Valmadrera: Mauro Vassena, archeologo, pubblica la sua tesi sulla Milano medioevale

“Ho sempre saputo che volevo fare l’archeologo”. C’era una sicurezza molto rara nelle parole di Mauro Vassena. Una sicurezza che accompagna quei rari casi di passioni innate come quella che il trentasettenne valmadrerese nutre per l’archeologia. Tale sentimento ha portato Vassena, conosciuto nella comunità anche come presidente dell’associazione La Val de Ier, a vincere il premio “Tredesin De Marz” della Fondazione Gianantonio Pellegrini Cislaghi.
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“Lo scopo di questa fondazione è promuovere la conoscenza della storia di Milano, nonché dei luoghi simbolo della città. Hanno ricevuto più di 300 tesi afferenti a vari ambiti di studio, non solo archeologia. Io ho presentato la mia tesi di dottorato e ho vinto il premio, ovvero una borsa di ricerca e la possibilità di pubblicare un libro sul mio lavoro” ha spiegato Vassena. “La cerimonia di premiazione si è svolta il 15 marzo dello scorso anno. Dopodiché, mi ci sono voluti quasi dodici mesi di ricerca per trasformare la mia tesi in testo di 800 pagine. Il volume è uscito un paio di mesi fa e finora sta suscitando solo apprezzamenti e commenti positivi anche da nomi molto importanti nel mio settore”.

Il lavoro del ricercatore valmadrerese si intitola “Firmiter edificata opere mirificio – Archeologia e topografia di Milano tra VI e VIII secolo”.

“Ho cercato di tracciare una biografia della Milano medioevale partendo da un foglio bianco. Nonostante fosse una città molto importante tra VI e XII secolo, in letteratura mancavano pubblicazioni che raccontassero Milano in quel periodo. Ho dovuto costruire da zero un metodo operativo, cercare del materiale e ristudiare i vecchi scavi. Questo libro concretizza quattro anni di lavoro. Sono molto orgoglioso” ha proseguito il giovane archeologo.
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Dopo il liceo classico, Vassena ha conseguito la laurea triennale in lettere classiche e la specialistica in archeologia. Oltre al dottorato, egli ha portato a termine con successo anche la scuola di specializzazione come direttore di cantiere. “Io ho sempre saputo che volevo fare archeologia. Per me è una passione totalizzante. Durante l’università sacrificavo le estati per andare a fare i tirocini negli scavi e conseguire i crediti necessari. Ho scelto di fare il dottorato perché vorrei intraprendere la carriera accademica. Di fatto, però, in Italia è sostanzialmente impossibile. Negli ultimi anni sono stati eliminati gli assegni post – doc, ovvero quelle borse che permettono a chi ha conseguito il dottorato di continuare a fare ricerca stipendiato” ha raccontato ancora Vassena. “Sto valutando alcune opportunità all’estero. Purtroppo, bisogna uscire dall’Italia per trovare fondi e ambienti necessari per studiare al meglio siti che molto spesso poi si trovano nel nostro paese. Ciò è vero specialmente quando si parla, come nel mio caso, di ricerca sulle città nel Medioevo. Intendo comunque proseguire le attività che sto svolgendo in università qui in Italia, ovvero i corsi agli studenti e gli scavi”. Infine, la chiosa: “Spesso si sente dire che investire sulla ricerca è fondamentale ma poi alle parole non seguono fatti concreti. Io comunque continuo a sperare che le cose un giorno possano migliorare”
A.Bes.
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