima dell’inizio da don Erasmo Rebecchi, parroco di Galbiate, raccontano solo parte del significato del presepe vivente andato in scena ieri sera a Villa Vergano.
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Non si è trattato, infatti, semplicemente di una “sacra rappresentazione” bensì di un vero e proprio rito comunitario preparato nei minimi particolari dalle famiglie che frequentano l’oratorio.
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Un impegno reso evidente soprattutto da un dettaglio: i lumini. Il tracciato percorso dal corteo era indicato da centinaia di lumini accesi e disposti con cura lungo le vie. Un gesto semplice che testimoniava il legame della comunità con la propria frazione, immersa nel verde e contornata da panorami che, soprattutto al tramonto, lasciano estasiati. Il compito di mantenere vivo questo rapporto intimo e prezioso spetta inevitabilmente alle giovani generazioni, non a caso le vere protagoniste dell’iniziativa.

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Sono stati i bambini, che impersonavano angeli o stelline, a guidare il corteo lungo un percorso che ha toccato una serie di punti iconici di Villa Vergano. In questo modo, mentre osservavano i figuranti riprodurre le scene della Natività, i più piccoli entravano in contatto con alcuni tesori nascosti, come caratteristiche cascine o punti panoramici, situati a pochi passi dalle loro abitazioni. In alcune tappe, essi hanno anche letto delle poesie che hanno suscitato gli applausi del pubblico.
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Accanto al significato religioso, quindi, questo grande rito comunitario mirava anche a rafforzare il legame tra i bambini e il luogo in cui sono nati e cresciuti. “Da circa una decina d’anni il presepe vivente chiude la prima parte del catechismo” ha ricordato don Roberto Brizzolari. Partito dalla chiesa di San Rocco intorno alle 17, il corteo ha percorso le principali vie della frazione per poi scendere fino alla parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo. 
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Tra i residenti che osservavano dalla finestra c’era anche Celeste Colombo, giunto da pochi giorni alla veneranda età di cento anni. 
Il momento più commovente dell’intera serata, però, si è svolto alla fine. Di fronte al pubblico radunato sul sagrato della chiesa parrocchiale hanno fatto il loro ingresso i piccoli nati nell’arco dell’anno. “Natale è la festa della vita che nasce. Per questo, vogliamo far rappresentare Gesù a tutti i nuovi nati del 2023” hanno ricordato gli organizzatori dal microfono mentre il sole si addormentava dietro le montagne. 
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“Un pensiero anche per Melania, che sicuramente ci starà guardando dal Paradiso”. Il ricordo della piccola di Villa Vergano scomparsa a ottobre a soli sette mesi ha caricato l’atmosfera di un’intensa emozione rotta solo dall’intervento degli zampognari. Dopo gli auguri di don Roberto, la serata si è conclusa con la recita della preghiera per la pace di Giovanni Paolo II. Perché anche da questo piccolo angolo disperso nella natura non può mancare uno sguardo verso le tragedie che scuotono il mondo di cui tutti facciamo parte. Soprattutto a pochi giorni da Natale, quella che dovrebbe essere la festa “della vita che nasce”.
A.Bes.
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