La Madonna di Lourdes al Manzoni, in tanti la invocano. 'E' qui a casa nostra'

“Vorrei cominciare esprimendo parole di gratitudine a don Raffaele e ai volontari dell'Unitalsi che ci stanno aiutando a accogliere Maria, presente attraverso questa Statua. La accogliamo volentieri in questa città, in questo nostro ospedale. In questo momento lei è qui in casa nostra”.
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Così don Paolo Ghirlandi, cappellano dell'Airoldi e Muzzi, ha aperto l'omelia pronunciata nel pomeriggio di lunedì al Manzoni, in una chiesette gremita di fedeli in preghiera.
In tanti, inclusi alcuni degenti nonché dipendenti del nosocomio cittadino, hanno voluto presenziare alla funzione o anche soltanto affacciarsi in cappella per rivolgere uno sguardo all'effige della Madonna di Lourdes, la copia della statua di Massabielle, in questi giorni in pellegrinaggio in Lombardia e da domenica sera esposta a Lecco, dapprima ad Acquate, poi – in mattinata – ad Olate e per qualche ora, per l'appunto, nel pomeriggio di ieri – presso il nosocomio di via dell'Eremo. 
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Don Paolo e la statua della Madonna di Lourdes

“Ci sentiamo come la cugina Elisabetta – ha detto il celebrante, citando le Scritture – Siamo visitati da Maria e ci porta Gesù, il dono più grande che ancora oggi dà a noi. Insieme alla Madonna accogliamo Gesù, il Figlio del Dio vivo. Maria conduce a Gesù”.
Sempre rifacendosi ai brani della liturgia, don Paolo ha poi aggiunto: “A noi Gesù dice “venite dietro a me”, “seguitemi”, diventate miei discepoli, sempre più, sempre meglio”.
Ricordando come proprio ieri sia cominciato l'Avvento e dunque un tempo nuovo, il cappellano degli IRAM ha voluto altresì rimarcare come “quel che conta nel passare delle stagioni è continuare a seguire Gesù. E la Madonna lo conferma” ha puntualizzato citando le parole pronunciate a Maria alle nozze di Cana quando invitò a fare ciò che il Figlio chiedeva. 

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Spontaneo dunque chiedersi cosa fare per diventare sempre più discepolo di Gesù o quale buon proposito offrire per l'Avvento. Don Paolo ha suggerito una ricetta semplice, classica: pregare di più, partecipare alla messa (magari anche durante la settimana), fare del bene, visitare gli ammalati e chi è solo, proprio come Maria. Insomma “che ci sia un impegno” ha chiosato. “Lo dobbiamo a Gesù, a noi stessi e alla Madonna per ricambiare questa visita, qui, a casa nostra”.
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La Vergine, infine, è stata invocata per chi soffre -“accompagnaci e accompagna i malati nel cammino, spesso lungo e difficile, della guarigione” - chiedendole altresì “il dono della speranza, quella speranza che spesso viene meno quando si sta poco bene”. 
In chiusura, senza la pretesa di mettere in bocca parole alla Madonna, il celebrante ha invitato ciascuno dei presenti a sperare in Dio: “c'è sempre, sempre ti ama, sempre lo puoi pregare. Non esiste situazione nella quale non si possa pregare, abbiamo sempre questa libertà e questa consolazione”.
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Tra il Rosario e l'inizio della funzione – con don Paolo affiancato sull'altare dal cappellano del Manzoni don Raffaele Anfossi – le assistenti dell'Unitalsi hanno dato la possibilità a chiunque lo desiderasse di avvicinarsi alla Statua per scattare una foto o per strofinare sulla sua superficie un'immaginetta o un fazzolettino, per sé o per invocare l'intercessione e la protezione della Vergine su altri, malati o meno. Bambini inclusi.
A.M.
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