Valmadrera: lettera di Padre Mario Rusconi agli agricoltori riuniti per dire grazie a Dio

“Anche se oggi non è una cosa che va tanto di moda, noi vogliamo dire grazie”. Mentre pronunciava quelle parole, Massimo Cariboni ha sorriso, forse consapevole di quanto la Festa del ringraziamento del mondo agricolo, giunta alla 73esima edizione a livello nazionale, sia una ricorrenza che rimanda a un mondo e a uno stile di vita tanto prezioso quanto ormai poco diffuso.
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Massimo Cariboni

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Da destra don isidoro Crepaldi, Rita Bosisio, Massimo Cariboni, Antonio Rusconi, Raffaella Brioni

“Questa festa rappresenta un atto di gratitudine e riconoscenza che gli agricoltori locali vogliono rivolgere a Dio per tutti i doni che hanno ricevuto dopo un anno di duro lavoro, fatica e sacrifici” ha aggiunto il signor Cariboni mentre gli ultimi mezzi agricoli raggiungevano il parcheggio di Via Fatebenefratelli per ricevere la benedizione dal parroco don Isidoro Crepaldi.

Le celebrazioni per quest’importante ricorrenza, lo ricordiamo, erano iniziate nella serata di ieri con la fiaccolata verso la chiesetta di Sant’Isidoro al Sasso di Preguda, a cui hanno partecipato una trentina di persone. Molto devoto a Sant’Isidoro è fra Mario Rusconi, eremita di origine valmadrerese attivo presso l’Eremo della Beata Vergine del Soccorso a Minucciano, in provincia di Lucca.
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Don isidoro Crepaldi, Rita Bosisio, Massimo Cariboni

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Antonio Rusconi

Prima di dare il via al corteo dei mezzi, Cariboni, l’organizzatore della festa, ha letto una riflessione inviatagli proprio dal religioso, da sempre innamorato della terra. “È un dovere di riconoscenza e di gratitudine ridonare a Dio quanto lui ci ha donato quest’anno. Il capitale che il Signore ci ha donato è la terra. È molto raro che nel contadino si spenga il senso religioso perché il suo vero padrone dimora nel cielo e sia il tempo sia le stagioni appartengono al suo ordine provvidente” ha spiegato padre Mario nella sua lettera. “Questa verità è pedagogica per l’agricoltore perché gli insegna l’umiltà e la pazienza nell’attendere i frutti del raccolto, la tenacia e il senso del dovere. Lo tiene quotidianamente a contatto con il reale e lontano dal vivere virtuale degli uomini di oggi. Il contadino è un uomo che ha radici. Il contatto quotidiano con la natura, vero capolavoro della grandezza e bontà di Dio, stimola gli agricoltori a ringraziare il Signore così prodigo e generoso per la loro vita corporale e spirituale”.

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Al termine della lettura, salutata con un applauso dai presenti, i mezzi agricoli si sono mossi in corteo verso il monumento ai Caduti di Via Manzoni, dove è stato deposto un omaggio floreale. Presente la giunta quasi al completo nonché i due consiglieri di minoranza di Ascolto Valmadrera.

“La festa del ringraziamento nasce perché era tradizione dei nostri nonni ringraziare il Signore. Tale abitudine nasce a sua volta dall’idea, legata ad una fede semplice e valori essenziali, secondo cui la vita è un dono. Oggi giorno che viviamo e ci arricchisce è un dono di Dio” ha spiegato il sindaco Antonio Rusconi nel suo intervento. “Questo è un valore importante, sia per chi crede sia per chi non crede. Bisognerebbe sorridere un po’ di più, accettare un po’ di più le difficoltà della vita proprio perché essa è una straordinaria occasione e opportunità che ci viene donata”.
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In seguito, il primo cittadino ha ringraziato gli agricoltori perché “sono le persone che prima degli altri mantengono pulite Valmadrera” e fanno parte di “coloro che in silenzio rendono la nostra comunità migliore”.

Terminata la cerimonia, il gruppo si è diretto verso la chiesa parrocchiale per la santa messa. All’offertorio, gli agricoltori hanno presentato i frutti del loro lavoro, poi messi in vendita al termine della celebrazione. 
A.Bes.
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