Valgreghentino: mette in vendita la bici, finisce per perdere 4.300€

Avrebbe dovuto incassare 1300 euro, il valore cioè della bicicletta del figlio messa in vendita su una piattaforma online. Invece le è toccato - suo malgrado - sborsare di tasca propria più di 4mila euro, essendo rimasta vittima di una truffa vera e propria. Di questo reato sono oggi chiamate a rispondere due donne - una brianzola, l'altra romana - finite a processo per un episodio risalente al 2020. Nel periodo che passerà alla storia soprattutto per l'esplosione della pandemia da Covid, una donna residente a Valgreghentino insieme al figlio, aveva deciso di vendere la ''due ruote''. Poco dopo la pubblicazione dell'annuncio, ecco un'offerta da parte di un aspirante acquirente. Peccato che quest'ultimo, in maniera molto persuasiva e convincente, abbia spinto la venditrice a recarsi per tre volte in una sola giornata allo sportello postale automatico vicino a casa (nello specifico in quello di Olginate). Facendole credere di dover semplicemente accettare il versamento della somma, l'uomo all'altro capo del telefono - attraverso misteriosi codici - le ha fatto accreditare 4300 euro su due differenti carte di credito ricaricabili, riconducibili alle due donne finite a processo. Una vera e propria beffa per mamma e figlio, costituitisi parte civile tramite l'avvocato Letizia Semeraro.
Stamani in Tribunale a Lecco la vittima ha ripercorso i fatti, rispondendo alle domande postele dal vpo Mattia Mascaro e dal giudice in ruolo monocratico Bianca Maria Bianchi.
Si torna in aula il prossimo 12 marzo per la testimonianza di un operante della stazione carabinieri di Olginate che si era occupato del caso. Escusso il militare, l'istruttoria potrà volgere verso la conclusione.
G.C.
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