Lecco: è un 13enne di Cinisello il ragazzino 'inghiottito' dal Lago, si sarebbe tuffato dalla piattaforma
Erano in cinque. E la gita a Lecco evidentemente l'avevano pianificata, tanto da mettere anche il costume in un venerdì 17 di metà novembre, mese non propriamente tra i più canonici in cui uscire indossando, pur sotto la tuta e il piumino, un capo balneare. Se poi l'intenzione, già in partenza, fosse quella di fare un tuffo o si sarebbero accontentati di una foto "ad effetto", mostrando i loro fisici ancora da bambini con il lago increspato in primo piano e le montagne nel nord già innevate a far da sfondo, chissà.
Di sicuro qualcosa è andato chiaramente storto ed a casa hanno fatto ritorno, non elettrizzati dall'avventura ma comprensibilmente piegati dall'angoscia, in quattro, recuperati dai genitori in Questura. Il quinto, classe 2010, origini magrebine come altri tre, di Cinisello Balsamo come gli amici, dopo essere rimasto per un'ora e mezza sott'acqua prima di venir individuato e recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco, è in un letto della Rianimazione dell'Ospedale Manzoni, attaccato a quel macchinario che poco tecnicamente chiamiamo circolazione extracorporea. ECMO, per usare un acronimo. Appeso a un filo. Di speranza.
Estratto dall'acqua a peso morto, portato in braccio da un pompiere dalla piattaforma da cui è finito nel lago, è stato a lungo massaggiato direttamente sul lungolago con le manovre rianimatorie proseguite poi, senza che il suo cuore ricominciasse a battere, anche sull'ambulanza, partita poi a sirene spiegate poco dopo 14 alla volta dell'ospedale Manzoni.
Le ricerche erano iniziate qualche minuto dopo le 12, tutt'attorno alla piattaforma tra Caviate e Malpensata da cui il 13enne - che indossava solo il costume - si sarebbe tuffato, con un coetaneo in acqua. L'altro è riemerso, lui no. E' stato recuperato dal personale specializzato dei vigili del fuoco in profondità ma di fatto lì a qualche metro, qualche minuto dopo l'immersione del primo sub. Ma di tempo, dalla chiamata al numero unico per le emergenze - con l'attivazione dei pompieri locali e dei sommozzatori da fuori provincia - ne era passato tanto. Interminabili minuti d'attesa anche per i poliziotti e i sanitari che, impotenti, hanno atteso sulla passeggiata il ripescaggio dell'esile corpo del ragazzino.
Dalla Procura sul lungolago, a operazioni ancora in corso, si è precipitata anche il sostituto Giulia Angeleri. Sarà lei a dover far chiarezza sull'accaduto.
Di sicuro qualcosa è andato chiaramente storto ed a casa hanno fatto ritorno, non elettrizzati dall'avventura ma comprensibilmente piegati dall'angoscia, in quattro, recuperati dai genitori in Questura. Il quinto, classe 2010, origini magrebine come altri tre, di Cinisello Balsamo come gli amici, dopo essere rimasto per un'ora e mezza sott'acqua prima di venir individuato e recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco, è in un letto della Rianimazione dell'Ospedale Manzoni, attaccato a quel macchinario che poco tecnicamente chiamiamo circolazione extracorporea. ECMO, per usare un acronimo. Appeso a un filo. Di speranza.
Estratto dall'acqua a peso morto, portato in braccio da un pompiere dalla piattaforma da cui è finito nel lago, è stato a lungo massaggiato direttamente sul lungolago con le manovre rianimatorie proseguite poi, senza che il suo cuore ricominciasse a battere, anche sull'ambulanza, partita poi a sirene spiegate poco dopo 14 alla volta dell'ospedale Manzoni.
Le ricerche erano iniziate qualche minuto dopo le 12, tutt'attorno alla piattaforma tra Caviate e Malpensata da cui il 13enne - che indossava solo il costume - si sarebbe tuffato, con un coetaneo in acqua. L'altro è riemerso, lui no. E' stato recuperato dal personale specializzato dei vigili del fuoco in profondità ma di fatto lì a qualche metro, qualche minuto dopo l'immersione del primo sub. Ma di tempo, dalla chiamata al numero unico per le emergenze - con l'attivazione dei pompieri locali e dei sommozzatori da fuori provincia - ne era passato tanto. Interminabili minuti d'attesa anche per i poliziotti e i sanitari che, impotenti, hanno atteso sulla passeggiata il ripescaggio dell'esile corpo del ragazzino.
A.M.