Lecco: “I volontari seminano speranza”. Intenso dialogo tra Bonacina e don Walter
“Il volontariato è la fatica di uscire per aiutare gli altri. È una potente scelta di libertà”. Questa volta Riccardo Bonacina, storica firma del giornalismo lecchese nonché esperto di terzo settore e responsabilità sociale, ha vestito i panni del fine tessitore.
La sua ultima fatica letteraria, “Io avrò cura di te”, edito da Solferino e Libreria Editrice Vaticana, è molto più di una semplice antologia: è un racconto iconico e potente del pensiero sviluppato da uno dei più grandi intellettuali del nostro tempo, Papa Francesco, sul tema del volontariato. Nella presentazione svoltasi ieri sera presso l’aula magna dell’ospedale Manzoni di Lecco, sono stati ripercorsi i singoli filamenti che compongono quell’immagine, ovvero i discorsi sul volontariato pronunciati da Bergoglio in questi dieci anni di Pontificato. Una disamina che ha arricchito il folto pubblico poiché sviluppata attraverso un dialogo con un fine intellettuale come don Walter Magnoni, parroco di Acquate, Olate e Bonacina nonché docente di Etica Sociale all’Università Cattolica di Milano.
“Il lavoro di Riccardo è stato prezioso. Egli ha preso i discorsi di Papa Francesco sul volontariato e li ha raccolti ordinatamente nei quattro capitoli di questo libro” ha sottolineato don Walter in apertura. L'incontro, lo ricordiamo, era promosso dall’Associazione Amici Sostenitori degli Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi di Lecco e da AVO Lecco con la collaborazione di Cooperativa SINERESI. Esso, inoltre, si inseriva all’interno del percorso di formazione dei volontari per il rilancio della funzione sociale del bar degli Istituti, finanziato dalla Fondazione comunitaria del lecchese attraverso il Fondo “Aiutiamoci - Contrasto alle povertà”. “Nel primo capitolo Riccardo ha saputo cogliere un’icona molto bella utilizzata da Papa Francesco: Maria che esce per andare ad incontrare Elisabetta, simbolo del volontariato come fatica di uscire per aiutare gli altri. Quest’immagine si compone di tre elementi fondamentali, ovvero l’ascolto, decisione, azione. Tutto parte dall’ascolto” ha proseguito don Walter. “Secondo il Pontefice, Maria agisce di fretta. Egli si riferisce alla fretta “buona” di chi sa che non c’è tempo da perdere sulle cose inutili. Più di ogni altra cosa, però, quella di Maria per Bergoglio è una scelta di gratuità. Il volontario non cerca alcun riconoscimento per le sue azioni e quando ha finito semplicemente torna a casa”.Il concetto di gratuità evocava le immagini di ragazzi corsi nelle zone alluvionate prima dell’Emilia e poi della Toscana per dare una mano. “Dobbiamo essere coscienti che la gratuità esiste anche oggi, nonostante l’ISTAT abbia certificato la netta diminuzione del numero di volontari coinvolti nelle organizzazioni. Attraverso i suoi scritti e i suoi discorsi, il Papa rida forza alla parola “volontario”, identificandola come una potente scelta di libertà” ha replicato Bonacina. Nel secondo capitolo emerge un’altra icona, quella degli amici del paralitico che scoperchiano la casa per riuscire a farlo entrare e permettere a Gesù di guarirlo. “Fare volontariato significa spesso compiere due gesti fondamentali: creare legami di amicizia e donare tempo a persone che sperimentano la solitudine. Già Benedetto XVI diceva che il grande problema del nostro tempo è la solitudine. Anche i ragazzi, non solo gli anziani, vivono la solitudine” ha aggiunto il parroco di Acquate. Donare, ricorda Papa Francesco, è diverso dal regalare. “Donare presuppone il desiderio di stabilire un legame con l’altro. È l’origine della gioia. Gratuità non è ciò che è gratis ma è ciò che non ha prezzo. È fare qualcosa perché è giusto e bello farla” ha sottolineato Bonacina, il quale ha poi raccontato un aneddoto molto divertente. “Quando ho portato questo libro a Papa Francesco, lui è stato molto felice. Ha chiesto ai suoi collaboratori di portaglielo a casa, così avrebbe potuto leggerlo e capire cosa aveva detto negli anni”.
La presentazione volgeva ormai al termine. Il pubblico si è lasciato andare in un emozionato applauso quando don Walter ha letto una parabola del vescovo Antonio Bello incentrata sul valore politico del volontariato e sull’importanza del “partire dagli ultimi”. “All’inizio di quest’anno il Papa ha detto che il mondo aveva bisogno di speranza come la terra aveva bisogno di pioggia. Non so quale immagine utilizzerà l’altro prossimo, date le insistenti piogge dell’ultimo periodo. Tuttavia, penso che il volontariato continui ad avere proprio questo compito: seminare speranza” ha concluso Bonacina.
La sua ultima fatica letteraria, “Io avrò cura di te”, edito da Solferino e Libreria Editrice Vaticana, è molto più di una semplice antologia: è un racconto iconico e potente del pensiero sviluppato da uno dei più grandi intellettuali del nostro tempo, Papa Francesco, sul tema del volontariato. Nella presentazione svoltasi ieri sera presso l’aula magna dell’ospedale Manzoni di Lecco, sono stati ripercorsi i singoli filamenti che compongono quell’immagine, ovvero i discorsi sul volontariato pronunciati da Bergoglio in questi dieci anni di Pontificato. Una disamina che ha arricchito il folto pubblico poiché sviluppata attraverso un dialogo con un fine intellettuale come don Walter Magnoni, parroco di Acquate, Olate e Bonacina nonché docente di Etica Sociale all’Università Cattolica di Milano.
“Il lavoro di Riccardo è stato prezioso. Egli ha preso i discorsi di Papa Francesco sul volontariato e li ha raccolti ordinatamente nei quattro capitoli di questo libro” ha sottolineato don Walter in apertura. L'incontro, lo ricordiamo, era promosso dall’Associazione Amici Sostenitori degli Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi di Lecco e da AVO Lecco con la collaborazione di Cooperativa SINERESI. Esso, inoltre, si inseriva all’interno del percorso di formazione dei volontari per il rilancio della funzione sociale del bar degli Istituti, finanziato dalla Fondazione comunitaria del lecchese attraverso il Fondo “Aiutiamoci - Contrasto alle povertà”. “Nel primo capitolo Riccardo ha saputo cogliere un’icona molto bella utilizzata da Papa Francesco: Maria che esce per andare ad incontrare Elisabetta, simbolo del volontariato come fatica di uscire per aiutare gli altri. Quest’immagine si compone di tre elementi fondamentali, ovvero l’ascolto, decisione, azione. Tutto parte dall’ascolto” ha proseguito don Walter. “Secondo il Pontefice, Maria agisce di fretta. Egli si riferisce alla fretta “buona” di chi sa che non c’è tempo da perdere sulle cose inutili. Più di ogni altra cosa, però, quella di Maria per Bergoglio è una scelta di gratuità. Il volontario non cerca alcun riconoscimento per le sue azioni e quando ha finito semplicemente torna a casa”.Il concetto di gratuità evocava le immagini di ragazzi corsi nelle zone alluvionate prima dell’Emilia e poi della Toscana per dare una mano. “Dobbiamo essere coscienti che la gratuità esiste anche oggi, nonostante l’ISTAT abbia certificato la netta diminuzione del numero di volontari coinvolti nelle organizzazioni. Attraverso i suoi scritti e i suoi discorsi, il Papa rida forza alla parola “volontario”, identificandola come una potente scelta di libertà” ha replicato Bonacina. Nel secondo capitolo emerge un’altra icona, quella degli amici del paralitico che scoperchiano la casa per riuscire a farlo entrare e permettere a Gesù di guarirlo. “Fare volontariato significa spesso compiere due gesti fondamentali: creare legami di amicizia e donare tempo a persone che sperimentano la solitudine. Già Benedetto XVI diceva che il grande problema del nostro tempo è la solitudine. Anche i ragazzi, non solo gli anziani, vivono la solitudine” ha aggiunto il parroco di Acquate. Donare, ricorda Papa Francesco, è diverso dal regalare. “Donare presuppone il desiderio di stabilire un legame con l’altro. È l’origine della gioia. Gratuità non è ciò che è gratis ma è ciò che non ha prezzo. È fare qualcosa perché è giusto e bello farla” ha sottolineato Bonacina, il quale ha poi raccontato un aneddoto molto divertente. “Quando ho portato questo libro a Papa Francesco, lui è stato molto felice. Ha chiesto ai suoi collaboratori di portaglielo a casa, così avrebbe potuto leggerlo e capire cosa aveva detto negli anni”.
La presentazione volgeva ormai al termine. Il pubblico si è lasciato andare in un emozionato applauso quando don Walter ha letto una parabola del vescovo Antonio Bello incentrata sul valore politico del volontariato e sull’importanza del “partire dagli ultimi”. “All’inizio di quest’anno il Papa ha detto che il mondo aveva bisogno di speranza come la terra aveva bisogno di pioggia. Non so quale immagine utilizzerà l’altro prossimo, date le insistenti piogge dell’ultimo periodo. Tuttavia, penso che il volontariato continui ad avere proprio questo compito: seminare speranza” ha concluso Bonacina.
A.Bes.