Al Politecnico il seminario su "Città pubblica inclusiva"
Si è svolto mercoledì 29 novembre, presso il Polo territoriale di Lecco del Politecnico di Milano, il seminario di presentazione dell’esercitazione/percorso “Città pubblica inclusiva” durante il quale gli studenti del quinto anno del Corso di Progettazione Urbanistica della laurea quinquennale in Ingegneria Edile-Architettura del Polo, guidati dalla prof.ssa Angela Colucci e dall’arch. Anna Schellino, hanno presentato gli esiti delle molteplici attività svolte.
L’esercitazione è strettamente connessa al percorso “Lecco VIVInclusi”: gli studenti hanno lavorato nell’ambito del progetto pilota che si concentra sull’area compresa tra la Biblioteca Pozzoli, lungo via Cairoli e via Ghislanzoni, fino a Piazza Padre Cristoforo.
L’iniziativa, inserita nel percorso “La Città Pubblica Inclusiva”, promosso dal Comune di Lecco e dal Politecnico di Milano, in collaborazione con associazioni locali e con il coinvolgimento di studenti e cittadini lecchesi, mira a creare una città accogliente e in continua evoluzione, dove ogni individuo possa partecipare attivamente per contribuire a un futuro più sostenibile.
I progetti degli studenti del Poli presentati durante il seminario sono il risultato di un processo creativo che va oltre i dettami tecnici. Il dialogo con tutti gli attori che vivono la città, infatti, ha permesso loro di acquisire conoscenze e competenze nell'ambito dell'urbanistica inclusiva, abbracciando una pluralità di prospettive e andando così oltre il tradizionale approccio tecnico e didattico.
Nel corso del seminario gli studenti hanno presentato i loro elaborati e raccontato il percorso didattico sfidante sull'inclusive design che hanno vissuto: l’esplorazione della città con i docenti, con gli anziani del centro “Il Giglio”, gli spunti di riflessione offerti dai bambini della Scuola dell’Infanzia “Antonio Corti” e dagli amici del centro socio educativo “Artimedia” e del centro diurno per persone con disabilità “CDD” di Barzanò.
Commenta così Angela Colucci: “L’iniziativa ha portato gli studenti a possedere un patrimonio di riflessioni, di buone pratiche e di proposte progettuali collettive, oltre ad un apprendimento attivo sul progetto inclusivo che sarà ricchezza per la loro vita professionale. Le attività a cui hanno collaborato hanno permesso loro di comprendere la complessità della diversità quale valore fondante del progetto della città.”
“E’ stato un percorso fatto di condivisione, apertura, incontro con l’altro, valorizzazione della ricchezza dell’unicità che diventa uguaglianza.” - afferma Anna Schellino - “Sono stati momenti ricchi di sguardi, di mani che si sono incontrate, di sorrisi, di emozioni che hanno allargato il nostro orizzonte in cui è emerso il desiderio di andare oltre ogni barriera, oltre ogni differenza ed individualismo.”
Da parte degli studenti è emerso chiaramente come la loro idea si sia trasformata nel corso di questo processo: "Abbiamo capito che la progettazione non è un'attività che si fa solo al tavolo ma soprattutto guardandosi in giro e coinvolgendo le persone con le loro differenti esigenze."
Gli studenti hanno riferito inoltre di aver appreso che si può elaborare un progetto uscendo dalla propria comfort-zone in particolar modo “toccando letteralmente con mano come si vive la città ed esplorandola con la curiosità dei bambini, con la lentezza di chi ha una mobilità ridotta e con la saggezza di una persona anziana.”
Ed ancora: “La progettazione ha a che fare con il vivere, nelle sue dimensioni spaziali e temporali, con la quotidianità dei gesti, con le differenze che attraversano una comunità. Si nutre di ascolto, contatto, sentire, prende forma dall'immaginazione e dalla ricomposizione creativa di vincoli e opportunità.”
L’esercitazione è strettamente connessa al percorso “Lecco VIVInclusi”: gli studenti hanno lavorato nell’ambito del progetto pilota che si concentra sull’area compresa tra la Biblioteca Pozzoli, lungo via Cairoli e via Ghislanzoni, fino a Piazza Padre Cristoforo.
L’iniziativa, inserita nel percorso “La Città Pubblica Inclusiva”, promosso dal Comune di Lecco e dal Politecnico di Milano, in collaborazione con associazioni locali e con il coinvolgimento di studenti e cittadini lecchesi, mira a creare una città accogliente e in continua evoluzione, dove ogni individuo possa partecipare attivamente per contribuire a un futuro più sostenibile.
I progetti degli studenti del Poli presentati durante il seminario sono il risultato di un processo creativo che va oltre i dettami tecnici. Il dialogo con tutti gli attori che vivono la città, infatti, ha permesso loro di acquisire conoscenze e competenze nell'ambito dell'urbanistica inclusiva, abbracciando una pluralità di prospettive e andando così oltre il tradizionale approccio tecnico e didattico.
Nel corso del seminario gli studenti hanno presentato i loro elaborati e raccontato il percorso didattico sfidante sull'inclusive design che hanno vissuto: l’esplorazione della città con i docenti, con gli anziani del centro “Il Giglio”, gli spunti di riflessione offerti dai bambini della Scuola dell’Infanzia “Antonio Corti” e dagli amici del centro socio educativo “Artimedia” e del centro diurno per persone con disabilità “CDD” di Barzanò.
Commenta così Angela Colucci: “L’iniziativa ha portato gli studenti a possedere un patrimonio di riflessioni, di buone pratiche e di proposte progettuali collettive, oltre ad un apprendimento attivo sul progetto inclusivo che sarà ricchezza per la loro vita professionale. Le attività a cui hanno collaborato hanno permesso loro di comprendere la complessità della diversità quale valore fondante del progetto della città.”
“E’ stato un percorso fatto di condivisione, apertura, incontro con l’altro, valorizzazione della ricchezza dell’unicità che diventa uguaglianza.” - afferma Anna Schellino - “Sono stati momenti ricchi di sguardi, di mani che si sono incontrate, di sorrisi, di emozioni che hanno allargato il nostro orizzonte in cui è emerso il desiderio di andare oltre ogni barriera, oltre ogni differenza ed individualismo.”
Da parte degli studenti è emerso chiaramente come la loro idea si sia trasformata nel corso di questo processo: "Abbiamo capito che la progettazione non è un'attività che si fa solo al tavolo ma soprattutto guardandosi in giro e coinvolgendo le persone con le loro differenti esigenze."
Gli studenti hanno riferito inoltre di aver appreso che si può elaborare un progetto uscendo dalla propria comfort-zone in particolar modo “toccando letteralmente con mano come si vive la città ed esplorandola con la curiosità dei bambini, con la lentezza di chi ha una mobilità ridotta e con la saggezza di una persona anziana.”
Ed ancora: “La progettazione ha a che fare con il vivere, nelle sue dimensioni spaziali e temporali, con la quotidianità dei gesti, con le differenze che attraversano una comunità. Si nutre di ascolto, contatto, sentire, prende forma dall'immaginazione e dalla ricomposizione creativa di vincoli e opportunità.”