Serata sul lupo con il Parco Monte Barro: va gestito con competenza e pacatezza

“Serve pacatezza di quando si parla di lupo”. Quello andato in scena ieri sera nella sala CFA di Villa Bertarelli a Galbiate è stato un esempio plastico di come funzionano oggi le discussioni, soprattutto quelle a carattere scientifico, in Italia. Il tema oggetto della “serata informativa” era il lupo.
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Mauro Belardi

“A luglio la telecamera di un privato ha registrato il passaggio di un lupo in zona San Michele. Dopodiché nelle settimane e nei mesi successivi si sono verificate altre piccole predazioni di animali da cortile e fugaci apparizioni nella zona di Valgreghentino. Sembra quindi che il problema stia iniziando a riguardare anche il nostro territorio” ha spiegato Paola Golfari, presidente del Parco Monte Barro, ovvero l’ente che ha organizzato l’incontro.
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Paola Golfari

Stante l’assenza di Elisabetta Rossi per motivi di salute, l’unico relatore intervenuto è stato Mauro Belardi, zoologo di cooperativa Eliante e consulente sui grandi carnivori per Regione Lombardia. “L’idea di lupo che abbiamo nella nostra testa deriva dal cinema e dalla letteratura nordamericana ed è profondamente sbagliata. In Europa e in Asia il lupo ha sempre vissuto a stretto contatto con l’uomo. Il lupo sta dovunque, basta che ci sia da mangiare e ci sia un luogo anche piccolo dove poter allevare i cuccioli” ha esordito Belardi. “Rispetto ad altre specie diffuse in Europa, il lupo italiano è più piccolo, molto schivo. Alcune caratteristiche, come le bande scure sulle zampe anteriori, lo distinguono chiaramente dal cane lupo cecoslovacco. Il lupo è un carnivoro adattabile con dieta ad ampio spettro. Esso mangia anche tanti mirtilli, preziosa fonte di vitamine”. 
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Nel corso dei successivi novanta minuti, l’esperto ha sviluppato un’illustrazione puntuale, precisa e fondata su una lunga esperienza sul campo soprattutto in val Chiavenna. “Sono ormai poche le zone delle Alpi dove non sono presenti dei branchi. La saturazione della fascia alpina spingerà inevitabilmente i lupi verso la pianura. Tenete presente che un branco è composto da 5 o 6 esemplari per la maggior parte dell’anno salvo in questo periodo, ovvero quando i giovani non sono ancora partiti per andare in dispersione. In media, il territorio di un branco si estende per 150 chilometri quadrati” ha proseguito Belardi. 
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Tra il folto pubblico erano presenti anche alcuni Carabinieri forestali in divisa. “In generale, il livello di conflitto non è proporzionale né al numero di lupi né al numero di danni ma a fattori come la strumentalizzazione della politica locale, rivendicazioni identitarie, conflitti nascosti, presenza di provocatori, stampa locale spregiudicata. Questo non significa che il problema non vada gestito anzi tutto il contrario. Bisogna però farlo con competenza” ha sottolineato l’esperto di Cooperativa Eliante. “Purtroppo, il piano di gestione dei lupi in discussione nel 2018 in conferenza stato regioni è saltato a causa di opposti estremismi. Eppure, era un piano ben scritto. Per gestire il problema servono innanzitutto il monitoraggio, un’attività che anche in Lombardia viene portata avanti bene, e la prevenzione, ovvero l’utilizzo di cani da protezione o reti elettrificate adeguate”. 
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E gli abbattimenti? Abbattere i lupi serve? “In Francia abbattono ogni anno il 20% dei lupi presenti sul territorio senza che ciò faccia diminuire i danni o il livello di conflitto. Si stima che in Italia ogni anno 400 lupi, ovvero il 15% della popolazione, finiscano vittime del bracconaggio. Sono abbattimenti illegali di cui non si vedono gli effetti” ha evidenziato Belardi. “In Italia il lupo è protetto da una specie nazionale del 1971 e dalla direttiva europea habitat del 1992. Quest’ultima prevede che, a fronte del verificarsi di precise condizioni, le regioni possano chiedere a ISPRA una deroga al divieto di abbattimento di esemplari appartenenti a specie protette come il lupo”. 
Infine, la chiosa. “Purtroppo, le deroghe sono diventate uno strumento politico. Sottoposto a forti pressioni, ISPRA ha dato il via libera all’abbattimento dei due lupi in Lessinia mentre per esempio c’era l’esemplare di Vasto ancora libero nonostante le ripetute aggressioni” ha spiegato Belardi. “Andrebbero abbattuti solo i branchi o gli esemplari veramente dannosi, come il branco a Verona che uccideva 130 vacche ogni anno. Gli esperti di ISPRA andrebbero lasciati il più possibile tranquilli. Poi, comunque, non decidono gli esperti ma i politici, votati per quello”. C’erano dei politici ieri sera tra il pubblico, ovvero il sindaco di Galbiate Piergiovanni Montanelli e il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giacomo Zamperini. Entrambi hanno ascoltato in silenzio il dibattitto degenerare lentamente.
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A destra Giacomo Zamperini

All’inizio, le domande del pubblico si sono concentrare sulla prevenzione. In particolare, un giovane pastore transumante ha raccontato che alcuni colleghi hanno subito più danni dai cani che non dai lupi. “Non bisogna improvvisare. Ci sono allevamenti gestiti da persone capaci che selezionano da decenni cani destinati a proteggere le greggi senza dare problemi con i passanti o i turisti. Ogni allevamento cresce esemplari con caratteristiche specifiche. Quando si prendono i cani da protezione bisogna farsi aiutare da persone capaci. Conosco allevatori che lo hanno fatto e non hanno mai avuto problemi con i turisti” ha replicato Belardi. “Lo stesso vale per le reti. Devono produrre scariche da 6mila volt così che il lupo si faccia male e non torni più. Ricordo che Regione Lombardia rimborsa l’acquisto di reti e cani da protezione così come tutti i danni subiti dagli allevatori a causa delle predazionI”. 
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Mauro Villa

Assieme a Mauro Villa, direttore del parco, l’esperto ha poi invitato tutti gli allevatori, hobbisti compresi, a segnalare eventuali predazioni e a interfacciarsi con il parco per ottenere gli aiuti di Regione. Ad un certo punto, dal fondo della sala, un signore ha alzato la mano. “Perché il lupo viene lasciato andare così? Perché ha tutti questi diritti?”. Il brusio dei presenti ha iniziato a salire di tono. “Perché tolleriamo gli esseri umani che ammazzano gli altri esseri umani?” ha replicato severa una donna dalle prime file. Preso atto che la pacatezza aveva lasciato Villa Bertarelli, la Presidente Golfari è intervenuta e ha dichiarato la fine della serata. 
A.Bes.
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