Lecco, messa di San Nicolò: 'il dono è l’antidoto all’ipertrofia dell’io'. Chiesto sostegno all'emporio
“Ieri è storia. Domani è un mistero ma oggi è un dono. Per questo si chiama Presente” diceva un vecchio saggio in un famoso film d’animazione. È proprio intorno al “dono”, forse la più natalizia delle parole, che si è sviluppata la messa solenne in onore di San Nicolò, patrono della città di Lecco.
“Nella tradizione della chiesa, Nicolò è ricordato come il benefattore, ovvero colui che, con lo sguardo fisso verso Dio, fonte di ogni bene, a tutti donava il bene” ha sottolineato don Davide Milani aprendo la sua omelia. Di fronte a lui, la Basilica era piena fino all’ultimo posto disponibile. “Anche nell’episodio del ricco caduto in disgrazia, San Nicolò intervenne in modo discreto, come un donatore nascosto. Sta a chi riceve il beneficio riconoscere il suo intervento. In effetti, San Nicolò ci fa sentire il gusto del Natale che sta arrivando. San Nicolò è la festa del dono e ci ricorda che Dio non ci lascia mai da soli anche nelle fatiche. Egli ci visita attraverso l’azione provvidente di tante persone” ha proseguito don Davide. “È questo il senso più profondo della “mela di San Nicolò”. In questo particolare dono, dallo scarso valore economico, riconosciamo l’affetto di chi ha voluto porgerlo e ci rendiamo conto che non siamo soli perché c’è chi pensa a noi e ci vuole bene”.
La potenza dei gesti più semplici. Gesti, purtroppo, sempre più rari. “Siamo nell’epoca dell’io come misura di tutte le cose con i suoi istinti e le sue pretese. Il rischio è che ciascuno pensi per sé, alle proprie necessità e ai propri scopi. Siamo nell’epoca dell’ipertrofia legalistica, in cui tutti reclamiamo ciò che riteniamo ci spetti in forza di regolamenti e norme. È una deriva culturale, un modo di pensare e agire che avvelena la possibilità di vivere insieme in pace. Nell’epoca dell’ipertrofia dell’io, fatichiamo a identificare il prodigio del dono” ha aggiunto il prevosto. “Noi dobbiamo essere protagonisti di una cultura nuova, che metta il dono al centro sull’esempio di San Nicolò. Il cristianesimo, del resto, è l’arte della speranza. Siamo chiamati non solo a denunciare le esperienze dell’uomo, non solo a condannare la violenza o a commentare indignati sui social. Siamo chiamati a convertire il nostro modo di pensare e di agire. Così combatteremo l’egoismo e l’indifferenza. Così saremo strumento della Provvidenza e diventeremo dono”.
Tra il pubblico che ascoltava in silenzio era possibile scorgere anche i rappresentanti della comunità kossovara, molto devota al santo di origine turca.
In seguito, don Davide ha ringraziato tutti coloro i quali sono attivi ogni giorno presso la parrocchia sita in centro a Lecco: dai volontari che si occupano di pulire la chiesa fino a chi organizza le iniziative del cinema Aquilone. “Tanti “doni” sono dentro anche la nostra città oggi in festa. Nel volontariato, attivo in tutti gli ambiti dell’esperienza umana. Quanta generosità, nel dono, ha reso grande la nostra città. Essa è la sua caratteristica peculiare ancora oggi. Nel giorno di San Nicolò, noi riconosciamo di quanti doni è fatta la nostra vita e di come anche noi possiamo divenire dono alleviando la fame degli altri” ha aggiunto il prevosto.
Del resto, se “oggi è un dono” come diceva il vecchio saggio citato all’inizio, forse vale la pena provare a regalarne almeno una piccola parte a chi ha più bisogno. Tra i tanti modi in cui è possibile farlo, don Davide ne ha citato uno in particolare. “Presso la casa della carità è attivo dallo scorso gennaio un emporio della solidarietà, promosso da Caritas Ambrosiana. È una sorta di minimarket in cui le persone assistite e bisognose possono ricevere in dono la spesa periodica in base ai bisogni del nucleo famigliare. Questo emporio, però, ha bisogno di un approvvigionamento costante” ha spiegato il prevosto. “Siamo alla ricerca di persone disposte a farsi carico mensilmente e per un anno di una quota di prodotti necessari nella misura che vorranno e potranno. Una volta data la disponibilità, sarà proposto un elenco di prodotti con relativi quantitativi tra cui scegliere e per i quali impegnarsi. È un modo semplice per consolare la fame di chi non riesce ad arrivare alla fine delle mese considerando in qualche modo queste persone bisognose come parte della propria famiglia”.
Intorno all’altare, assieme a Don Davide, c’erano diversi altri preti attivi nelle varie parrocchie di Lecco. Tra i momenti più sentiti, soprattutto tra il pubblico, il ricordo del compianto Matteo Ripamonti durante la preghiera dei fedeli.
“Chiediamo questo a San Nicolò: vogliamo diventare dono in questo tempo, in questa città, per i fratelli e le sorelle che la abitano” ha sottolineato il prevosto al termine della cerimonia, prima di impartire la benedizione solenne. Dopodiché, mentre la corale intonava l’ultimo brano, don Davide è sceso tra le prime file ed ha consegnato una mela a tutte le autorità presenti per ringraziarle del loro servizio. Di nuovo, la potenza dei gesti più semplici. La forza del dono.
“Nella tradizione della chiesa, Nicolò è ricordato come il benefattore, ovvero colui che, con lo sguardo fisso verso Dio, fonte di ogni bene, a tutti donava il bene” ha sottolineato don Davide Milani aprendo la sua omelia. Di fronte a lui, la Basilica era piena fino all’ultimo posto disponibile. “Anche nell’episodio del ricco caduto in disgrazia, San Nicolò intervenne in modo discreto, come un donatore nascosto. Sta a chi riceve il beneficio riconoscere il suo intervento. In effetti, San Nicolò ci fa sentire il gusto del Natale che sta arrivando. San Nicolò è la festa del dono e ci ricorda che Dio non ci lascia mai da soli anche nelle fatiche. Egli ci visita attraverso l’azione provvidente di tante persone” ha proseguito don Davide. “È questo il senso più profondo della “mela di San Nicolò”. In questo particolare dono, dallo scarso valore economico, riconosciamo l’affetto di chi ha voluto porgerlo e ci rendiamo conto che non siamo soli perché c’è chi pensa a noi e ci vuole bene”.
La potenza dei gesti più semplici. Gesti, purtroppo, sempre più rari. “Siamo nell’epoca dell’io come misura di tutte le cose con i suoi istinti e le sue pretese. Il rischio è che ciascuno pensi per sé, alle proprie necessità e ai propri scopi. Siamo nell’epoca dell’ipertrofia legalistica, in cui tutti reclamiamo ciò che riteniamo ci spetti in forza di regolamenti e norme. È una deriva culturale, un modo di pensare e agire che avvelena la possibilità di vivere insieme in pace. Nell’epoca dell’ipertrofia dell’io, fatichiamo a identificare il prodigio del dono” ha aggiunto il prevosto. “Noi dobbiamo essere protagonisti di una cultura nuova, che metta il dono al centro sull’esempio di San Nicolò. Il cristianesimo, del resto, è l’arte della speranza. Siamo chiamati non solo a denunciare le esperienze dell’uomo, non solo a condannare la violenza o a commentare indignati sui social. Siamo chiamati a convertire il nostro modo di pensare e di agire. Così combatteremo l’egoismo e l’indifferenza. Così saremo strumento della Provvidenza e diventeremo dono”.
In seguito, don Davide ha ringraziato tutti coloro i quali sono attivi ogni giorno presso la parrocchia sita in centro a Lecco: dai volontari che si occupano di pulire la chiesa fino a chi organizza le iniziative del cinema Aquilone. “Tanti “doni” sono dentro anche la nostra città oggi in festa. Nel volontariato, attivo in tutti gli ambiti dell’esperienza umana. Quanta generosità, nel dono, ha reso grande la nostra città. Essa è la sua caratteristica peculiare ancora oggi. Nel giorno di San Nicolò, noi riconosciamo di quanti doni è fatta la nostra vita e di come anche noi possiamo divenire dono alleviando la fame degli altri” ha aggiunto il prevosto.
Del resto, se “oggi è un dono” come diceva il vecchio saggio citato all’inizio, forse vale la pena provare a regalarne almeno una piccola parte a chi ha più bisogno. Tra i tanti modi in cui è possibile farlo, don Davide ne ha citato uno in particolare. “Presso la casa della carità è attivo dallo scorso gennaio un emporio della solidarietà, promosso da Caritas Ambrosiana. È una sorta di minimarket in cui le persone assistite e bisognose possono ricevere in dono la spesa periodica in base ai bisogni del nucleo famigliare. Questo emporio, però, ha bisogno di un approvvigionamento costante” ha spiegato il prevosto. “Siamo alla ricerca di persone disposte a farsi carico mensilmente e per un anno di una quota di prodotti necessari nella misura che vorranno e potranno. Una volta data la disponibilità, sarà proposto un elenco di prodotti con relativi quantitativi tra cui scegliere e per i quali impegnarsi. È un modo semplice per consolare la fame di chi non riesce ad arrivare alla fine delle mese considerando in qualche modo queste persone bisognose come parte della propria famiglia”.
Intorno all’altare, assieme a Don Davide, c’erano diversi altri preti attivi nelle varie parrocchie di Lecco. Tra i momenti più sentiti, soprattutto tra il pubblico, il ricordo del compianto Matteo Ripamonti durante la preghiera dei fedeli.
“Chiediamo questo a San Nicolò: vogliamo diventare dono in questo tempo, in questa città, per i fratelli e le sorelle che la abitano” ha sottolineato il prevosto al termine della cerimonia, prima di impartire la benedizione solenne. Dopodiché, mentre la corale intonava l’ultimo brano, don Davide è sceso tra le prime file ed ha consegnato una mela a tutte le autorità presenti per ringraziarle del loro servizio. Di nuovo, la potenza dei gesti più semplici. La forza del dono.
A.Bes.