Turismo: solo il Lago è preso d'assalto. 'C'è ancora da lavorare'. Ma 'ci sono già segnali di eccessi'
Il turismo a gonfie vele in Lombardia ma anche nel Lecchese dove è il lago a fare da traino e con li stranieri in netta maggioranza, mentre gli italiani calano. Sono i dati della stagione estiva elaborati dagli uffici regionali e presentati nel pomeriggio dall’assessore lombarda Barbara Mazzali agli amministratori pubblici e ai rappresentanti delle associazioni di categoria radunati nella sede regionale di corso Promessi Sposi su iniziativa del sottosegretario Mauro Piazza.
“La Lombardia ha chiuso una stagione estiva d’oro, oltre ogni previsione – ha spiegato Mazzali - Sono stati più di 9 milioni gli arrivi e oltre 27,1 milioni le presenze nella nostra Regione da maggio e settembre 2023. Con i laghi indiscussi leader dell’attrattività”.
Rispetto al 2019, anno precovid, il territorio lecchese ha visto un incremento delle presenze del 35,58% con turisti internazionali che hanno raggiunto un più 54,10% nei pernottamenti rispetto allo stesso anno”.
Nel dettaglio, la stagione estiva ha visto da maggio a settembre arrivare in provincia 236mila visitatori (188mila stranieri e quasi 48mila italiani). Le presenze complessive, vale a dire le notti trascorse nel nostro territiorio, sono state 756mila (ben 600mila delle quali di stranieri).
E la provincia lecchese è una delle tre a superare la media lombarda nel rapporto tra presenze e arrivi. La media regionale si attesta a quota 3 e l’indice lecchese e di 3,2, mentre Como e al 3 esatto. Meglio di noi solo Brescia (con il 4,7) e Sondrio (3,5).
Sull’andamento annuale, i dati regionale ci dicono che da gennaio alla fine di settembre sono arrivati nel territorio 310 mila visitatori con un aumento di quasi il 20% rispetto al 2019. Di questi 229mila stranieri (con un incremento del 45%) e 81mila italiani (con un calo del 20%). In aumento anche le presenze: più 35% rispetto al 2019, sono state complessivamente 939mila, delle quali 707mila di stranieri (con un aumento addirittura del 54%) e 231mila di italiani (sostanzialmente come quattro anni fa).
In quanto a nazionalità, a farla da padrone sono i tedeschi (124mila unità), seguiti da statunitensi (80mila), francesi (47mila), inglesi (47mila), olandesi (38mila) e poi polacchi, svizzeri, australiani, belgi e spagnoli.
Al primo posto tra i comuni, secondo il dato delle presenze, starebbe Colico (14%) , ma in realtà l’area varennese a fare da polo d’attrazione con il 19% ottenuto unendo Varenna (12%) e Perledo (7%). La città di Lecco è quindi terza con il 13%. Tutti gli altri sotto il 10%: Mandello, Abbadia, Bellano, Oliveto, Malgrate e Dervio.
Si vede che è quindi il lago a fare da volano con l’84% delle presenze, mentre la Brianza è al 9%, la Valsassina al 5% e la Valle San Martino all’1%.
Commentando i dati, il sottosegretario regionale Piazza ha commentato: «Ritengo importante continuare il percorso di promozione e sostegno alle imprese del settore turistico da parte di Regione Lombardia. Intendiamo farlo attraverso una serie di misure, che vanno dalla promozione degli investimenti delle strutture ricettive per lo sviluppo competitivo alla partecipazione degli operatori turistici lombardi, alle iniziative di promozione turistica sui mercati italiano ed estero»
«Se i numeri sono incoraggianti – ha infatti osservato Piazza – nello stesso tempo dicono anche che ancora bisogna lavorare: sulla ricettività e sulla redistribuzione dei turisti considerando che vi sono zone ancora vergini».Anche il consigliere regionale di “Fratelli d’Italia” Giacomo Zamperini, pur non partecipando alla giornata lecchese dell’assessore Mazzali, ha diffuso un proprio commento ai dati definiti ambivalenti e invitando a frenare l’entusiasmo: «Se da un lato è positivo e fa piacere che sempre più turisti scelgano il nostro territorio, dall’altro, purtroppo, è chiaro come sia praticamente solo il lago ad essere preso d'assalto, provocando anche notevoli disagi ai residenti nella loro quotidianità. Ritengo che si possa e si debba fare di più per la valorizzazione dei territori montani e delle aree interne, anch’esse potenzialmente attrattive, ma sulle quali, invece, si investe ancora troppo poco in termini turistici»
Se alla sede regionale lecchese, l’assessore Mazzali si dichiarava più che ottimista, il collega di partito Zamperini metteva in guardia dall’eccesso di turismo: «Vi sono importanti segnali di un eccesso di presenze in alcune località, troppo concentrati nei mesi estivi (basti pensare a Varenna, Dervio e Bellano) che rischiano di minare l’esperienza di visita. A fronte di un tale aumento di visitatori è fondamentale implementare il servizio di trasporto pubblico con l’obiettivo di migliorarlo e renderlo capace di soddisfare gli standard qualitativi anche di un target turistico “alto-spendente” come quello internazionale. Regione Lombardia dovrebbe fare di più anche nella regolamentazione del fenomeno, oggi praticamente incontrollato, di proliferazione di alloggi brevi, B&B, case vacanze e locazioni turistiche, che nella nostra provincia rappresentano il 36% dei posti letto totali, mettendo in campo delle regole chiare sull'utilizzo di questa modalità di accoglienza».
“La Lombardia ha chiuso una stagione estiva d’oro, oltre ogni previsione – ha spiegato Mazzali - Sono stati più di 9 milioni gli arrivi e oltre 27,1 milioni le presenze nella nostra Regione da maggio e settembre 2023. Con i laghi indiscussi leader dell’attrattività”.
Rispetto al 2019, anno precovid, il territorio lecchese ha visto un incremento delle presenze del 35,58% con turisti internazionali che hanno raggiunto un più 54,10% nei pernottamenti rispetto allo stesso anno”.
Nel dettaglio, la stagione estiva ha visto da maggio a settembre arrivare in provincia 236mila visitatori (188mila stranieri e quasi 48mila italiani). Le presenze complessive, vale a dire le notti trascorse nel nostro territiorio, sono state 756mila (ben 600mila delle quali di stranieri).
E la provincia lecchese è una delle tre a superare la media lombarda nel rapporto tra presenze e arrivi. La media regionale si attesta a quota 3 e l’indice lecchese e di 3,2, mentre Como e al 3 esatto. Meglio di noi solo Brescia (con il 4,7) e Sondrio (3,5).
Sull’andamento annuale, i dati regionale ci dicono che da gennaio alla fine di settembre sono arrivati nel territorio 310 mila visitatori con un aumento di quasi il 20% rispetto al 2019. Di questi 229mila stranieri (con un incremento del 45%) e 81mila italiani (con un calo del 20%). In aumento anche le presenze: più 35% rispetto al 2019, sono state complessivamente 939mila, delle quali 707mila di stranieri (con un aumento addirittura del 54%) e 231mila di italiani (sostanzialmente come quattro anni fa).
In quanto a nazionalità, a farla da padrone sono i tedeschi (124mila unità), seguiti da statunitensi (80mila), francesi (47mila), inglesi (47mila), olandesi (38mila) e poi polacchi, svizzeri, australiani, belgi e spagnoli.
Al primo posto tra i comuni, secondo il dato delle presenze, starebbe Colico (14%) , ma in realtà l’area varennese a fare da polo d’attrazione con il 19% ottenuto unendo Varenna (12%) e Perledo (7%). La città di Lecco è quindi terza con il 13%. Tutti gli altri sotto il 10%: Mandello, Abbadia, Bellano, Oliveto, Malgrate e Dervio.
Si vede che è quindi il lago a fare da volano con l’84% delle presenze, mentre la Brianza è al 9%, la Valsassina al 5% e la Valle San Martino all’1%.
Dei luoghi visitati, quelli che ottengono le maggiori recensione in internet da parte dei visitatori sono stati il lungolago di Lecco, l’Orrido di Bellano e Villa Monastero di Varenna
Commentando i dati, il sottosegretario regionale Piazza ha commentato: «Ritengo importante continuare il percorso di promozione e sostegno alle imprese del settore turistico da parte di Regione Lombardia. Intendiamo farlo attraverso una serie di misure, che vanno dalla promozione degli investimenti delle strutture ricettive per lo sviluppo competitivo alla partecipazione degli operatori turistici lombardi, alle iniziative di promozione turistica sui mercati italiano ed estero»
«Se i numeri sono incoraggianti – ha infatti osservato Piazza – nello stesso tempo dicono anche che ancora bisogna lavorare: sulla ricettività e sulla redistribuzione dei turisti considerando che vi sono zone ancora vergini».Anche il consigliere regionale di “Fratelli d’Italia” Giacomo Zamperini, pur non partecipando alla giornata lecchese dell’assessore Mazzali, ha diffuso un proprio commento ai dati definiti ambivalenti e invitando a frenare l’entusiasmo: «Se da un lato è positivo e fa piacere che sempre più turisti scelgano il nostro territorio, dall’altro, purtroppo, è chiaro come sia praticamente solo il lago ad essere preso d'assalto, provocando anche notevoli disagi ai residenti nella loro quotidianità. Ritengo che si possa e si debba fare di più per la valorizzazione dei territori montani e delle aree interne, anch’esse potenzialmente attrattive, ma sulle quali, invece, si investe ancora troppo poco in termini turistici»
Se alla sede regionale lecchese, l’assessore Mazzali si dichiarava più che ottimista, il collega di partito Zamperini metteva in guardia dall’eccesso di turismo: «Vi sono importanti segnali di un eccesso di presenze in alcune località, troppo concentrati nei mesi estivi (basti pensare a Varenna, Dervio e Bellano) che rischiano di minare l’esperienza di visita. A fronte di un tale aumento di visitatori è fondamentale implementare il servizio di trasporto pubblico con l’obiettivo di migliorarlo e renderlo capace di soddisfare gli standard qualitativi anche di un target turistico “alto-spendente” come quello internazionale. Regione Lombardia dovrebbe fare di più anche nella regolamentazione del fenomeno, oggi praticamente incontrollato, di proliferazione di alloggi brevi, B&B, case vacanze e locazioni turistiche, che nella nostra provincia rappresentano il 36% dei posti letto totali, mettendo in campo delle regole chiare sull'utilizzo di questa modalità di accoglienza».
D.C.