Premana: meno alberi, per 'mettere in sicurezza il territorio'

Il progetto di alleggerimento dei versanti vallivi sul torrente Varrone nel tratto compreso tra l’Alpe Gebbio e la località Giabbio – portato avanti dalla Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera e finanziato da Regione Lombardia – è stato al centro di un incontro pubblico presso la sala consiliare promosso dal Comune di Premana.
Obiettivo quello di illustrare il suddetto progetto e gli interventi che verranno realizzati, da una parte, e di chiarire eventuali dubbi e questioni dei proprietari dei terreni e di altri diritti reali, i cui immobili saranno interessati dalle procedure espropriative, dall’altra.
Il sindaco Elide Codega ha chiarito innanzitutto la genesi di un piano che “nasce già nel 2016–2017, quando vi furono i primi smottamenti lungo il torrente Varrone, che iniziò a erodere le sponde nei pressi della zona detta Fim. Questo ci portò a sollecitare un intervento da parte di Regione Lombardia, che ha la competenza sul tratto maggiore del corso d’acqua”. Detto fatto, la Regione ha finanziato uno studio di bacino sul torrente che nasce dall’omonimo Pizzo e che lambisce i territori di diversi comuni lecchesi, prima di raggiungere Dervio, dove sfocia nel Lario. “Lo studio è stato presentato e approvato nel 2021” ha proseguito Codega “e quello che stiamo illustrando oggi è il primo intervento finanziato da Regione Lombardia in questo ambito”. Citando l’avviso pubblicato lo scorso 6 dicembre da Comunità Montana, verranno realizzate “opere di regimazione idraulica nel valletto detto “Creghenciga”, nella valle di “Lavinol” e nella zona detta “Fim”, oltre ad opere di ingegneria naturalistica e di alleggerimento del versante. Complessivamente tutti interventi volti alla riduzione del dissesto idrogeologico delle aree individuate all’interno del Piano di Bacino del Torrente Varrone”.
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In pratica, verranno disboscati parzialmente i pendii sovrastanti il corso del Varrone, nella zona che va da Giabbio alla località Gebio, da entrambi i versanti della valle. Su quello che ospita Premana, gli interventi si manterranno circa 100/150 metri sotto l’abitato, fatta eccezione per il valletto “Crechenciga”, una valle laterale ritenuta “a rischio” della quale si seguirà il corso fin sopra il paese. L’obiettivo è quello di ridurre la quantità di legname che potrebbe potenzialmente raggiungere e ostruire il corso del Varrone o di altri torrenti minori in caso di eventi calamitosi, mitigando così il rischio di straripamenti e conseguenti danni. “Si andrà dunque a tutelare innanzitutto la zona industriale di Premana – “cuore pulsante” del paese dal punto di vista economico – un’area ad alto rischio nel caso di eventi alluvionali intensi, come furono quelli del giugno 2019” ha aggiunto il sindaco.

L’Ing. Davide Maroni – responsabile del settore tecnico presso la Comunità Montana V.V.V.E.R. – e il Dott. Forestale Giulio Zanetti – incaricato di valutare la fattibilità tecnico/economica dell’opera - hanno proseguito nell’illustrare il progetto, per il quale la Regione ha stanziato 350.000 euro (250.000 euro per gli interventi veri e propri e il rimanente in spese di progettazione, pubblicità, costi di esproprio, …), nell’ambito del “Piano Lombardia”. “L’iter ha preso il via nel 2022 e oggi abbiamo la planimetria generale delle aree che saranno oggetto di “pulizia”, compresi i numeri di mappale con i relativi proprietari e gli indennizzi che andranno corrisposti a questi ultimi” ha spiegato Maroni. Parliamo di centoottant’otto particelle private e dodici comunali, per un totale di 23 ettari di bosco che saranno interessati dalle procedure di taglio e messa in sicurezza.
“Si tratta di interventi di pubblica utilità, in quanto andiamo a migliorare la sicurezza del territorio, tutelando sia la zona industriale che le vie d’accesso alle strade agro-silvo pastorali verso l’Alpe Forni (e da lì verso l’Alpe Barconcelli oppure verso Varrone) e verso l’Alpe Chiarino. Le quali giocano a loro volta un ruolo fondamentale nel rendere accessibili gli alpeggi premanesi e nel garantire la cura e la manutenzione del territorio” ha proseguito l’Ingegnere.
L’avviso pubblicato da Comunità Montana lo scorso 6 dicembre rimarrà visibile per trenta giorni, durante i quali i proprietari e i portatori di altri diritti reali, i cui immobili sono interessati dalle procedure espropriative, potranno presentare in forma scritta le loro eventuali osservazioni, che verranno valutate per ogni conseguente determinazione. “Al termine di questa fase di interlocuzione, avremo un progetto definitivo e provvederemo ad inviare le notifiche dirette ai soggetti individuati catastalmente o anagraficamente per procedere con gli espropri”. A tal proposito Maroni ha spiegato, da una parte, che quello che acquisirà il Comune di Premana sarà un diritto di superficie (dunque, la proprietà rimarrà al titolare); dall’altra, che le aree oggetto di esproprio possono essere sottoposte a questo procedimento perché si trovano nel bacino del torrente Varrone. Il diritto di superficie avrà una durata di 25 anni decorrenti dalla data di notifica del decreto di esproprio; un lasso di tempo giustificato dal fatto che, a partire dalla data di chiusura del “primo giro” di interventi (prevista per la fine del 2025), si possa ancora operare per vent’anni, con successive operazioni di messa in sicurezza. Maroni ha chiarito la volontà di “fare le cose bene, per mantenere i fondi di Regione Lombardia”.

Il Dott. Forestale Zanetti ha proseguito illustrando più dettagliatamente gli interventi, che inizieranno nell’autunno 2024. Ci si concentrerà in modo particolare sulle aree più impervie, come pareti rocciose, nelle quali – da una parte – i privati faticano ad intervenire e – dall’altra – sono presenti le piante a maggior rischio di caduta in caso di eventi metereologici estremi. “In queste aree interverranno ditte specializzate e si andrà a rimuovere dal trenta al cinquanta per cento degli alberi presenti. Mentre nelle zone più accessibili, si taglierà meno e i privati potranno contribuire agli interventi”. 
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L'area di intervento

Zanetti ha in generale sottolineato “l’estremo grado di differenziazione dei boschi che saranno oggetto di intervento: varietà diverse, densità di piante diversa, pendii diversi, diversa accessibilità all’area. Questo significa che interverremo in modo flessibile, con metodi di taglio e di trasporto del legname differenti. Si utilizzeranno teleferiche, oppure si farà ricorso all’elicottero. In alcuni casi, tronchi e rami verranno invece posizionati trasversalmente a fare da “barriera” in caso di caduta di massi già instabili dalle zone sovrastanti. Infine, il legname resterà alle ditte, in quanto sarebbe logisticamente impossibile far pervenire ad ogni proprietario la sua parte”.

Capitolo indennità: fatto, ovviamente, salvo che ognuno potrà scegliere se ricevere o meno il compenso, l’idea è che la rinuncia ad una somma a conti fatti “irrisoria” per il privato favorirebbe, nell’aggregato, un risparmio nell’ordine dei 15.000/20.000 euro, che potrebbero essere reinvestiti in altri interventi di tutela del territorio.

Il sindaco Codega ha infine ripreso la parola, per riprendere quanto detto in apertura, ribadendo la “presenza esagerata di piante attorno all’abitato di Premana, per cui questo intervento sarà il primo di messa in sicurezza della zona industriale e in generale delle aree lambite dal torrente Varrone. È chiaramente una mitigazione, e non un’eliminazione, del rischio, con la quale speriamo anche di favorire un cambio di cultura e interventi futuri, per tornare a prenderci cura del nostro territorio e della nostra pubblica sicurezza”.

QUI il link al sito di Comunità Montana, per l’accesso all’Avviso e alle mappe catastali delle aree interessate dagli interventi.
A.Te.
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