Valmadrera: gli alunni e il monumento restaurato protagonisti del 4 novembre

Centoquarantaquattro caduti. A tanto ammonta il tributo di vite umane che la comunità di Valmadrera ha pagato durante le due guerre mondiali. Centoquarantaquattro storie, diverse l'una dall'altra.
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Centoquarantaquattro nomi scanditi con forza questa mattina dagli alunni di quarta elementare della Leopardi e di seconda media della Vassena. Ad ogni nome, la folla radunatasi davanti al monumento dei caduti di Via Manzoni per la cerimonia del 4 novembre ha risposto "Presente".
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Accanto agli studenti, l'altro protagonista della mattinata è stato proprio il monumento, recentemente restaurato a cento anni dalla sua realizzazione. "Questo monumento fu realizzato dal grande architetto milanese Piergiulio Magistretti. Insieme a quello di Galbiate, costruito da Piero Portalupi, e quello di Lecco, eretto da Giannino Castiglioni, essi rappresentano una triade simbolica con cui questi grandi personaggi hanno voluto onorare il nostro territorio. Queste opere sono poco note e poco valorizzate" ha spiegato l'architetto Eugenio Guglielmi, direttore dei lavori di restauro conservativo. "La scelta del comune e degli alpini di Valmadrera di restaurare questo monumento è molto importante. Si restituisce alla comunità un simbolo nonché un'opera dal grande valore architettonico. Ringrazio i restauratori Paola e Antonio Moretti, della ditta Torre Restauri di Bergamo, nonché tutte le altre maestranze che hanno preso parte ai lavori".
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L'architetto Eugenio Guglielmi
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L’intera la comunità, infatti, ha contribuito in qualche modo all'intervento, promosso e finanziato dagli Alpini e dall'amministrazione comunale. Quando il monumento fu eretto nel primo dopoguerra, su iniziativa del senatore Gavazzi, accadde esattamente lo stesso, a riprova dell'affetto dei valmadreresi per questo simbolo. "I Gavazzi donarono il terreno prospicente all'opera Pia Magistris. I valmadreresi parteciparono alla raccolta dei fondi per la realizzazione dell'opera. Le maestranze di quasi trenta aziende del territorio donarono il ricavo di una giornata lavorativa" ha spiegato Mario Nasatti, capogruppo degli Alpini di Valmadrera. "Il monumento fu inaugurato il 16 dicembre 1923 alla presenza delle autorità militari, civili e religiose nonché delle associazioni con i nostri più di 800 reduci scampati alla guerra. Nella ricorrenza del centenario la sezione degli Alpini ha ritenuto doveroso onorare I caduti attraverso questo restauro".
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Il capogruppo degli Alpini Mario Nasatti
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Oggi come cento anni fa l'intera comunità non solo ha contribuito ma ha anche partecipato in forze alla cerimonia di Inaugurazione. Accanto agli esponenti dell'amministrazione e del consiglio comunale, infatti, erano presenti il parroco don Isidoro Crepaldi, i comandanti di Polizia Locale e Carabinieri e le rappresentanze di tutte le principali associazioni attive sul territorio di Valmadrera con i rispettivi gagliardetti.
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Due i simboli che si distinguevano tra la folla: le penne nere degli Alpini e i fazzoletti azzurri dell'associazione nazionale famiglie caduti e dispersi in guerra. In testa al gruppo dell'ANFCDG, in particolare, c’era la presidente Alessandra Anghileri, figlia della compianta Cavalier Emilia Dell'Oro. "A Emilia Dell'Oro va il nostro ricordo riconoscente e grato perché ha saputo trasformare un lutto terribile nell'impegno quotidiano contro le dittature, la guerra e la violenza. Ricordo anche Pierino Crimella, alpino nonché ultimo deportato di Valmadrera in vita fino a pochi mesi fa" ha sottolineato il sindaco Antonio Rusconi nel suo intervento subito dopo il taglio del nastro.
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A destra Alessandra Anghileri
"La vostra presenza così numerosa evidenzia come il gesto che compiamo oggi parla al futuro. La celebrazione odierna dovrebbe spingere tutti ad uno sforzo maggiore di riflessione sul tema dell'Unità nazionale ma anche su un'idea di Europa che non si fondi esclusivamente sulle ragioni economiche o di politica estera" ha aggiunto il primo cittadino. "Per questo oggi riaffermare le ragioni e la condivisione dell'unita italiana significa innanzitutto credere in una nuova unità nazionale, concepita fin dall'inizio per e non contro l'Europa”.
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Il sindaco Antonio Rusconi
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Dopo aver rinnovato i ringraziamenti agli Alpini e ai tecnici che hanno partecipato al restauro del monumento, Rusconi ha rivolto un pensiero alla Terra Santa e all'Ucraina. "Auspichiamo che la parola pace torni al più presto protagonista delle nostre cronache. C'è per tutti bisogno, ricominciando da oggi, di ritrovare un forte senso di appartenenza al nostro Stato. Scoprire e costruire il senso dello Stato è ancora oggi, soprattutto in Italia, il compito più alto della politica" ha concluso il sindaco.

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Sulla parola "pace" si sono concentrate anche le riflessioni degli alunni di seconda elementare della scuola Cima, ispirate dalla lettura di "Cipì", testo scritto dal pedagogista Mario Lodi. "La pace nasce dalle piccole cose e dall'azione di tutti i giorni. La pace è rispetto e aiuto degli altri, è condividere, non picchiarsi e non uccidere. Pace è conoscenza, amicizia, gioia e amore" hanno ricordato i piccoli alunni. Pensieri veri, sinceri e potenti su cui la cerimonia si è conclusa, in attesa della messa in chiesa parrocchiale prevista per le 11. 
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La mattinata, lo ricordiamo, non era iniziata al monumento ai caduti bensì al cimitero, dove ci si era recati in corteo partendo dal comune. L'accompagnamento musicale, così come l'esecuzione dell'inno di Mameli durante l'alzabandiera, è stata curata dalla fanfara alpina Alto Lario Cavalier Mariano Stella, una delle più longeve fanfare alpine italiane. Una volta arrivati al cimitero, le autorità hanno reso omaggio ad Alessandro Dell'Oro, padre del Cavalier Emilia Dell'Oro deceduto a Mathausen, e a Fortunato Butti, alpino morto sul Monte Nero durante la Prima guerra mondiale a soli diciannove anni.
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Dopodiché, come detto, ci si è recati sempre in corteo fino al monumento ai caduti, dove si è svolta la cerimonia vera e propria, moderata da Tiziano Tavecchio, cerimoniere della sezione Alpini di Como.
A.Bes.
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