Lecco: inaugurato ''labirinto Bonacina'', punto di riferimento per il rione
Inaugurato il ''labirinto Bonacina'', il centro di quartiere o laboratorio per il più piccolo rione della città: ha trovato posto nei locali di via Labirinto in passato utilizzati per la mensa della scuola elementare che ormai ha chiuso i battenti e che diventerà un asilo nido.
La nuova struttura vuole essere un punto di riferimento per la vita del rione, sede di associazioni, luogo di ritrovo, “sportello” di servizi sociali e tutta un’altra serie di iniziative che prenderanno corpo strada facendo, anche secondo le esigenze che arriveranno dalla stessa popolazione e appunto dalle varie associazioni del rione (“Insieme per Sant’Egidio”, “Amici del Caldone”, gli alpini, la Polisportiva, la scuola dell’infanzia).
A coordinare il progetto è Cesea, il consorzio comunale che opera per favorire l’occupazione dei cosiddetti soggetti fragili.
«Benvenuti a casa vostra» è stato il saluto del sindaco Mauro Gattinoni agli intervenuti alla cerimonia di inaugurazione. Il primo cittadino ha poi proseguito: «Quando ci siamo insediato abbiamo detto che avremmo messo il cuore nei rioni. Perché il centro luccica, ci sono le vetrine, i negozi, gli uffici, ma la gran parte dei lecchesi vive nei rioni. Certo, riparare le buche sulle strade: verrà anche quello. Ma prima di tutto abbiamo voluto mettere la persona. Dopo Laorcalab nella vecchia scuola elementare di Laorca, dopo il centro sanitario inaugurato a Santo Stefano, è la volta dell’ex mensa nel cuore di questo labirinto che è il rione di Bonacina».
Nel suo intervento, inoltre, il sindaco ha anche assicurato che a dicembre partiranno i lavori per la ristrutturazione della vecchia scuola destinata ad asilo nido: in questi giorni, infatti, l’edificio ospita un gruppo di migranti. Una situazione di emergenza per venire incontro alle richieste della prefettura alla quale è stato appunto concesso l’uso dello stabile fino alla fine del mese di novembre.
Da parte sua, l’assessore ai servizi sociali Emanuele Manzoni ha voluto sintetizzare l’iniziativa con tre parole: continuità, comunità, cura. Continuità perché nelle sale ancora in fase di allestimento, tra le altre cose sono stati appesi alle pareti alcuni quadri provenienti dalla scuola elementare e che erano stati realizzati dai bambini, quadri che appunto sottolineano una sorta di discorso non interrotto. Comunità perché il “labirinto” è appunto a disposizione dell’intera comunità, delle associazioni, degli abitanti da lunga data e di quelli temporanei. Cura perché l’attenzione ai bisogni delle persone è tra gli obiettivi principali.
Anche il parroco don Walter Magnoni è ricorso alla formula delle tre parole: pane, , parola e politica. Pane che è il senso dello stare assieme della compagnia (che appunto deriva da cum panis). Parola perché è necessaria altrimenti rischiamo di non avere una visione e oggi abbiamo bisogno di parole buona. E politica perché «qui si sta facendo buona politica: persone del quartiere si associano per far partire un’iniziativa. Ed è il vero significato della parola politica».
Da parte sua, Tore Rossi, direttore di Cesea, ha appunto sottolineato come la peculiarità di questo “labirinto” sia appunto la mobilitazione di un rione chiamato a esprimere le proprie richieste e, sotto questo punto di vista, «sono ammirato dal lavoro fatto in questi mesi dal comitato tecnico».
Ha poi ricordato il terreno messo a disposizione della cooperativa “Arcobaleno” da parte di un benefattore e sul quale vi sono 700m meli, 200 peri e 200 viti, un intero frutteto che appunto è entrato nella rete delle attività per i soggetti frugeli, un frutteto dal quale si ricavano succo di mele e confetture: quest’anno la produzione sarà di 15 ettolitri dell’uno e di cinquemila vasetti delle altre tra mela naturale e mela aromatizzata con la cannella.
In rappresentanza di tutte le associazioni è intervenuta Domizia De Rocchi di “Insieme per Sant’Egidio” che ha ricordato come complessivamente tutti i sodalizi coinvolgano cinquecento persone, un numero decisamente ragguardevole per un rione piccolo come Bonacina.
Ma gli applausi più fragoroso sono stati per Francesco Bodega, 84 anni, ex dipendente comunale, definito il “sindaco della Bonacina”, essendo una delle anime della vita associativa e memoria storica del rione.
«Dopo la tempesta della chiusura della scuola elementare è arrivato il sereno. E siamo tutti contenti» sottolineando come dalla piccola aia sulla quale si sono tenuti i discorsi ufficiali sia passata la storia del quartiere: «Qua venivamo a giocare. Lera, la chiamavamo». E rivolto ai giovani li ha invitati a coltivare queste cose che sono il futuro del rione».
E a proposito di storia, Bodega ha anche annunciato che prossimamente sarà mesdsa mano all’archivio di Arsenio Mastalli, lo storico della Bonacina per antonomasia, lo studioso di storia locale morto nel 1969 a 71 anni e che ha lasciato una considerevole mole di scritti su storia e tradizioni: «Una volta riordinato il materiale, faremo una bella giornata dedicata alla storia».
Per cominciare, intanto, il “Labirinto” sarà aperto al pubblico tutti i giovedì mattina dalle 9 alle 12. Ma intanto sono già state organizzate alcune iniziative: il 5 dicembre, le “nonne del rione” racconteranno ai bambini della scuola dell’infanzia la tradizione di san Nicolò e delle sue mele; il 14 dicembre festa di Natale ancora coi bambini dell’asilo e il 15 dicembre alle 20,15 sarà presentato il progetto di restauro conservativo della chiesa di Sant’Egidio. A gennaio, inoltre, partiranno i corsi di ginnastica dolce e di creatività.
Per informazioni: servizio.cesea@comune.lecco.it, “Il Giglio” 34.527.2116; Polisportiva Sant’Egidio 333.331.6974.
La nuova struttura vuole essere un punto di riferimento per la vita del rione, sede di associazioni, luogo di ritrovo, “sportello” di servizi sociali e tutta un’altra serie di iniziative che prenderanno corpo strada facendo, anche secondo le esigenze che arriveranno dalla stessa popolazione e appunto dalle varie associazioni del rione (“Insieme per Sant’Egidio”, “Amici del Caldone”, gli alpini, la Polisportiva, la scuola dell’infanzia).
A coordinare il progetto è Cesea, il consorzio comunale che opera per favorire l’occupazione dei cosiddetti soggetti fragili.
«Benvenuti a casa vostra» è stato il saluto del sindaco Mauro Gattinoni agli intervenuti alla cerimonia di inaugurazione. Il primo cittadino ha poi proseguito: «Quando ci siamo insediato abbiamo detto che avremmo messo il cuore nei rioni. Perché il centro luccica, ci sono le vetrine, i negozi, gli uffici, ma la gran parte dei lecchesi vive nei rioni. Certo, riparare le buche sulle strade: verrà anche quello. Ma prima di tutto abbiamo voluto mettere la persona. Dopo Laorcalab nella vecchia scuola elementare di Laorca, dopo il centro sanitario inaugurato a Santo Stefano, è la volta dell’ex mensa nel cuore di questo labirinto che è il rione di Bonacina».
Nel suo intervento, inoltre, il sindaco ha anche assicurato che a dicembre partiranno i lavori per la ristrutturazione della vecchia scuola destinata ad asilo nido: in questi giorni, infatti, l’edificio ospita un gruppo di migranti. Una situazione di emergenza per venire incontro alle richieste della prefettura alla quale è stato appunto concesso l’uso dello stabile fino alla fine del mese di novembre.
Da parte sua, l’assessore ai servizi sociali Emanuele Manzoni ha voluto sintetizzare l’iniziativa con tre parole: continuità, comunità, cura. Continuità perché nelle sale ancora in fase di allestimento, tra le altre cose sono stati appesi alle pareti alcuni quadri provenienti dalla scuola elementare e che erano stati realizzati dai bambini, quadri che appunto sottolineano una sorta di discorso non interrotto. Comunità perché il “labirinto” è appunto a disposizione dell’intera comunità, delle associazioni, degli abitanti da lunga data e di quelli temporanei. Cura perché l’attenzione ai bisogni delle persone è tra gli obiettivi principali.
Anche il parroco don Walter Magnoni è ricorso alla formula delle tre parole: pane, , parola e politica. Pane che è il senso dello stare assieme della compagnia (che appunto deriva da cum panis). Parola perché è necessaria altrimenti rischiamo di non avere una visione e oggi abbiamo bisogno di parole buona. E politica perché «qui si sta facendo buona politica: persone del quartiere si associano per far partire un’iniziativa. Ed è il vero significato della parola politica».
Da parte sua, Tore Rossi, direttore di Cesea, ha appunto sottolineato come la peculiarità di questo “labirinto” sia appunto la mobilitazione di un rione chiamato a esprimere le proprie richieste e, sotto questo punto di vista, «sono ammirato dal lavoro fatto in questi mesi dal comitato tecnico».
Ha poi ricordato il terreno messo a disposizione della cooperativa “Arcobaleno” da parte di un benefattore e sul quale vi sono 700m meli, 200 peri e 200 viti, un intero frutteto che appunto è entrato nella rete delle attività per i soggetti frugeli, un frutteto dal quale si ricavano succo di mele e confetture: quest’anno la produzione sarà di 15 ettolitri dell’uno e di cinquemila vasetti delle altre tra mela naturale e mela aromatizzata con la cannella.
In rappresentanza di tutte le associazioni è intervenuta Domizia De Rocchi di “Insieme per Sant’Egidio” che ha ricordato come complessivamente tutti i sodalizi coinvolgano cinquecento persone, un numero decisamente ragguardevole per un rione piccolo come Bonacina.
Ma gli applausi più fragoroso sono stati per Francesco Bodega, 84 anni, ex dipendente comunale, definito il “sindaco della Bonacina”, essendo una delle anime della vita associativa e memoria storica del rione.
«Dopo la tempesta della chiusura della scuola elementare è arrivato il sereno. E siamo tutti contenti» sottolineando come dalla piccola aia sulla quale si sono tenuti i discorsi ufficiali sia passata la storia del quartiere: «Qua venivamo a giocare. Lera, la chiamavamo». E rivolto ai giovani li ha invitati a coltivare queste cose che sono il futuro del rione».
E a proposito di storia, Bodega ha anche annunciato che prossimamente sarà mesdsa mano all’archivio di Arsenio Mastalli, lo storico della Bonacina per antonomasia, lo studioso di storia locale morto nel 1969 a 71 anni e che ha lasciato una considerevole mole di scritti su storia e tradizioni: «Una volta riordinato il materiale, faremo una bella giornata dedicata alla storia».
Per cominciare, intanto, il “Labirinto” sarà aperto al pubblico tutti i giovedì mattina dalle 9 alle 12. Ma intanto sono già state organizzate alcune iniziative: il 5 dicembre, le “nonne del rione” racconteranno ai bambini della scuola dell’infanzia la tradizione di san Nicolò e delle sue mele; il 14 dicembre festa di Natale ancora coi bambini dell’asilo e il 15 dicembre alle 20,15 sarà presentato il progetto di restauro conservativo della chiesa di Sant’Egidio. A gennaio, inoltre, partiranno i corsi di ginnastica dolce e di creatività.
Per informazioni: servizio.cesea@comune.lecco.it, “Il Giglio” 34.527.2116; Polisportiva Sant’Egidio 333.331.6974.
D.C.