Colico: tentò di riscuotere il libretto di un...morto. 2 anni la pena per un napoletano
Due anni e quattro mesi. E' la sentenza pronunciata nel primo pomeriggio odierno dal giudice in ruolo monocratico Gianluca Piantadosi nei confronti di Mario L., 67enne napoletano. Ai suoi polsi erano scattate le manette a inizio ottobre, a seguito di una ''visita'' presso l'ufficio postale di Colico; qui l'imputato si era presentato dopo essere salito dalla Campania, chiedendo di riscuotere quanto in deposito su alcuni libretti, presentandosi come l'intestatario degli stessi. Peccato non sapesse che il reale sottoscrittore era mancato e i titoli già oggetto di successione; dettaglio noto invece al direttore dell'ufficio che, insospettito, ha bloccato l'operazione allertando le forze dell'ordine.
All'arrivo della pattuglia dei carabinieri era stato così tratto in arresto. Gli venivano contestati gli articolo 497 bis e 495 del codice penale e dunque i reati di ''possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi'' e ''falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri''.
Tradotto nelle ore successive al fermo in Tribunale a Lecco per la convalida del fermo, la Procura aveva chiesto l'applicazione a suo carico, della custodia cautelare in carcere. L'avvocato Elena Ammannato, suo legale di fiducia, era però riuscita ad ottenere una misura meno afflittiva: gli arresti domiciliari. Erano stati i carabinieri della Compagnia di Lecco a scortarlo fino a casa, nel napoletano, dove risiede.
Stamani si è tornati a discutere della vicenda sul fronte giudiziario per la definizione della pena, in rito abbreviato. Se il vpo Mattia Mascaro aveva chiesto un anno di reclusione, il giudice Piantadosi ha sentenziato una condanna a due anni e quattro mesi nei confronti del partenopeo classe 1956, con alle spalle dei precedenti. In assenza della querela da parte degli eredi del legittimo intestatario del libretto che l'imputato aveva cercato di svuotare, si è proceduto con le sole contestazioni sopra citate.
Resta ancora un mistero tuttavia, come il soggetto sia riuscito ad entrare in possesso delle informazioni relative al possessore dei titoli, salendo personalmente dalla Campania fino a Colico nel tentativo di riscuoterli.
All'arrivo della pattuglia dei carabinieri era stato così tratto in arresto. Gli venivano contestati gli articolo 497 bis e 495 del codice penale e dunque i reati di ''possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi'' e ''falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri''.
Tradotto nelle ore successive al fermo in Tribunale a Lecco per la convalida del fermo, la Procura aveva chiesto l'applicazione a suo carico, della custodia cautelare in carcere. L'avvocato Elena Ammannato, suo legale di fiducia, era però riuscita ad ottenere una misura meno afflittiva: gli arresti domiciliari. Erano stati i carabinieri della Compagnia di Lecco a scortarlo fino a casa, nel napoletano, dove risiede.
Stamani si è tornati a discutere della vicenda sul fronte giudiziario per la definizione della pena, in rito abbreviato. Se il vpo Mattia Mascaro aveva chiesto un anno di reclusione, il giudice Piantadosi ha sentenziato una condanna a due anni e quattro mesi nei confronti del partenopeo classe 1956, con alle spalle dei precedenti. In assenza della querela da parte degli eredi del legittimo intestatario del libretto che l'imputato aveva cercato di svuotare, si è proceduto con le sole contestazioni sopra citate.
Resta ancora un mistero tuttavia, come il soggetto sia riuscito ad entrare in possesso delle informazioni relative al possessore dei titoli, salendo personalmente dalla Campania fino a Colico nel tentativo di riscuoterli.