Calcio Lecco premiata dal Comune: c'è un 'precedente' nel 1960

Il riconoscimento civico di benemerenza con la medaglia d'oro di San Nicolò assegnato dal Comune di Lecco alla società bluceleste di calcio per la promozione in Serie B al termine dell’ultima stagione ha un precedente in quella conferita il 2 giugno 1960, con il sindaco Angelo Bonaiti alla società allora presieduta da Mario Ceppi, dopo il "salto" nel massimo campionato. Allora il riconoscimento di San Nicolò non esisteva ancora, dato che la prima consegna è avvenuta nel dicembre 1967.
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Il Lecco promosso nel campionato 1959/1960 in Serie A

La stampa locale del tempo scriveva: “Il 2 giugno 1960, festa della Repubblica, presso il cortile centrale del municipio di Lecco, alla presenza delle maggiori autorità cittadine, il sindaco Angelo Bonaiti consegnava alla Calcio Lecco una medaglia d’oro in ricordo della stupenda ascesa alla massima serie nazionale. Il campionato di calcio di Serie B si era concluso la domenica precedente, ultima del mese di maggio 1960, e il Lecco aveva festeggiato la promozione in Serie A disputando la partita con il Parma terminata 1 a 1, ma già con la matematica certezza della promozione con Torino e Catania”.
All’inizio della manifestazione municipale, “il sindaco Bonaiti aveva espresso parole di saluto e di augurio agli atleti del Rouen (Francia), ospiti della città per il primo turno della Coppa delle Alpi”, ma soprattutto di ampio elogio per la squadra bluceleste del presidente Mario Ceppi che, con l’allenatore Piccioli, aveva conquistato la Serie A.
La cronaca dell’avvenimento sottolineava: “Per la Calcio Lecco ha replicato commosso il presidentissimo Mario Ceppi, ringraziando per la medaglia d’oro e per il già operante parziale intervento al “Rigamonti” per consentire la disputa del campionato in Serie A”. Il Corpo musicale cittadino “Alessandro Manzoni” aveva eseguito gli inni nazionali di Italia e di Francia, in omaggio alle due squadre che nel pomeriggio avrebbero giocato al “Sinigaglia” di Como per il primo turno della Coppa delle Alpi.
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Il presidente Mario Ceppi si complimenta con l'allenatore Angelo Piccioli

La partita si disputava lì in quanto i lavori di smantellamento delle vecchie strutture del “Cantarelli-Rigamonti” erano già stati avviati, in attesa, però, del progetto definitivo di ampliamento e di sistemazione; il che avvenne qualche settimana dopo, a seguito di sedute affollatissime del Consiglio Comunale, chiamato ad approvare il progetto Meschi che prevedeva una capienza di 20.000 spettatori. La stampa locale sottolineava: "Le accese polemiche delle ultime settimane e i motivi politici che si sono inseriti per creare confusione nell’opinione pubblica hanno sviato i veri problemi che sono all’origine della situazione attuale. C’è l’esigenza assoluta di poter disporre nel prossimo autunno di uno stadio idoneo per il campionato di A”.
Nella stagione estiva l’impresa “Guglielmo Colombo” mobilitò al massimo il proprio personale, annoverando anche 70 presenti nel cantiere che rimase attivo pure nel periodo più tradizionale delle ferie d’agosto. Il Lecco chiese e ottenne di poter disputare le prime due partite in trasferta, come avvenne a Firenze e a Catania e, nella terza giornata, di debuttare all’ampliato “Rigamonti” con il Padova.
La partita del 2 giugno 1960 a Como venne vinta dai francesi. I tifosi blucelesti organizzarono un treno speciale per raggiungere l’allora nostro capoluogo di provincia. La partita con il Rouen è sicuramente nei ricordi più cari di Francesco Bonacina, classe 1939 di viale Turati, cresciuto nel GSG Lecco, che debuttò quel giorno praticamente in Serie A, dopo aver disputato tutto il campionato precedente nel torneo riserve che si giocava il mercoledì. In quest'ultimo ebbe più volte come compagno di squadra Dario Maitre, suo concittadino e coetaneo, cresciuto a sua volta nel GSG Lecco.
A.B.
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