Lecco: seduta 'aperta' per la commissione pari opportunità

Molto partecipata la prima commissione Pari opportunità del Comune di Lecco “aperta” a tutti i soggetti del territorio in qualche modo interessati e coinvolti dal tema che si è svolta venerdì sera a Palazzo Bovara. “È una serata anomala ma siamo felici che lo sia - ha detto l’assessore Renata Zuffi - Per la prima volta la commissione viene svolta in forma pubblica perché l’argomento che andiamo a trattare è importante per la portata rivoluzionaria che può avere rispetto ai temi della violenza di genere e al cambiamento che vogliamo mettere in atto. Lo scorso anno, quando abbiamo iniziato a pensare all’alfabeto delle pari opportunità, la consigliera Cinzia Bettega ha detto che anche la nostra commissione doveva avere una sua lettera e abbiamo scelto la P di ‘Progetti di indipendenza’ e ci siamo mossi per provare a concretizzare e allargare lo sguardo. Questo il  percorso che ci ha portato qui stasera”.

Scopo dell’incontro approfondire l’inquadramento complessivo della normativa sulle pari opportunità, in particolare nel contesto del Pnrr, e la certificazione della parità di genere. Per farlo sono stati invitati due avvocati esperti in materia. A comporre il quadro generale è stato Nicola Grosso dello studio GSA, che ha innanzitutto spiegato come uno dei sei pilastri su cui è strutturato il Pnrr sia quello dell’inclusione e coesione sociale, che per essere messo a terra richiede “misure di rilancio di situazioni che il Paese si porta dietro da tanto, tra cui la disparità di genere”. “Il nostro punto di partenza - ha aggiunto il legale - è quello di un tasso di partecipazione delle donne al mondo del lavoro del 53,1% con una media europea del 67,4, un tasso di inattività del 35,7 a fronte di una media del 31,8% e il Global gender gap record che ci dice che l’Italia è al 114° posto per l’opportunità di partecipazione delle donne all’economia”. In questo contesto l’obiettivo del legislatore era quello di ottenere un maggior punteggio e portare il Paese nelle prime 100 potenze mondiali per parità di genere e tra le prime dieci a livello comunitario. “Come? Attraverso una disciplina specifica dedicata all’ingresso delle donne nel mondo del lavoro nell’ambito specifico della contrattualistica pubblica e la riforma integrale del Codice dei contratti pubblici, con previsioni volte a favorire la partecipazione delle donne nel mondo del lavoro, con penali o esclusione dalla partecipazione delle gare del Pnrr per quelle aziende che non si adeguano”.

In merito alla certificazione della parità di genere è invece intervenuta Elena Felici dello studio LCA: “Un’organizzazione non può dirsi sostenibile se non può garantire le pari opportunità e la certificazione è uno strumento per monitorare le prassi delle aziende. Ad introdurre il tema è stata la legge 162 del 2021 sulla parità salariale e la certificazione della parità di genere che ha introdotto diverse novità tra cui la nozione di discriminazione, l’obbligo del rapporto biennale sulla situazione del personale per le aziende con più di 50 dipendenti e la certificazione appunto”. La certificazione si basa su una prassi di riferimento UNI, che è stata approvata a metà del 2022 e richiede una autovalutazione di parametri qualitativi e quantitativi. La valutazione viene svolta secondo due filoni principali: il sistema di gestione adottato dall’organizzazione e il soddisfacimento di 33 indicatori divisi in 6 aree che attengono diversi fattori dell’organizzazione dell’azienda. La certificazione dura tre anni e ogni anno si è sottoposti a un monitoraggio e questo costringe in un certo senso a intraprendere un percorso di miglioramento. “Attualmente ci sono 600 aziende certificate, la maggior parte delle quali in Lombardia grazie agli incentivi della Regione - ha chiarito l’esperta - Ci sono non solo obblighi ma anche benefici come la decontribuzione e la premialità nelle gare pubbliche. È importante sottolineare che in 90 casi su 100 le aziende hanno già delle misure valide che la certificazione non fa altro che evidenziare”.

Tanti gli spunti emersi durante il dibattito a cui hanno preso parte consiglieri comunali - Cinzia Bettega della Lega, Clara Fusi del Gruppo misto e Corrado Valsecchi di Appello per Lecco - rappresentati delle associazioni e singoli professionisti. Tra i temi emersi quello della necessità della formazione e di un cambiamento culturale all’interno delle aziende.
M.V.
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