Il Manzoni (spiegato dagli studenti) porta a Lecco il ministro Valditara
Un pomeriggio manzoniano per il ministro dell’istruzione (e del merito) Giuseppe Valditara, in città su invito del “provveditore” Adamo Castelnuovo per celebrare in maniera ufficiale l’anniversario dei 150 anni della morte di don Lisander anche sul versante scolastico.
E proprio nella città manzoniana, il ministro ha affermato che i Promessi Sposi continueranno a essere studiati nelle scuole italiane, nonostante chi voglia abolirne la lettura obbligatoria che porta il Manzoni a essere detestato. Valditara ha invece ribadito le necessità che il Manzoni e i “Promessi sposi” continuino a essere materia di studio nelle nostre scuole, in virtù del significato dell’opera per la cultura italiana, sul fronte politico e naturalmente su quello della lingua ricordando – pur confondendo le versioni del romanzo – la “risciacquatura” in Arno.
Dopo una tappa a Oggiono per l’esposizione della “Madonna del latte” di Marco d’Oggiono, il ministro Valditara è arrivato al liceo classico cittadino intitolato proprio ad Alessandro Manzoni, accolto dalla preside Maria Luisa Montagna nella sede di via Ghislanzoni. A salutare il ministro, dopo il provveditore Castelnuovo, sono intervenuti il sindaco Mauro Gattinoni, la presidente provinciale Alessandra Hofmann, il questore Ottavio Aragona, il prefetto Sergio Pomponio, il sottosegretario regionale Mauro Piazza, la sottosegretaria ministeriale Paola Frassinetti.
E tra tanti riferimenti a Manzoni, si è accennato all’ennesima riforma scolastica annunciata anche dal nuovo governo. Se il sottosegretario regionale Piazza ha parlato di riforme importanti, il sindaco Gattinoni ha rivolto al ministro un invito esplicito affinché si presti attenzione al corso di scuola media inferiore, quando i ragazzi sono chiamati a scegliere il proprio futuro optando per un indirizzo di studi o l’altro, sottolineano anche la necessità di una scuola inclusiva e che quindi si tenga anche conto degli immigrati di seconda generazione.
Dopo i saluti, l’attenzione si spostata sull’edizioni illustrate dei “Promessi sposi”, con una “lezione” di tre studenti del Classico. Per l’occasione, erano esposte le edizioni del 1840 (la prima della versione “risciacquata”, quella illustrata da Francesco Gonin su indicazioni dello stesso Manzoni), quella del 1900 illustrata da Gaetano Previati e quelle di questo secolo dell’editore oggionese Paolo Cattaneo che nel corso degli anni ha recuperato e continua a recuperare le illustrazioni di Giacomo Mantegazza eseguite per la stessa edizione del 1900, quando venne bandito un concorso che vede appunto prevalere Previati (con Mantegazza al secondo posto), illustrazioni che sembravano essere perdute disperse in mille rivoli.
Successivamente ci si è spostati a Villa Manzoni dove sono stati presentati alcuni lavori effettuati dalle scuole lecchesi e dedicati ai Promessi sposi: un’installazione del liceo artistico “Medardo Rosso”, una teatralizzazione da parte degli studenti della scuola media Don Ticozzi e l’esecuzione di alcuni brani musicali ottocenteschi ispirati al Gran Romanzo (a partire naturalmente dalla versione di Enrico Petrella) da parte degli allievi del liceo musicale “Grassi”.
Il liceo classico “Manzoni” ha invece presentato un progetto rivolto gli alunni delle scuole primarie: gli studenti più grandi faranno da ciceroni accompagnando i più piccoli sui luoghi manzoniani significativi non per far conoscere loro i Promessi sposi, ma per stimolarne la curiosità, sottolineando i collegamenti tra la storia e la città.
All’istituto “Parini”, invece, il “Manzoni” è al centro di un progetto rivolto agli studenti con disabilità.Non solo. Ufficializzato anche il gemellaggio tra l’Istituto Comprensivo “Manzoni” di Merate che si trova nel palazzo che era sede di quel collegio in cui crebbe lo scrittore milanese, e la Scuola Manzoni di Buenos Aires, parte di quella rete di scuole italiane nel mondo che coinvolge complessivamente 300mila studenti, come ha spiegato Filippo Romano, consigliere d’ambasciata e responsabile dell’ufficio ministeriale che si occupa appunto delle scuole italiane all’estero.
E proprio nella città manzoniana, il ministro ha affermato che i Promessi Sposi continueranno a essere studiati nelle scuole italiane, nonostante chi voglia abolirne la lettura obbligatoria che porta il Manzoni a essere detestato. Valditara ha invece ribadito le necessità che il Manzoni e i “Promessi sposi” continuino a essere materia di studio nelle nostre scuole, in virtù del significato dell’opera per la cultura italiana, sul fronte politico e naturalmente su quello della lingua ricordando – pur confondendo le versioni del romanzo – la “risciacquatura” in Arno.
Dopo una tappa a Oggiono per l’esposizione della “Madonna del latte” di Marco d’Oggiono, il ministro Valditara è arrivato al liceo classico cittadino intitolato proprio ad Alessandro Manzoni, accolto dalla preside Maria Luisa Montagna nella sede di via Ghislanzoni. A salutare il ministro, dopo il provveditore Castelnuovo, sono intervenuti il sindaco Mauro Gattinoni, la presidente provinciale Alessandra Hofmann, il questore Ottavio Aragona, il prefetto Sergio Pomponio, il sottosegretario regionale Mauro Piazza, la sottosegretaria ministeriale Paola Frassinetti.
E tra tanti riferimenti a Manzoni, si è accennato all’ennesima riforma scolastica annunciata anche dal nuovo governo. Se il sottosegretario regionale Piazza ha parlato di riforme importanti, il sindaco Gattinoni ha rivolto al ministro un invito esplicito affinché si presti attenzione al corso di scuola media inferiore, quando i ragazzi sono chiamati a scegliere il proprio futuro optando per un indirizzo di studi o l’altro, sottolineano anche la necessità di una scuola inclusiva e che quindi si tenga anche conto degli immigrati di seconda generazione.
Dopo i saluti, l’attenzione si spostata sull’edizioni illustrate dei “Promessi sposi”, con una “lezione” di tre studenti del Classico. Per l’occasione, erano esposte le edizioni del 1840 (la prima della versione “risciacquata”, quella illustrata da Francesco Gonin su indicazioni dello stesso Manzoni), quella del 1900 illustrata da Gaetano Previati e quelle di questo secolo dell’editore oggionese Paolo Cattaneo che nel corso degli anni ha recuperato e continua a recuperare le illustrazioni di Giacomo Mantegazza eseguite per la stessa edizione del 1900, quando venne bandito un concorso che vede appunto prevalere Previati (con Mantegazza al secondo posto), illustrazioni che sembravano essere perdute disperse in mille rivoli.
Successivamente ci si è spostati a Villa Manzoni dove sono stati presentati alcuni lavori effettuati dalle scuole lecchesi e dedicati ai Promessi sposi: un’installazione del liceo artistico “Medardo Rosso”, una teatralizzazione da parte degli studenti della scuola media Don Ticozzi e l’esecuzione di alcuni brani musicali ottocenteschi ispirati al Gran Romanzo (a partire naturalmente dalla versione di Enrico Petrella) da parte degli allievi del liceo musicale “Grassi”.
All’istituto “Parini”, invece, il “Manzoni” è al centro di un progetto rivolto agli studenti con disabilità.Non solo. Ufficializzato anche il gemellaggio tra l’Istituto Comprensivo “Manzoni” di Merate che si trova nel palazzo che era sede di quel collegio in cui crebbe lo scrittore milanese, e la Scuola Manzoni di Buenos Aires, parte di quella rete di scuole italiane nel mondo che coinvolge complessivamente 300mila studenti, come ha spiegato Filippo Romano, consigliere d’ambasciata e responsabile dell’ufficio ministeriale che si occupa appunto delle scuole italiane all’estero.
Il gemellaggio tra Merate e la capitale argentina prevede appunto una serie di attività in comune su tema manzoniano senza escludere scambi culturali ulteriori. E di Manzoni si parlerà anche in Armenia, attraverso un progetto per l’istituto scolastico di Vanadzor con il quale già da tempo è stata avviata una collaborazione con la nostra città, grazie all’associazione lecchese Italia-Armenia.
D.C.