Esino-Viganò: i nuovi parroci don Carlo e don Marco al 'rito per l'immissione' con Mons. Delpini
C'erano anche don Carlo Motta e don Marco Galli, che nelle scorse settimane sono stati destinati rispettivamente a Esino Lario (San Vittore) e Viganò (San Vincenzo) nella Cappella dell'Arcivescovado a Milano dove oggi Monsignor Mario Delpini ha celebrato il rito per l'immissione nell'ufficio di parroci di quattro sacerdoti, alla presenza dei Vicari episcopali Monsignor Giuseppe Vegezzi (Zona I) e Monsignor Franco Gallivanone (Zona II), nonchè del Cancelliere Monsignor Marino Mosconi.
L'Arcivescovo di Milano, rinnovando loro la sua gratitudine, ha sottolineato che "questo momento permette di ricordare la radice del ministero, che non è soltanto un ruolo, un incarico, un modo di esercitare alcuni compiti, ma è la fede, il sentirsi toccati dalla grazia del Signore". "Il parroco - ha proseguito - ha un ruolo importante, ma è a servizio come Gesù che si è messo a lavare i piedi ai discepoli. La fede è uno sguardo, una relazione con Gesù e una condivisione dei suoi sentimenti. Il desiderio di far giungere a tutti la salvezza da parte di Dio deve animare il vostro servizio con responsabilità [...]. Il buon pastore è il Signore, noi siamo solo a servizio. Questo ci dà coraggio e fiducia, ma ci rende anche umili, riconoscendo i nostri limiti. Vi auguro di essere uomini di fede e, come uomini di fede, di fare bene".
Il rito, come ben descritto sul portale della Chiesa di Milano, è continuato con la Professione di fede e il giuramento di fedeltà nell'assumere il nuovo ufficio a nome della Chiesa, con i parroci che a seguire sono saliti, a uno a uno, sull'altare per porre le proprie mani sul Vangelo con la lettura, da parte dell'Ordinario, del Decreto di immissione in possesso. Infine la preghiera universale, la recita corale del Padre Nostro e la benedizione di tutti i presbiteri che hanno ricevuto la nuova destinazione, con il canto del Salve Regina.
L'Arcivescovo di Milano, rinnovando loro la sua gratitudine, ha sottolineato che "questo momento permette di ricordare la radice del ministero, che non è soltanto un ruolo, un incarico, un modo di esercitare alcuni compiti, ma è la fede, il sentirsi toccati dalla grazia del Signore". "Il parroco - ha proseguito - ha un ruolo importante, ma è a servizio come Gesù che si è messo a lavare i piedi ai discepoli. La fede è uno sguardo, una relazione con Gesù e una condivisione dei suoi sentimenti. Il desiderio di far giungere a tutti la salvezza da parte di Dio deve animare il vostro servizio con responsabilità [...]. Il buon pastore è il Signore, noi siamo solo a servizio. Questo ci dà coraggio e fiducia, ma ci rende anche umili, riconoscendo i nostri limiti. Vi auguro di essere uomini di fede e, come uomini di fede, di fare bene".
Il rito, come ben descritto sul portale della Chiesa di Milano, è continuato con la Professione di fede e il giuramento di fedeltà nell'assumere il nuovo ufficio a nome della Chiesa, con i parroci che a seguire sono saliti, a uno a uno, sull'altare per porre le proprie mani sul Vangelo con la lettura, da parte dell'Ordinario, del Decreto di immissione in possesso. Infine la preghiera universale, la recita corale del Padre Nostro e la benedizione di tutti i presbiteri che hanno ricevuto la nuova destinazione, con il canto del Salve Regina.