Magistris e Dell'Oro presentano la loro 'Valmadrera segreta'

“La storia è maestra di vita” diceva qualcuno nell’antichità. Se ciò è vero, Gianni Magistris e Vincenzo dell’Oro si sono calati nei panni degli “studenti” e hanno preso nota quello che gli ha detto la loro insegnante. Il testo Valmadrera Segreta, presentato ieri sera nell’auditorium del centro culturale Fatebenefratelli, è il risultato non di una singola lezione ma di un lungo percorso di apprendimento.
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Tutto nasce dall’amore di Vincenzo Dell’Oro per “ripostigli, solai e gli altri luoghi dove vanno a finire cianfrusaglie di ogni genere”, come ad esempio gli archivi comunali. Un sentimento tanto profondo quanto particolare modellato e maneggiato da colui che Katia Sala, giornalista nonché moderatrice dell’incontro, ha definito “il nume tutelare della valmadreresità”: il compianto Achille Dell’Oro, il quale prese con sé il signor Vincenzo durante le sue ricerche negli archivi.
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Questo libro, in altre parole, è un modo per rendere onore non solo alla storia e alle sue lezioni ma anche a chi quella storia l’ha coltivata e custodita come merita. Non a caso, il testo si apre con una filastrocca inedita di Achille Dell’Oro, intitolata “gli umani commedi” e composta da 300 versi. 
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“Prima si aspettava il Natale per mangiare il mandarino. Ora si aspetta che il Natale passi ci si è rotti i maroni. La storia è questa. Nel secondo dopoguerra io ero un bambino e ho visto la fame. Per fortuna io vivevo in una famiglia contadina quindi non ci è mai mancato da magiare” ha aggiunto Magistris. “Questa è in parte anche la mia storia. Chi saremmo noi e dove potremo andare se non sappiamo quali sono le nostre origini e le nostre radici? Vedremo, potrebbe non essere l’ultimo testo della trilogia. Ci sono ancora tanti fatti e notizie che non sono ancora stati raccontati”.
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Gianni Magistris

 A differenza dei due testi precedenti, tra cui figurava anche “La mia Valmadrera. Da Borgo a città”, questa volta l’opera dei due infaticabili ricercatori si concentra su alcune vicende solo all’apparenza “minime”. “Durante le visite in archivio sentivo il bisogno di raccogliere quante più notizie possibili su Valmadrera. L’obiettivo del libro è portare alla luce alcuni aspetti di come era la vita nella nostra comunità uno o due secoli fa. Ricordo che, fino al 1950, Valmadrera era una comunità a forte trazione contadina” ha aggiunto Dell’Oro. Egli ha poi raccontato ai presenti la lunga diatriba protrattasi nella seconda metà dell’Ottocento tra il sindaco Pietro Gavazzi e il parroco don Achille Motta intorno alla proprietà delle campane e dell’orologio poste sul campaniletto del Seicento.
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Vincenzo Dell'Oro

“Nel 1926 fu costruito l’attuale campanile e la questione si risolse. In generale, secondo me dall’Ottocento ad oggi non mi sembra sia cambiato molto - ha sottolineato Vincenzo Dell’Oro – Nel 1909 a Valmadrera, in particolare nella zona del Moregallo, fu inoltre girato uno dei primi film muti e in bianco e nero relativi all’Interno di Dante”. In “Valmadrera Segreta” è possibile trovare delle istantanee di questo filmato restaurate con precisione da Magistris. valmadrerasegreta_07.jpg (100 KB)
Marco e Giovanni Colombo

Tra i tanti fattori ancora presenti nella Valmadrera di oggi c’è sicuramente la laboriosità di famiglie come i Colombo, titolari dalla tipografia “Editoria Grafica Colombo”. Fondata nel 1969 da Alfredo e Lina, la società, con sede nell’area industriale di Via Roma, oggi ha cinque milioni di fatturato e si è ormai messa alle spalle la fase più delicata della pandemia. Al timone ci sono Marco, Giovanni e Maristella, presenti all’incontro assieme ai genitori non solo perché la serata era inserita nella rassegna “Incontri con l’editore” ma anche perché è stata proprio l’Editoria Grafica Colombo ad aver stampato Valmadrera Segreta. 
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Il sindaco Antonio Rusconi

Al centro della presentazione comunque Magistris e Dell’Oro. “La memoria non è mai nostalgia ma è un parlare al futuro. Gli spartani tanti anni fa dicevano: noi siamo quel che voi foste, saremo quel che voi siete” ha sottolineato il sindaco Antonio Rusconi nel suo saluto conclusivo. “Noi abbiamo ricevuto questo mondo da altri, ovvero da persone che hanno patito la fame a differenza nostra. Abbiamo il dovere non solo di rispettare questa consegna ma anche di consegnare ai giovani un mondo se possibile migliore”. 
A.Bes.
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