Vannacci al Lavello: la maggioranza boccia la richiesta di revoca del CdA della Fondazione

Non è passato l'ordine del giorno con il quale Diego Colosimo per Cambia Calolzio, con il supporto dell'altro gruppo di minoranza Calolziocorte Bene Comune, chiedeva quantomeno la testa di Armando Friburghi, quale consigliere delegato dall'amministrazione comunale in seno al CdA della Fondazione di Santa Maria del Lavello per palese violazione dello statuto e del codice etico dell'Ente dopo il “caso Vannacci”. 
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Il generale Vannacci al Lavello
Ieri sera la maggioranza ha votato compatta, rigettando dunque la richiesta di destituire il proprio rappresentante. Che, se lo riterrà, potrà eventualmente valutare autonomamente, come anche gli altri componenti del consiglio, il passo indietro, come aggiunto, con una pennellata un pochino discostata dalle altre proposte nel corso della discussione, dal consigliere Fabio Pio Mastroberardino che, già nei giorni precedenti dell'ospitata dell'autore del controverso best seller “Il mondo al contrario” aveva giudicato come non appropriata la concessione di una sala del Monastero. Forse “utopisticamente”, per sua stessa ammissione, l'esponente di Fratelli d'Italia, ha altresì espresso il desiderata che la Fondazione di Santa Maria del Lavello, “non sfiguri” rispetto alle altre. Ed ha auspicato che nel futuro la “Fondazione non venga coinvolta in eventi così divisivi” anche il consigliere nonché coordinatore provinciale della Lega Daniele Butti, pur sostenendo in Aula, citando punti di vista di senso opposto, come i contenuti espressi nel testo a firma del generale non possano essere bollati in maniera univoca come razzisti, omofobi o sessisti, chiedendo altresì di non politicizzare l'accaduto.
“L'etica, in un ambiente democratico, è una cosa soggettiva” ha sostenuto, nell'ambito di un ragionamento più articolato, l'assessore Dario Gandolfi che, ha anche dato lettura di un messaggio inviato all'amministrazione comunale da Friburghi prima del 17 ottobre nel quale il delegato faceva presente di non essere stato preventivamente informato della concessione del Monastero per la presentazione del libro e si interrogava sull'opportunità di ospitare al Lavello un tale evento. “Si stanno chiedendo le dimissioni dell'unico che si è posto il problema” ha dunque terminato Gandolfi, con il concetto ripreso dal consigliere Silvia Bosio, sempre per Forza Italia, ricordando altresì come Friburghi non sia l'amministratore unico della Fondazione ma un membro del consiglio di amministrazioni: da solo non poteva dunque cambiare le sorti della decisione. 
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Giulio De Capitani e Roberto Monteleone in prima fila alla serata con il generale

Hanno fatto quadrato, ritrovando quella compattezza che mancava da tempo, le minoranze, con Diego Colosimo arrivato a ribadire come a suo avviso con Vannacci al Monastero si sia passato il limite, anche perché metà dei componenti del CdA (il presidente Roberto Monteleone e il consigliere Giulio De Capitani) erano presenti alla serata stessa, concedendo dunque non solo dei locali in locazione ma anche una sorta di “benedizione” all'iniziativa. Iniziativa che non si contesta in sé ma proprio per la location, come rimarcato da Sonia Mazzoleni, tornata anche a ribadire altri utilizzi impropri, a suo giudizio, degli spazi del Lavello dove hanno trovato posto – nel recente passato – anche gonfiabili per bambini e lo street food, violandone quella “sacralità” sottolineata anche dal consigliere Wilna de' Flumeri. Costruttivo, infine, l'intervento di Cesare Valsecchi che ha chiesto che la Fondazione si doti di un comitato di sorveglianza per il rispetto del codice etico, rimanendo comunque fermo nel sostenere la richiesta di revoca degli amministratori tacciati di aver danneggiato la Fondazione concedendo una sala all'associazione che ha portato Vannacci al Monastero. 
Respinto l'ordine del giorno, Diego Colosimo ha già preannunciato che non lascerà comunque cadere la sua  istanza.
A.M.
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