Lecco, spaccio in viale Turati: ultimi tre imputati a dibattimento

I presunti ''dominus'' del giro di spaccio su Viale Turati sgominato nell'estate 2022 dalla Squadra Mobile della Questura di Lecco - Fabio Carter Gapea e Alan Christopher Momo - avevano definito le rispettive posizioni a maggio, al cospetto del giudice per le udienze preliminari Nora Lisa Passoni, scegliendo il rito abbreviato. Pesanti le condanne inflitte a loro carico: cinque e quattro anni rispettivamente. Era comparso davanti al GUP anche Jhosef Eze (un anno e otto mesi la pena a suo carico) mentre era risultato irrintracciabile Ahmed El Yazidi: come prevede la legge Cartabia, il giudice aveva decretato dunque il non luogo a procedere, ordinando però al tempo stesso nuove ricerche.
Quest'oggi invece, il processo è entrato nel vivo nei confronti di altri tre soggetti coinvolti - a vario titolo - nella vicenda, che hanno scelto la strada del dibattimento, dunque quella ''ordinaria''. Se Augustin Ameyibor e Lehito David Gapea - difesi rispettivamente dagli avvocati Sara Mantegazza e Marilena Guglielmana - si sono accomodati nell'aula presieduta dal giudice Martina Beggio, era invece assente Lamin Conteh, assistito dall'avvocato Alberto Cattaneo.
Citati dalla Procura (quest'oggi rappresentata dal vpo Caterina Scarselli) diversi testimoni, a partire dall'ispettore della Questura cittadina chiamato a sintetizzare l'attività d'indagine condotta insieme ai colleghi e sfociata nell'arresto dei soggetti sopra citati, tra i quali appunto i tre odierni imputati.
A dare avvio agli accertamenti delle ''divise'' le dichiarazioni rese da un consumatore, fermato dalla Polizia in un'altra circostanza, con la Squadra Mobile impegnata ad attenzionare un altro individuo per la sospetta cessione di droga.
Sarebbe stato dunque l'assuntore - noto agli operanti - a fornire indicazioni utili a ricostruire il giro di spaccio che in quel periodo si era radicato in Viale Turati e nelle zone limitrofe.
''Grazie all'analisi dei tabulati telefonici siamo riusciti a risalire ai consumatori'' ha detto l'allora referente della sezione antidroga, facendo poi riferimento al box di Via Privata Zanella, in rione Santo Stefano, dove erano stati rinvenuti 5 kg di hashish, oltre a 303 grammi di cocaina, 3 kg di marijuana e 2 pistole con munizioni. Una sorta di magazzino ricondotto ai membri dell'organizzazione, che gli agenti sono riusciti ad individuare tramite approfonditi accertamenti, grazie - nello specifico - ad intercettazioni e ai gps installati sulle autovetture.
Raccolte anche le dichiarazioni di diversi clienti, ai quali di volta in volta sono stati mostrati gli album con le fotografie dei presunti spacciatori, per arrivare a chiudere il cerchio individuano tutti i presunti pusher. I nomi di Lehito David Gapea (fratello di Fabio Carter) e di Lamin Conteh ad esempio, sono emersi dalle dichiarazioni degli assuntori che avrebbero riconosciuto nei loro volti, le persone che li rifornivano di sostanza stupefacente. 
Il primo peraltro parrebbe essere l'allora affittuario del box di via Zanella. Nel corso delle indagini condotte dalla Polizia di Stato, tra l'altro, si trovava in carcere per altra causa. E anche oggi risulta detenuto, essendo stato tradotto a palazzo di giustizia dalla polizia penitenziaria della struttura di Pescarenico.
Ad Augustin Ameyibor invece, gli uomini della Questura avrebbero associato un'utenza telefonica, di fatto intestata ad un soggetto rivelatosi inesistente.
''Non abbiamo trovato droga sugli assuntori'' ha precisato l'ispettore nel rispondere alle domande delle parti, specificando ad esempio come nel caso di Lamin Conteh non vi fossero state altre attività d'indagine oltre alle dichiarazioni rese a suo carico da un acquirente.
Terminata l'escussione dell'operante, è stata la volta di alcuni assuntori che uno dopo l'altro hanno raccontato in aula da chi acquistavano lo stupefacente; a loro sono stati sottoposti quesiti dalle parti per meglio delineare le eventuali responsabilità dei tre imputati in ordine alle contestazioni mosse a loro carico.
Si torna in aula il 18 dicembre per il prosieguo dell'istruttoria dibattimentale.
G.C.
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