In chiusura il Fondo Aiutiamoci nel lavoro: sostegno a oltre 700 famiglie
Oltre settecento famiglie aiutate, 1.400 persone che hanno ricevuto contributi diretti per spese alimentari, mediche e bollette, e tre progetti socio occupazionali sostenuti. È questo il bilancio finale del Fondo Aiutiamoci nel lavoro, nato nel giugno 2021 all’indomani della sottoscrizione del Patto territoriale per il lavoro, e che andrà a chiudersi il prossimo 31 dicembre.
Un modello giudicato “unico sul panorama nazionale”, ispirato dalla Fondazione comunitaria del Lecchese e dalla Prefettura di Lecco, capace di coinvolgere altri 24 enti del territorio, tra Comuni, Provincia, Ambiti Territoriali Sociali, Organizzazioni Sindacali, Associazioni di categoria e Grande Distribuzione Organizzata, Associazione Libere Professioni.
A settembre 2021 era quindi scattata la fase operativa, vale a dire la raccolta fondi tra le aziende, le assemblee sindacali per proporre ai lavoratori la donazione di un’ora in busta paga, e ovviamente l’avvio degli sportelli per la raccolta delle richieste di sostegno. Dopo due anni e mezzo, il Comitato di Indirizzo del Fondo ha deciso all’unanimità per la chiusura dello stesso al 31 dicembre di quest’anno.
aiuti reali ai tanti lecchesi in difficoltà dopo la pandemia”.
Il totale delle risorse raccolte tra giugno 2021 e novembre 2023 ammonta a 1.174.000 euro grazie alle donazioni di Fondazione comunitaria del Lecchese, Fondazione Peppino Vismara, Fondazione Cariplo, 79 Comuni lecchesi, 4 operatori della Grande Distribuzione Organizzata, Organizzazioni Sindacali e, naturalmente, lavoratori e lavoratrici attivi nella nostra provincia.
I fondi, al netto dei costi gestionali, hanno preso due strade. Da un lato, circa 624mila euro (dato aggiornato al 31 ottobre) sono stati i contributi diretti a persone disoccupate, mentre 200mila euro sono stati destinati al potenziamento di progetti socio-occupazionali a favore di lavoratori fragili.
Considerando le erogazioni da effettuare relativamente ai mesi di novembre e dicembre, si prevede un residuo a fine attività di circa 230.000 euro
A ricoprire un ruolo chiave per la gestione operativa del fondo è stato il Gruppo Tecnico, espressione di tutti gli enti sottoscrittori del Patto. Il Gruppo ha tenuto 25 riunioni e valutato 756 pratiche, di cui 714 approvate.
I beneficiari sono stati 714 nuclei familiari (il 59% italiani, il 41% stranieri) per un totale di 1.410 persone sostenute (il 63% donne, il 37% uomini). I principali motivi di presentazione della domanda riguardano licenziamenti e scadenza di contratti a termine.
Per quanto riguarda la scansione territoriale, si parla di 461 pratiche relative all'Ambito di Lecco, 82 in quello di Bellano, 157 Merate e 14 da fuori provincia. Prezioso il contributo delle Organizzazioni Sindacali, se si considera che, sul totale delle 714 pratiche, ben 631 sono pervenute attraverso i loro sportelli territoriali.
I contributi erogati in questi due anni e mezzo a favore di lavoratori e lavoratrici disoccupati hanno riguardato per circa 300mila euro buoni spesa; 246mila il sostegno a spese di affitto, trasporti, energia, e circa 77mila in servizi ai minori, anziani, disabili e spese mediche.
Il Comitato di Indirizzo del Fondo ha deciso di destinare il residuo previsto a fine anno, stimato in circa 230.000 euro, a sostegno di ulteriori progetti socio occupazionali indicati da ciascuno dei tre Ambiti Territoriali Sociali.
“Per i Comuni e gli Ambiti Distrettuali di Bellano, Lecco e Merate, l’investimento sul Fondo Aiutiamoci nel Lavoro ha rappresentato, ancora una volta, il principio che siamo un territorio unito e una sola comunità civile, capace di aggregarsi nella solidarietà verso chi è in difficoltà, di raccogliere le migliori energie intorno a progetti di bene comune – sono le parole di Guido Agostoni, Presidente del Consiglio di rappresentanza dei sindaci – Oggi, con la decisione di dedicare le risorse residue del Fondo ai progetti socio occupazionali rivolti alle persone più fragili, vogliamo ribadire l’attenzione a tutti: nessuno deve essere lasciato solo, come ci siamo detti all’inizio di questo percorso. La convergenza di obiettivi, pensieri, energie fra pubblico e cooperazione sociale,
organizzazioni sindacali e mondo imprenditoriale e del commercio, Terzo Settore nelle sue varie articolazioni, col supporto importante della Fondazione comunitaria e con la significativa presenza della Prefettura, rappresenta una ricchezza del nostro territorio che non va dispersa e che si rinforza nel dialogo continuo e nel riconoscimento reciproco”.
Un modello giudicato “unico sul panorama nazionale”, ispirato dalla Fondazione comunitaria del Lecchese e dalla Prefettura di Lecco, capace di coinvolgere altri 24 enti del territorio, tra Comuni, Provincia, Ambiti Territoriali Sociali, Organizzazioni Sindacali, Associazioni di categoria e Grande Distribuzione Organizzata, Associazione Libere Professioni.
A settembre 2021 era quindi scattata la fase operativa, vale a dire la raccolta fondi tra le aziende, le assemblee sindacali per proporre ai lavoratori la donazione di un’ora in busta paga, e ovviamente l’avvio degli sportelli per la raccolta delle richieste di sostegno. Dopo due anni e mezzo, il Comitato di Indirizzo del Fondo ha deciso all’unanimità per la chiusura dello stesso al 31 dicembre di quest’anno.
“Si chiude un capitolo di solidarietà e cooperazione straordinariamente importante per il territorio lecchese – sono le parole di Maria Grazia Nasazzi, presidente di Fondazione comunitaria del Lecchese - Resta il sentimento di un’esperienza vera, che non è mai rimasta confinata alla burocrazia e alla dimensione formale. Anzi, proprio per questo, deve restare modello vivo e non semplice progettualità archiviata. Tanto più in un momento, come questo, di profonda fragilità sociale e comunitaria, nel quale tanta fatica si compie a costruire luoghi di condivisione istituzionale tra opposte visioni ed espressioni. Rimane, in definitiva, nel Lecchese l’esempio di collaborazione profonda tra enti, sigle e rappresentanti istituzionali, tutti uniti dall’idea di poter offrire risposte e
aiuti reali ai tanti lecchesi in difficoltà dopo la pandemia”.
Il totale delle risorse raccolte tra giugno 2021 e novembre 2023 ammonta a 1.174.000 euro grazie alle donazioni di Fondazione comunitaria del Lecchese, Fondazione Peppino Vismara, Fondazione Cariplo, 79 Comuni lecchesi, 4 operatori della Grande Distribuzione Organizzata, Organizzazioni Sindacali e, naturalmente, lavoratori e lavoratrici attivi nella nostra provincia.
I fondi, al netto dei costi gestionali, hanno preso due strade. Da un lato, circa 624mila euro (dato aggiornato al 31 ottobre) sono stati i contributi diretti a persone disoccupate, mentre 200mila euro sono stati destinati al potenziamento di progetti socio-occupazionali a favore di lavoratori fragili.
Considerando le erogazioni da effettuare relativamente ai mesi di novembre e dicembre, si prevede un residuo a fine attività di circa 230.000 euro
A ricoprire un ruolo chiave per la gestione operativa del fondo è stato il Gruppo Tecnico, espressione di tutti gli enti sottoscrittori del Patto. Il Gruppo ha tenuto 25 riunioni e valutato 756 pratiche, di cui 714 approvate.
I beneficiari sono stati 714 nuclei familiari (il 59% italiani, il 41% stranieri) per un totale di 1.410 persone sostenute (il 63% donne, il 37% uomini). I principali motivi di presentazione della domanda riguardano licenziamenti e scadenza di contratti a termine.
Per quanto riguarda la scansione territoriale, si parla di 461 pratiche relative all'Ambito di Lecco, 82 in quello di Bellano, 157 Merate e 14 da fuori provincia. Prezioso il contributo delle Organizzazioni Sindacali, se si considera che, sul totale delle 714 pratiche, ben 631 sono pervenute attraverso i loro sportelli territoriali.
I contributi erogati in questi due anni e mezzo a favore di lavoratori e lavoratrici disoccupati hanno riguardato per circa 300mila euro buoni spesa; 246mila il sostegno a spese di affitto, trasporti, energia, e circa 77mila in servizi ai minori, anziani, disabili e spese mediche.
Per quanto riguarda il secondo filone dei progetti socio occupazionali sostenuti, circa 32mila euro sono andati al progetto “Rivepulite”, per il servizio di pulizia delle rive del lago, circa 70mila al progetto S.A.M. (inserimenti in realtà sociali del Meratese) e circa 98mila a "Le radici con le ali", per il ripristino e la gestione di un oliveto a Civate.
Il Comitato di Indirizzo del Fondo ha deciso di destinare il residuo previsto a fine anno, stimato in circa 230.000 euro, a sostegno di ulteriori progetti socio occupazionali indicati da ciascuno dei tre Ambiti Territoriali Sociali.
“Per i Comuni e gli Ambiti Distrettuali di Bellano, Lecco e Merate, l’investimento sul Fondo Aiutiamoci nel Lavoro ha rappresentato, ancora una volta, il principio che siamo un territorio unito e una sola comunità civile, capace di aggregarsi nella solidarietà verso chi è in difficoltà, di raccogliere le migliori energie intorno a progetti di bene comune – sono le parole di Guido Agostoni, Presidente del Consiglio di rappresentanza dei sindaci – Oggi, con la decisione di dedicare le risorse residue del Fondo ai progetti socio occupazionali rivolti alle persone più fragili, vogliamo ribadire l’attenzione a tutti: nessuno deve essere lasciato solo, come ci siamo detti all’inizio di questo percorso. La convergenza di obiettivi, pensieri, energie fra pubblico e cooperazione sociale,
organizzazioni sindacali e mondo imprenditoriale e del commercio, Terzo Settore nelle sue varie articolazioni, col supporto importante della Fondazione comunitaria e con la significativa presenza della Prefettura, rappresenta una ricchezza del nostro territorio che non va dispersa e che si rinforza nel dialogo continuo e nel riconoscimento reciproco”.