Lecco: approvato il PUMS, 'un nuovo modo di vivere la città'
“È un traguardo che questa Amministrazione ha costruito, un piano strategico di lungo respiro, decennale, con azioni di breve e medio periodo e altre di lungo periodo”. Così l’assessore ai Trasporti Renata Zuffi ha definito la delibera di giunta che ha approvato il Piano urbano della mobilità sostenibile e il correlato Biciplan che i tecnici dello studio Polinomia dell’architetto Matteo Dondè hanno illustrato giovedì sera alla commissione quinta.
“Il Pums è uno strumento di pianificazione finalizzato a trasformare il sistema della mobilità urbana verso una modalità di funzionamento sostenibile, cioè basata su equità, sicurezza e inclusione, una migliore qualità ambientale, innovazione ed efficienza economica - ha spiegato l’ingegner Torriani -. Il biciplan è un piano urbano della mobilità ciclistica che inverte le priorità, equilibrando l’attenzione ai pedoni e ai ciclisti”. Il percorso è iniziato nel 2021 con delle indagini ad hoc, a cui sono seguite delle elaborazioni progettuali e degli scenari di piano fino ad arrivare a luglio di quest’anno con il rapporto finale. “Il quadro conoscitivo è partito dalle analisi delle dinamiche demografiche e urbane, nonchè dell’assetto territoriale e delle infrastrutture - ha aggiunto l’ingegner Castelnuovo -. Poi abbiamo proseguito con l’analisi degli incidenti con lesi sulla base dei dati Istat 2001-2019; a Lecco in questo lasso di tempo ce ne sono stati circa 200 con 300 feriti ogni anno, nel 2018 e nel 2019 ci sono stati rispettivamente quattro e cinque morti”.
È seguito poi il monitoraggio del traffico in 14 intersezioni della città, il rilievo dei passeggeri del trasporto pubblico (ferrovie, imbarcadero, funivia e bus) e infine quello dell'occupazione della sosta. Sulla base delle lettura di questi dati e della normativa vigente si è passati a delineare le strategie al fine di raggiungere alcuni obiettivi: la protezione della mobilità con modi attivi (bici, monopattino e pedonali), la riduzione della distanza degli spostamenti e dell'inquinamento, nonchè dei consumi energetici, dei morti e dei feriti con lo strumento della “città 30”; il riequilibrio dell’uso della sosta pubblica, l’aumento dell’efficacia del TPL che non attira molto l’utenza; l’applicazione di ITC per favorire la fluidità del traffico e la sicurezza stradale.
Le proposte sul lungo periodo, quelle che si prevede di attivare nell’arco di dieci anni, contemplano interventi “ereditati” da altre progettualità come il quarto ponte, lo svincolo del Bione, l’adeguamento della 36 e la variante della Lecco-Bergamo, così come l’attuazione del PGTU e del Piano di bacino del trasporto pubblico, la riqualificazione del lungolago e della Piccola e la realizzazione dell’Hub del TPLe dei raggi verde-azzuri. Sono poi previsti degli interventi relativi all’istituzione di navette di collegamento tra il parcheggio del Bione e il centro, e dal centro alla partenza della funivia, nonchè per la moderazione del traffico come la “città 30”, la riqualificazione del borghi storici e la creazione delle strade scolastiche, la realizzazione delle cinque ciclovie - alcune portanti e altre di supporto - e dei percorsi urbani, pensati come prosecuzione dei sentieri montani che andranno a irradiarsi all’interno della città.
Gli interventi di medio periodo, infine, sono quelli che prevedono una implementazione tra i tre e cinque anni e sono stati riassunti in tre tavole di sintesi: quella della moderazione del traffico, quella del riequilibrio modale e quella della mobilità attività. Rispetto al primo tema l'obiettivo primario è quello di iniziare ad attuare la città a 30 chilometri orari, con l’esenzione degli assi portanti, partire con la riqualificazione dei borghi storici di Acquate, San Giovanni e Pescarenico e l’attuazione delle strade scolastiche. Rispetto al riequilibrio modale il primo obiettivo sarà invece quello di pensare ai parcheggi di interscambio, mentre rispetto alla mobilità attiva la prima azione sarà quella di completare la ciclovia del lungolago-lungo Adda e di realizzare il sentiero urbano del Gerenzone e quello che collega Acquate, la stazione e il lungolago. “Sono contenta di questo primo traguardo - ha commentato Zuffi -. Parlare a Lecco di città 30, di corsie ciclabili e di un modo diverso di vivere il territorio vuol dire non arrendersi a certe situazioni. Ci sono interventi che si possono fare tra pochissimi mesi per iniziare a migliorare la qualità della vita delle persone”.
“Il Pums è uno strumento di pianificazione finalizzato a trasformare il sistema della mobilità urbana verso una modalità di funzionamento sostenibile, cioè basata su equità, sicurezza e inclusione, una migliore qualità ambientale, innovazione ed efficienza economica - ha spiegato l’ingegner Torriani -. Il biciplan è un piano urbano della mobilità ciclistica che inverte le priorità, equilibrando l’attenzione ai pedoni e ai ciclisti”. Il percorso è iniziato nel 2021 con delle indagini ad hoc, a cui sono seguite delle elaborazioni progettuali e degli scenari di piano fino ad arrivare a luglio di quest’anno con il rapporto finale. “Il quadro conoscitivo è partito dalle analisi delle dinamiche demografiche e urbane, nonchè dell’assetto territoriale e delle infrastrutture - ha aggiunto l’ingegner Castelnuovo -. Poi abbiamo proseguito con l’analisi degli incidenti con lesi sulla base dei dati Istat 2001-2019; a Lecco in questo lasso di tempo ce ne sono stati circa 200 con 300 feriti ogni anno, nel 2018 e nel 2019 ci sono stati rispettivamente quattro e cinque morti”.
È seguito poi il monitoraggio del traffico in 14 intersezioni della città, il rilievo dei passeggeri del trasporto pubblico (ferrovie, imbarcadero, funivia e bus) e infine quello dell'occupazione della sosta. Sulla base delle lettura di questi dati e della normativa vigente si è passati a delineare le strategie al fine di raggiungere alcuni obiettivi: la protezione della mobilità con modi attivi (bici, monopattino e pedonali), la riduzione della distanza degli spostamenti e dell'inquinamento, nonchè dei consumi energetici, dei morti e dei feriti con lo strumento della “città 30”; il riequilibrio dell’uso della sosta pubblica, l’aumento dell’efficacia del TPL che non attira molto l’utenza; l’applicazione di ITC per favorire la fluidità del traffico e la sicurezza stradale.
Le proposte sul lungo periodo, quelle che si prevede di attivare nell’arco di dieci anni, contemplano interventi “ereditati” da altre progettualità come il quarto ponte, lo svincolo del Bione, l’adeguamento della 36 e la variante della Lecco-Bergamo, così come l’attuazione del PGTU e del Piano di bacino del trasporto pubblico, la riqualificazione del lungolago e della Piccola e la realizzazione dell’Hub del TPLe dei raggi verde-azzuri. Sono poi previsti degli interventi relativi all’istituzione di navette di collegamento tra il parcheggio del Bione e il centro, e dal centro alla partenza della funivia, nonchè per la moderazione del traffico come la “città 30”, la riqualificazione del borghi storici e la creazione delle strade scolastiche, la realizzazione delle cinque ciclovie - alcune portanti e altre di supporto - e dei percorsi urbani, pensati come prosecuzione dei sentieri montani che andranno a irradiarsi all’interno della città.
Gli interventi di medio periodo, infine, sono quelli che prevedono una implementazione tra i tre e cinque anni e sono stati riassunti in tre tavole di sintesi: quella della moderazione del traffico, quella del riequilibrio modale e quella della mobilità attività. Rispetto al primo tema l'obiettivo primario è quello di iniziare ad attuare la città a 30 chilometri orari, con l’esenzione degli assi portanti, partire con la riqualificazione dei borghi storici di Acquate, San Giovanni e Pescarenico e l’attuazione delle strade scolastiche. Rispetto al riequilibrio modale il primo obiettivo sarà invece quello di pensare ai parcheggi di interscambio, mentre rispetto alla mobilità attiva la prima azione sarà quella di completare la ciclovia del lungolago-lungo Adda e di realizzare il sentiero urbano del Gerenzone e quello che collega Acquate, la stazione e il lungolago. “Sono contenta di questo primo traguardo - ha commentato Zuffi -. Parlare a Lecco di città 30, di corsie ciclabili e di un modo diverso di vivere il territorio vuol dire non arrendersi a certe situazioni. Ci sono interventi che si possono fare tra pochissimi mesi per iniziare a migliorare la qualità della vita delle persone”.
M.V.