Lecco: spaccio in via Ferriera: 6 anni dopo 22 imputati su 34 escono dal processo perchè irrintracciabili
Di 34 ne restano in attesa di giudizio solo 12. Per gli altri, essendo "uccel di bosco" e dunque da sempre irreperibili, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Lecco non ha potuto far altro che decretare il non luogo a procedere, stralciandola loro posizione che rimarrà però "congelata" fino ad un eventuale rintraccio sul territorio italiano.
Perde dunque due terzi degli imputati il procedimento penale originato dall'indagine portata a termine nel novembre del 2017 dalla Squadra Mobile cittadina, indagine che aveva permesso di eradicare un fiorente giro di spaccio concentrato - in prevalenza - nella zona di via Ferriera e gestito, nella ricostruzione degli inquirenti, da più batterie di soggetti, tutti giovani tra i 18 e il 30 anni, tutti di origini straniere - tra Nigeria, Costa d'Avorio, Guinea, Gambia, Mali e Pakistan - e soprattutto tutti richiedenti asilo ospitati nei centri di accoglienza del territorio. 13 in particolare avevano trovato un tetto al Ferrhotel, la struttura a due passi dalla stazione, a ridosso di quella che era diventata la principale "piazza" per l'immissione sul mercato di hashish (in prevalenza) e marijuana, "servendo" anche studenti di passaggio in andata o ritorno dalle scuole superiori cittadine. Proprio la contestazione dell'aggravante dello spaccio destinato a minorenni aveva portato il giudice monocratico Gianluca Piantadosi, nel marzo delle scorso anno, a ritrasmettere gli atti alla Procura, per procedere non a citazione diretta ma passando per il filtro dell'udienza preliminare, con il fascicolo destinato poi - eventualmente - ad approdare, per competenza, ad un collegio giudicante.
Il corposo faldone quest'oggi si è già però vistosamente assottiliato, con l'uscita di scena, come detto, di 22 dei 34 imputati. In relazione alle posizioni invece degli altri 12 la dottoressa Passoni ha chiesto alla Procura - oggi rappresentata dal sostituto Chiara Di Francesco - di meglio esplicitare i capi d'imputazione, indicando anche le generalità dei presunti acquirenti under 18. Si tornerà ora in Aula il prossimo 8 maggio, 6 anni e mezzo dopo l'identificazione dei presunti pusher.
Perde dunque due terzi degli imputati il procedimento penale originato dall'indagine portata a termine nel novembre del 2017 dalla Squadra Mobile cittadina, indagine che aveva permesso di eradicare un fiorente giro di spaccio concentrato - in prevalenza - nella zona di via Ferriera e gestito, nella ricostruzione degli inquirenti, da più batterie di soggetti, tutti giovani tra i 18 e il 30 anni, tutti di origini straniere - tra Nigeria, Costa d'Avorio, Guinea, Gambia, Mali e Pakistan - e soprattutto tutti richiedenti asilo ospitati nei centri di accoglienza del territorio. 13 in particolare avevano trovato un tetto al Ferrhotel, la struttura a due passi dalla stazione, a ridosso di quella che era diventata la principale "piazza" per l'immissione sul mercato di hashish (in prevalenza) e marijuana, "servendo" anche studenti di passaggio in andata o ritorno dalle scuole superiori cittadine. Proprio la contestazione dell'aggravante dello spaccio destinato a minorenni aveva portato il giudice monocratico Gianluca Piantadosi, nel marzo delle scorso anno, a ritrasmettere gli atti alla Procura, per procedere non a citazione diretta ma passando per il filtro dell'udienza preliminare, con il fascicolo destinato poi - eventualmente - ad approdare, per competenza, ad un collegio giudicante.
Il corposo faldone quest'oggi si è già però vistosamente assottiliato, con l'uscita di scena, come detto, di 22 dei 34 imputati. In relazione alle posizioni invece degli altri 12 la dottoressa Passoni ha chiesto alla Procura - oggi rappresentata dal sostituto Chiara Di Francesco - di meglio esplicitare i capi d'imputazione, indicando anche le generalità dei presunti acquirenti under 18. Si tornerà ora in Aula il prossimo 8 maggio, 6 anni e mezzo dopo l'identificazione dei presunti pusher.
A.M.